Colombo, Alessandro <1961- >
Il suicidio della pace : perché l’ordine internazionale liberale ha fallito (1989-2024) / Alessandro Colombo. – Milano : Raffaello Cortina, 2025. – XV, 333 p. ; 23 cm. – (Saggi ; 163).) – [ISBN] 978-88-328-5723-8.
Anni 2000. Si è appena dissolta l’URSS, finisce ogni forma di Guerra Fredda, gli USA restano soli a governare il mondo. E’ la fine della storia? a vedere l’oggi sembra proprio di no. Alessandro Colombo, professore di Relazioni Internazionali presso l’Università degli Studi di Milano e responsabile del Programma Relazioni Transatlantiche dell’ISPI, nonché autore di numerosi saggi, ci propone un’attenta disanima della crisi geopolitica tuttora in corso.
Il libro analizza il drammatico mutamento dello scenario internazionale dopo la fine della Guerra fredda, segnato dal ritorno dello spettro di una guerra fra grandi potenze, dalla crisi dell’ordine liberale e dall’erosione dei suoi principi fondativi. Dopo un periodo di apparente stabilità e ottimismo negli anni ’90, l’autore sostiene che il mondo è precipitato in una fase di “multicrisi” globale, segnata da conflitti armati, crescente instabilità e ridefinizione dei rapporti tra l’Occidente e il resto del mondo.
La prima parte del volume ricostruisce l’ambizione originaria dell’ordine internazionale nato dopo il 1989: un progetto di portata storica, cosmopolita nei principi ma spesso escludente nella pratica, sostenuto paradossalmente anche attraverso l’uso della forza. La seconda parte segue la traiettoria della sua progressiva disgregazione, individuando cinque fasi chiave – dall’11 settembre alla pandemia, dalla guerra in Ucraina al nuovo conflitto in Medio Oriente – che hanno condotto al disordine globale attuale.
Il testo invita a superare letture semplificatorie e a riconoscere come la crisi attuale sia radicata nelle contraddizioni del trentennio post-Guerra fredda. Un’opera che sollecita una riflessione critica sul presente e sulla possibilità di un nuovo ordine internazionale.
Le 5 fasi della crisi (2000-2025). La storia continua
1. Radicalizzazione e involuzione del progetto di Nuovo Ordine Mondiale (2001–2003)
- Innescata dallo choc dell’11 settembre 2001.
- Si avvia la “guerra globale al terrore”, che comporta un uso crescente e sistematico della forza militare da parte degli Stati Uniti.
- Culmina con l’invasione anglo-americana dell’Iraq nel 2003, che compromette la legittimità e la reputazione dell’ordine liberale internazionale.
2. Erosione economico-politica dovuta alla crisi del 2007–2008
- La crisi finanziaria globale mette a nudo le fragilità del modello economico dominante.
- Emergono gravi conseguenze sociali e politiche, soprattutto in Occidente: disuguaglianze, populismi, sfiducia nelle élite.
- Si accentua il declino della capacità occidentale di dare forma e stabilità all’ordine globale.
3. Ricomparsa degli sfidanti e ritorno della competizione tra grandi potenze
- Russia e Cina tornano ad affermare le proprie ambizioni geopolitiche.
- Si chiude il ciclo dell’unipolarismo statunitense, emergendo un mondo multipolare con crescente instabilità sistemica.
- Si indebolisce ulteriormente l’idea di un ordine universale condiviso.
4. Crollo dell’ordine internazionale sotto i colpi di tre choc globali successivi
- Pandemia di Covid-19: evidenzia la fragilità delle istituzioni multilaterali e la competizione tra stati.
- Guerra in Ucraina (dal 2022): riporta la guerra tra stati nel cuore dell’Europa e mina i principi fondamentali dell’ordine post-1945.
- Nuova guerra in Medio Oriente: ulteriore destabilizzazione in una regione chiave, con effetti geopolitici a catena.
5. Il mondo fuori controllo (situazione attuale, 2025)
- Nessun attore ha più la capacità (o la volontà) di ricostruire un nuovo ordine stabile.
- L’intero sistema di legittimità internazionale (regole, istituzioni, distinzione tra guerre “legittime” e “illegittime”) risulta delegittimato.
- Si configura una crisi epocale e sistemica, che segna la fine dell’illusione di un ordine mondiale post-storico.
Segue: Indice del volume; Introduzione dell’autore; Recensione di Enrico Paventi Il Manifesto 27-5-25; Note e principali opere dell’autore
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