Details Published: 14 August 2023 Created: 09 August 2023 Hits: 708
Per Mario Tronti: il pensiero rimane
di AA. VV.
Non è facile reggere la sequenza di perdite che il presente ci impone. Tanto più se ad andarsene è un gigante come Mario Tronti. Comunque la si veda, Mario Tronti è stato un maestro per noi tutti. Ricordarlo è terribilmente complesso e così abbiamo pensato di mettere insieme una pagina di Effimera che si articola su più piani.
Per primo: due estratti di Operai e Capitale, un testo basilare, la Genesi dell’Operaismo italiano, un’opera pubblicata nel 1966 da cui tutto ha avuto origine. Chiunque voglia capire fino in fondo il rapporto tra capitale e lavoro, chiunque voglia vedere la potenza del lavoro – nonostante tutto – deve passare da qui. Tanti sono i brani che potrebbero essere ripresi. Il primo che abbiamo scelto riguarda il concetto centrale di “autonomia” dell’operaio massa. È ciò che abbiamo imparato da Tronti: il lavoro è autonomo rispetto al capitale, nel senso che può farne a meno. Mentre il capitale non può fare a meno del lavoro. Come già notato dallo stesso Marx, il rapporto lavoro-capitale si presenta come rapporto tra due soggetti, di cui il primo (il lavoro) è quello più forte.
Per questo il capitale ha bisogno di sussumere il lavoro, per renderlo a lui dipendente: è il passaggio che il capitalismo disegna tramite il processo di salarizzazione e ricattabilità che ha trasformato il lavoro in “desarmata manu”: “il proprietario (della forza-lavoro, ndr.) non è solo libero di venderla, ma si trova anche e soprattutto nell’obbligo di farlo” (K. Marx, Il Capitale, Cap. XVII, Editori Riuniti Roma 1972). Oppure: “Il capitalista compera agli stessi operai, a quanto sembra, il loro lavoro con del denaro. Per denaro essi gli vendono il loro lavoro.
708 viewsDetails Published: 14 August 2023 Created: 09 August 2023 Hits: 671
Il paradosso di Oppenheimer: il potere della scienza e la debolezza degli scienziati
di Prabir Purkayastha* Globetrotter – Newsclick
Il nuovo film di successo su Oppenheimer ha riportato alla memoria il ricordo della prima bomba nucleare sganciata su Hiroshima. Ha sollevato domande complesse sulla natura della società che ha permesso lo sviluppo e l’uso di tali bombe e l’accumulo di arsenali nucleari in grado di distruggere il mondo molte volte.
L’infame era McCarthy e la ‘caccia ai rossi’ ovunque hanno qualche relazione con la patologia di una società che ha soppresso il senso di colpa per il bombardamento di Hiroshima e Nagasaki, sostituendolo con la convinzione del proprio eccezionalismo?
Cosa spiega la trasformazione di Oppenheimer, che era emerso come l’”eroe” del Progetto Manhattan che costruì la bomba atomica, in un cattivo e poi dimenticato?
Ricordo il mio primo incontro con il senso di colpa americano per le due bombe atomiche sganciate sul Giappone.
Nel 1985 partecipavo a una conferenza sui controlli informatici distribuiti a Monterey, in California, e i nostri ospiti erano i Lawrence Livermore Laboratories. Si trattava del laboratorio di armi che aveva sviluppato la bomba all’idrogeno.
Durante la cena, la moglie di uno degli scienziati nucleari chiese al professore giapponese presente al tavolo se i giapponesi avessero capito perché gli americani avevano dovuto sganciare la bomba sul Giappone.
Che ha salvato un milione di vite di soldati americani? E molti altri giapponesi? Cercava l’assoluzione per il senso di colpa che tutti gli americani portavano con sé? Oppure cercava la conferma che ciò che le era stato detto e in cui credeva era la verità? Che questa convinzione era condivisa anche dalle vittime della bomba?
671 viewsDetails Published: 14 August 2023 Created: 08 August 2023 Hits: 482
L’origine dell’inferiorità della donna nella dialettica tra natura e cultura
di Alessandra Ciattini*
Nell’articolo si tenta di sciogliere il groviglio formato da fattori materiali e culturali su cui si è fondata l’inferiorità della donna, che nonostante le trasformazioni sociali più recenti non è stata ancora superata. Allo stesso tempo, si tenta di valorizzare la differenza femminile, non annullandola con l’applicazione dei diritti che valgono per l’uno e l’altro sesso. Tale valorizzazione consiste nel pieno riconoscimento della funzione riproduttiva della donna, che dovrebbe essere tutelata con istituzioni ad hoc per permetterle di partecipare in prima persona alla vita sociale, politica e culturale.
* * * *
Introduzione
Credo che oggi, dopo decenni di femminismo di vario genere, si possa affermare che esso nella sua complessità e mutevolezza costituisca ormai un’ideologia ufficiale adottata da tutte le forze politiche, con l’esclusione delle più retrive, che intendono deviare l’attenzione generale dalle questioni strutturali della società attuale (la subordinazione sempre più alienante dei salariati) al problema pur importante, ma non risolutivo, dei diritti umani. Per questa ragione ritengo che occorra concentrarsi sull’origine dell’inferiorità della donna per ricalibrare la sua reale natura politica, mostrando come alcuni aspetti primordiali abbiano continuato a influenzarla e come solo il realizzarsi di certe condizioni consentano la sua effettiva soluzione. Mi muoverò quindi sempre secondo lo schema interpretativo della continuità/rottura.
482 viewsDetails Published: 14 August 2023 Created: 12 August 2023 Hits: 777
Ucraina. Zelenski nei guai sugli arruolamenti. Il fronte interno in difficoltà
di Redazione
Tutti i commissari militari regionali per l’arruolamento saranno licenziati, ha dichiarato il presidente dell’Ucraina Volodymyr Zelenskyy in un videomessaggio trasmesso venerdì dopo una riunione del Consiglio di sicurezza e difesa nazionale.
“Questo sistema dovrebbe essere gestito da persone che sanno esattamente cos’è la guerra e perché il cinismo e la corruzione durante la guerra sono un atto di tradimento”, ha scritto Zelensky, precisando che sono in corso 112 procedimenti penali contro i funzionari degli uffici di registrazione e arruolamento militare, e 33 persone sono sospettate di aver compiuto reati.
Secondo quanto riportato da Interfax Ukraine al loro posto saranno nominate persone “che hanno sono state al fronte o che non possono essere in trincea perché hanno perso la salute, hanno perso gli arti, ma hanno conservato la dignità e non hanno cinismo”. Secondo Zelenskyj, “ogni commissario militare nei confronti del quale vi sia un procedimento penale sarà pienamente ed equamente responsabile, per dimostrare la loro dignità, andranno al fronte.”
777 viewsDetails Published: 14 August 2023 Created: 10 August 2023 Hits: 694
Le due facce del militarismo
di comidad
Uno dei mantra dell’ottimismo antropologico è che la verità alla fine verrebbe sempre a galla. La verità non ha però nessun bisogno di venire a galla, dato che se ne stava lì sin dall’inizio, evidente quanto irrilevante; magari qualcuno ogni tanto la nota, la richiama pure, ma poi tutto procede come se niente fosse. Riguardo alla guerra in Ucraina, i media nostrani continuano a disinformare con assoluta disinvoltura, ma la stampa ucraina purtroppo ha a che fare con un’opinione pubblica che verifica i fatti sulla propria pelle, per cui, per quanto gestita dal governo, qualcosa deve riconoscere di quanto effettivamente accade. Nel luglio scorso il “Kyiv Post” ha infatti dato la notizia sull’inefficacia dei sistemi di difesa “Patriot” e SAMP/T contro gli attacchi missilistici russi. Dall’articolo del “Kyiv Post” sembrerebbe però che i problemi del “Patriot” riguardino soltanto la minaccia da parte di missili di ultima generazione. La storia del “Patriot” è invece molto più lunga ed ancor meno gloriosa.
694 viewsDetails Published: 14 August 2023 Created: 09 August 2023 Hits: 1028
Non solo Ucraina. Gli effetti della sconfitta NATO
di Roberto Gabriele
Quando è iniziata l’operazione militare speciale non era difficile ragionare sul fatto che l’esito dello scontro militare avrebbe deciso degli assetti geopolitici a livello europeo e internazionale. Per questo Putin ha deciso di correre il rischio calcolato dell’intervento militare, in mancanza del quale l’operazione strategica americana di accerchiamento sarebbe andata in porto mettendo in scacco la difesa russa.
Se gli americani e la NATO avessero prevalso infatti, ci saremmo trovati di fronte a una Russia ripiegata su se stessa e col rischio di un’implosione interna, mentre la NATO avrebbe piantato le sue armi a ridosso di quello che considera un nemico strategico. Non aver raggiunto questo obiettivo significa che gli equilibri geopolitici mondiali non consentono più all’occidente imperialista di modificare la tendenza al suo declino.
Ma ora che la guerra va avanti da circa un anno e mezzo si delineano altri scenari per chi ha voluto scatenarla. Non si tratta più dei destini dell’Ucraina e della sorte dei territori liberati dall’esercito russo. In ballo c’è una questione di più ampia portata. Domandiamoci appunto in che cosa consiste questa novità.
1k viewsDetails Published: 14 August 2023 Created: 09 August 2023 Hits: 796
Dal Mercatismo agli Stati-Protettori
Dopo la Globalizzazione, sempre più confusione
di Guido Salerno Aletta
Crisi climatica, Auto elettrica, A.I., Inflazione, Tassi di interesse, Guerra in Ucraina, Rapporti con la Cina, Africa in subbuglio, BRICS…
I Media fanno questo di mestiere: oltre a dare spazio ai fatti di cronaca, ed alle decisioni ovvero ai messaggi che provengono dal mondo politico, dal sistema finanziario e da quello della produzione, tessono lentamente ma inesorabilmente la tela della “narrazione“, con la costruzione delle sempre nuove verità, la “realtà oggettiva” che rappresenta il presupposto per governare.
E’ ovvio che non sarebbe stato possibile decidere per legge l’obbligo di vaccinazione di massa per il Covid-19, così come il divieto di lavorare per coloro che non si sono vaccinati, oppure introdurre i limiti alle attività economiche e sociali per limitare il contagio, se non fosse stata costruita una verità inoppugnabile, quella relativa alla pericolosità del virus, alla sua propagazione incontrollabile, ai danni che provoca alla salute: “Non ti vaccini, ti ammali, muori e fai morire”. Queste parole, pronunciate con determinazione dall’allora Premier Mario Draghi nel corso di una conferenza stampa, erano coerenti con la pianificazione meticolosa della comunicazione dei dati quotidiani, dai ricoveri ai decessi, da parte delle Protezione Civile.
796 viewsDetails Published: 13 August 2023 Created: 11 August 2023 Hits: 1815
Impedire che il cerchio si chiuda
di Elisabetta Teghil
Per un obiettivo di controllo così profondo, totalitarismo è un termine possibile, un controllo così completo da non accontentarsi più dell’asservimento esterno-ottenere le azioni volute-ma che rivendica l’intera sottomissione dell’<interiorità>.
F. Lordon, Capitalismo, desiderio e servitù
Nella città di Roma il Comune ha programmato l’entrata in vigore, a novembre di quest’anno, di una nuova ZTL, chiamata fascia verde, che comprende una zona estremamente vasta, grande quasi quanto la città all’interno del raccordo anulare, in cui sarà vietato l’accesso e la circolazione ai mezzi che sono considerati inquinanti. Non sto qui a farvene l’elenco, lo potete tranquillamente andare a vedere sul sito del Comune, ma la gamma è vastissima, comprende anche moto e motorini e mezzi di lavoro anche a GPL e a metano e praticamente chiama in causa quasi tutto il parco macchine degli abitanti escluse chiaramente, per il momento, le auto più nuove. Già, perché il progetto ha l’obiettivo, alla fine, di permettere solo la circolazione dei mezzi elettrici. Un progetto simile è già attivo a Milano e in altre città si stanno sperimentando varianti adattate alle realtà locali come a Venezia e a Trento dove stanno mettendo in opera un sistema di controllo ancora più inquietante. A Milano il sindaco ha pensato bene di aumentare il costo dei pedaggi d’ingresso e di chiudere il centro per tutta la settimana quindi compresi i sabati e le domeniche. Ormai da mesi qui nella capitale si susseguono i lavori per l’impianto dei varchi di controllo elettronici per l’accesso con sofisticate telecamere di riconoscimento e con spese faraoniche ed è stato dato il via dal Comune alla gara per 1000 telecamere e per la realizzazione di un unico polo operativo “Smart Police Support” (SPS) in uso alla Polizia Locale e alla Protezione Civile di Roma Capitale per la gestione della sicurezza pubblica.
1.8k viewsDetails Published: 13 August 2023 Created: 08 August 2023 Hits: 620
Niger e dintorni: Africa ribelle, Occidente in panne
di Tendenza internazionalista rivoluzionaria
Ancora una volta un grido di lotta che si ode in tutto il mondo viene dall’Africa – questa volta dall’Africa “nera” occidentale.
Questo grido di lotta non è in nulla paragonabile, per potenza, estensione, protagonismo degli sfruttati, ai sommovimenti del 2011-2012 che percorsero in lungo e in largo come un’unica onda sismica l’intero mondo arabo, in Africa del nord e in Medio Oriente. Allora milioni di operai, sfruttati, diseredati, giovani senza futuro, donne senza diritti, riaprirono nelle piazze il processo della rivoluzione democratica ed anti-imperialista in una regione strategica del globo, dando un formidabile scossone alla stabilità del capitalismo globale a egemonia occidentale già alle prese con la più grande crisi finanziaria della storia – prima di essere sconfitti dalla reazione delle borghesie locali in combutta con le grandi potenze. E neppure è lontanamente paragonabile, quanto a diretto protagonismo proletario e a contenuti di classe, alle potenti lotte dei minatori del Sud Africa, con epicentro a Marikana, che nel 2012 diedero il via ad un biennio di scioperi “selvaggi” in agricoltura, nella metalmeccanica, nei trasporti, in edilizia, mettendo in luce la trama di interessi che lega, e subordina, il regime bianco-nero “post-apartheid” di Pretoria alle multinazionali delle vecchie potenze coloniali, e approfondendo il solco tra questo regime borghese e la sola forza che potrà portare a compimento la liberazione dell’Africa dal fardello dei vecchi e nuovi colonialisti: il suo giovane proletariato – e non si tratta solo del giovane proletariato sud-africano: al 2017 tra i primi trenta paesi al mondo per livelli di attività sindacale, dodici erano paesi africani.
620 viewsDetails Published: 13 August 2023 Created: 08 August 2023 Hits: 647
Fuori norma. Lo “stile” operaista
Ida Dominijanni intervista Mario Tronti
“Un consiglio: mai scrivere un libro di successo da giovani. Si rimane per tutta la vita quella cosa lì”, scrisse Mario Tronti in una breve autobiografia filosofica del 2008 che conteneva tutte le chiavi necessarie, autoironia inclusa, per cogliere tutt’intero il suo percorso al di là dell’icona del “padre dell’operaismo italiano” cui il successo internazionale di “Operai e capitale” lo ha consacrato. Quell’icona, certo, gli apparteneva, eppure non mancava di irritarlo quando faceva velo al resto e al seguito della sua ricerca: il pensiero negativo e la cultura della crisi, l’autonomia del politico e il corpo a corpo con gli autori e le categorie del pensiero politico moderno, il confronto con il pensiero teologico e mistico, e, dopo l’’89-‘91, il pensiero della fine – fine del Novecento, finis Europae, fine della politica moderna – che, in polemica con le letture democratico-progressiste del cambio di stagione, apre il fronte della critica trontiana della democrazia politica. In questa intervista – una delle molte – che facemmo per “il manifesto” (20/06/2006) in occasione della ripubblicazione di “Operai e capitale” quarant’anni dopo la sua prima uscita, Tronti ripensa l’esperienza operaista non come scuola ma come stile di pensiero, ne restituisce la dimensione collettiva e ne ricostruisce i nessi inscindibili con il proprio percorso filosofico e politico successivo.
* * * *
“Operai e capitale”, che in questi giorni viene riproposto da Deriveapprodi quarant’anni dopo la sua uscita einaudiana nel ’66, è considerato il libro di culto dell’operaismo. In poche parole, proviamo a restituire il messaggio e la dirompenza di quel libro?
647 viewsDetails Published: 13 August 2023 Created: 09 August 2023 Hits: 687
Summit di Pietroburgo: l’Africa fa sentire la sua voce
di Mario Lettieri* e Paolo Raimondi**
Il 28 luglio scorso è terminato a San Pietroburgo il secondo summit Russia – Africa. Vi hanno partecipato 49 Stati africani, rappresentati in alcuni casi da capi di governo, in altri da ministri degli esteri o da ambasciatori. Il primo summit fu organizzato a Sochi nell’ottobre del 2019. Nel frattempo il mondo è stato profondamente cambiato dal Covid e dalla guerra in Ucraina.
Molta stampa ha cercato di presentare il summit come un fallimento, poiché, rispetto a quello di Sochi, a San Pietroburgo sarebbe stato presente un numero inferiore di capi di Stato e di governo. Il fatto è vero, si è passati da 43 capi di Stato a 17, frutto di grandi pressioni occidentali. Anche se questa volta sono venuti altri capi di Stato importanti, come quello del Camerun, che non erano stati a Sochi.
A nostro avviso sarebbe un grave errore di calcolo geopolitico se l’Occidente, e in particolare l’Unione europea, valutasse il summit semplicemente come un atto di propaganda di Mosca o come un cedimento dell’Africa alle pressioni e alle supposte “manipolazioni” della Russia.
687 viewsDetails Published: 13 August 2023 Created: 08 August 2023 Hits: 824
Siderurgia, storia, ricordi, anidride carbonica e Cina
di Il Chimico Scettico
La siderurgia è roba antichissima che iniziò nell’Età del Ferro. Per qualche motivo gli Ittiti (indoeuropei) la avevano, assieme ai carri trainati da cavalli, quando l’Egitto non aveva sviluppato la siderurgia principalmente per mancanza di materie prime (https://archeologiavocidalpassato.com/2016/05/28/antico-egitto-il-pugnale-di-ferro-di-tutankhamon-e-di-origine-extraterrestre-le-analisi-prodotte-da-un-team-italo-egiziano-il-ferro-del-cielo-come-ricordano-i-papiri-contiene-ni/). La tecnologia e i cavalli non costituirono un vantaggio strategico definitivo, per gli Ittiti e le lunghe guerre tra loro e l’Egitto dinastico si risolsero in un trattato di pace: il trattato di Qadeš fu stipulato tra il grande Ramsete II e il re ittita Hattušili III, dopo la battaglia di Qadeš, ed è considerato il primo trattato di pace della storia (e di trattati del genere in quasi 4000 anni ne sono stati stipulati molto pochi). L’Egitto dinastico conosceva solo il ferro nativo, raro perché proveninete da meteoriti. Nella crosta terestre, a quanto pare a causa del Grande Evento Ossidativo, il ferro è principlamente Fe(III), sotto forma di ossidi, idrossidi e solfuri. Mi ricordo, da ragazzino, quando arrivavo si scoglio in scoglio a Punta Calamita, all’Elba.
824 viewsDetails Published: 13 August 2023 Created: 04 August 2023 Hits: 820
Niger. Cos’è il Movimento M62 che porta in piazza migliaia di cittadini contro l’occupazione francese
a cura di Enrico Vigna
Mentre Francia, UE, USA e l’ECOWAS, sostenuto dall’Occidente, minacciano l’intervento militare se il presidente deposto Bazoum non sarà reintegrato, ogni giorno migliaia di cittadini scendono in piazza organizzati dal Movimento M62, che da anni si batte contro la presenza francese e per una reale indipendenza del paese.
Migliaia di persone sono mobilitate nelle strade per sostenere il Consiglio Nazionale di Salvaguardia della Patria, il gruppo di ufficiali che ha preso le redini del paese, con parole d’ordine e slogan contro il loro ex colonizzatore: “Abbasso la Francia”, “Fuori le basi straniere”, “Per un nuovo ordine”, “Il Niger ai nigerini”.
Sin dalle elezioni dell’aprile 2021 in seguito alla vittoria, Bazoum, supportato dalla Francia, ha istituito blocchi di Internet, dei media e attacchi ai movimenti popolari. Le forze di sicurezza hanno represso le proteste e arrestato centinaia di oppositori.
Nel novembre dello stesso anno, con proteste di massa, i manifestanti cercarono di fermare il transito di un convoglio dell’esercito francese attraverso il paese, i soldati francesi e i gendarmi nigerini che scortavano il convoglio, spararono, uccidendo 2 nigerini e ferendone 18.
820 viewsDetails Published: 13 August 2023 Created: 13 August 2023 Hits: 1000
Agricoltura culturale, desertificazione, OGM
di Pierluigi Fagan
Abbiamo un certo numero di intelligenze critiche in Italia, ma a chi si rivolgono oltre al fatto di avere scarsi mezzi per veicolare i loro ragionamenti?
“Già nel 2014 il compianto Tullio De Mauro riportava che circa due milioni di italiani erano analfabeti totali, 13 milioni semi-analfabeti, ovvero appena in grado di scrivere il proprio nome e fare somme e sottrazioni semplici, altri 13 milioni avevano perso l’uso fluido della lettura e della scrittura. Insomma, circa la metà della popolazione adulta era sotto la soglia minima della piena alfabetizzazione.”.
Oggi i dati sono questi:
- Paese OCSE con il più basso numero di laureati
- Paese OCSE col più basso investimento in istruzione
- Su 27 Paesi EU, destiniamo all’istruzione meno di 24 Paesi e più solo di Grecia e Romania.
- Stipendi degli insegnanti tra i più bassi in Europa
Le scarse nozioni ricevute a scuola, in tempi di veloci e profondi cambiamenti, diventano rapidamente obsolete, né ci sono modi per aggiornarle. Questo complesso di fattori determina quella che oggi viene chiamata “povertà educativa” che chiude in un cerchio da cui non possono evadere milioni di italiani.
1000 viewsDetails Published: 12 August 2023 Created: 08 August 2023 Hits: 851
Un momento cruciale del marxismo italiano: il contrasto tra Panzieri e Tronti
di Rino Malinconico
Dopo i fatti di Piazza Statuto del luglio ‘62, si avviò all’interno del gruppo–rivista dei Quaderni Rossi un dibattito serrato, che via via assunse toni aspri e alla fine determinò la rottura. Nel giugno del 1963 la contrapposizione si esplicitò plasticamente con due editoriali sul terzo numero. Il primo, firmato direttamente Quaderni Rossi è da attribuire a Panzieri. In esso veniva colta la progressione in avanti della coscienza operaia, ma mettendone in risalto anche le parzialità. Poi, a proposito del ciclo di lotte aperto dalla stagione contrattuale del 1962, si metteva in guardia dai pericoli di un’interpretazione immediatista delle potenzialità rivoluzionarie:
Un aspetto importante nella situazione di oggi è nel pericolo di scambiare in modo immediato la «feroce» critica verso le organizzazioni implicita, e spesso esplicita, nei comportamenti operai, o il grado più alto di consapevolezza che vasti gruppi di operai rivelano delle condizioni politiche delle lotte a livello di capitalismo organizzato e pianificato, per una immediata possibilità di sviluppo di una strategia rivoluzionaria globale, ignorando il problema dei contenuti specifici e degli strumenti necessari alla costruzione di tale strategia. Una strategia operaia non può essere preparata dall’accumularsi di una serie di rifiuti frammentari, non collegati tra loro in un disegno politico unitario virgola ma soltanto idealmente unificati in uno schema interpretativo del funzionamento del capitalismo contemporaneo. In tal modo diviene indifferente se l’esigenza operaia di «trascendere» il contenuto delle singole rivendicazioni si manifesti in forma anarchizzante, o nel senso di predisporre una linea anticapitalistica globale, secondo una dinamica controllabile.
851 viewsDetails Published: 12 August 2023 Created: 05 August 2023 Hits: 483
Atena sulla terra
di Emilio Quadrelli e Lidia Triossi
Misurarsi su un piano politico e teorico su come i comunisti si debbano organizzare in un contesto come l’attuale è sicuramente un compito di estrema difficoltà. D’altra parte le opzioni oggi esistenti non ci sembrano soddisfacenti e, soprattutto, crediamo che vadano riviste alla luce di una elaborazione e confronto approfondito. Sulla questione del partito (organizzazione), della strategia politica e militare, è chiaro che abbiamo, nel movimento comunista, un piano teorico e di dibattito quanto mai arretrato che non possiamo ignorare. Provare a affrontarlo, qui e ora, ci pare un compito non più rimandabile.
L’obiettivo della nostra elaborazione è quello di cogliere quelle tendenze del movimento comunista che si sono affermate e che hanno ancora un carattere di validità e capire, invece, quegli elementi che sono stati superati e ai quali è inutile rimanere aggrappati. Infine gli elementi che riteniamo validi vanno collegati al nuovo contesto in cui ci muoviamo. Naturalmente da queste riflessioni non possiamo pensare di trovare una “formula perfetta”, che peraltro non esiste, però possiamo utilizzarle per capire la direzione in cui muoverci e quali debbano essere i passi da fare per adeguare le attuali forme d’organizzazione alle necessità e soprattutto alle possibilità che vengono dalla realtà. È quindi centrale per noi capire il ruolo e il nesso tra «il partito» e l’»autonomia del proletariato», la composizione dei movimenti di protesta rispetto all’attuale organizzazione del lavoro e dimensione metropolitana, le contraddizioni della fase imperialista: guerra, fascistizzazione, multipolarismo, ecc…
483 viewsDetails Published: 12 August 2023 Created: 09 August 2023 Hits: 901
Nuovo record della spesa militare statunitense a 886 miliardi
di Domenico Moro
Gli Stati Uniti sono dalla fine della Seconda guerra mondiale la più grande potenza economica, militare, commerciale e tecnologica del mondo. Dalla leadership mondiale dipende anche l’affidabilità del suo enorme debito pubblico. Fino ad ora, ad esempio, la Cina e i paesi arabi hanno finanziato il debito pubblico statunitense acquistando titoli di Stato, perché gli Usa sono i leader mondiali e hanno il dollaro come valuta di riserva e di scambio internazionale. C’è da chiedersi, però, quanto ciò possa durare e se le tensioni geopolitiche tra Cina e Usa possano sfociare in una “guerra del debito”, cioè nella decisione della Cina di ridurre gli acquisti di titoli di stato statunitensi, magari imitata anche da paesi arabi produttori di petrolio come l’Arabia Saudita, che recentemente si è molto avvicinata alla Cina. Ad ogni modo, le previsioni dicono che gli Usa entro dieci anni perderanno la loro supremazia economica nei confronti della Cina, che li sorpasserà dal punto di vista del Pil, mentre il sorpasso da parte dell’India è previsto per il 2075[i]. Non è un caso, quindi, che recentemente Fitch, una delle agenzie di valutazione del credito più accreditate, abbia abbassato il rating del debito pubblico Usa da AAA a AA+.
901 viewsDetails Published: 12 August 2023 Created: 10 August 2023 Hits: 814
In Africa forti segnali di un riscatto decolonizzatore
di Aurelio Tarquini*
Intervista a Luciano Vasapollo. “Lo hanno chiamato colpo di stato ma io direi che si è trattato semplicemente di una riacquisizione della sovranità da parte del Popolo del Niger, che ha buttato giù un governo fantoccio voluto da Macron”.
Commenta così il golpe in Niger, conversando con FarodiRoma, il prof. Luciano Vasapollo, decano di economia all’Università La Sapienza, co-fondatore del capitolo italiano della Rete in difesa dell’umanità e storico consulente sui temi dello sviluppo dei governi di Cuba e Venezuela.
“I nigerini – sottolinea Vasapollo – si riappropriano della loro sovranità. E registro da parte del nuovo governo una presa di posizione di stampo fortemente anticolonialista, che evoca le parole delle grandi rivoluzioni dell’America Latina, discorsi con al primo posto il valore della patria e il principio dell’autodeterminazione”.
La grande manifestazione popolare a favore del nuovo governo del Niger presieduto da Abdourahmane Tchiani, già capo della guardia presidenziale del Niger, nominato capo di un governo di transizione nello stato dell’Africa occidentale, due giorni dopo che la sua unità ha rovesciato il governo di Mohammed Bazoum, conferma, secondo l’economista, “l’avvio di un processo irreversibile” in atto nell’Africa subsahariana, ovvero in quella fascia geografica che comprende: Sudan, Ciad, Niger, Burkina Faso, Mali e Mauritania.
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La minacciosa visita della Nuland in Niger
di Piccole Note
Gli Stati Uniti “sostengono gli sforzi dell’ECOWAS per ripristinare l’ordine costituzionale in Niger”. Così Antony Blinken in un’intervista rilasciata a Radio France international. Intervento non casuale, dal momento che la Francia è il Paese più infuriato per quanto sta avvenendo nella sua ex colonia.
La minacciosa visita della Nuland
La dichiarazione di Blinken va letta insieme alla minacciosa visita in Niger della sua bellicosa vice al Dipartimento di Stato, Victoria Nuland, che a Niamey si è intrattenuta con il Capo di Stato Maggiore, generale Moussa Salaou Barmou, in un colloquio “franco” e “difficile” nel quale ha ribadito che l’eventuale presenza della Wagner nel Paese – contattata dal nuovo governo per far fronte a un eventuale attacco – avrebbe messo a repentaglio la “sovranità” nigerina.
Esplicitando, la Nuland ha ordinato di ripristinare l’ordine pregresso e di non toccare il contingente americano stanziato in Niger (tre basi, circa mille uomini) e ventilato, in caso di intervento della Wagner, un forte sostegno USA a un eventuale attacco a Niamey e magari un intervento diretto.
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Lo scontro in Europa. Comprendere la deriva prima che sia troppo tardi
di Roberto Gabriele
Stiamo assistendo nell’Europa dell’UE e della NATO a un’evoluzione rapida degli equilibri interni e delle azioni dei governi che ci fanno capire che, a partire dalla partecipazione alla guerra in Ucraina, la situazione cambierà rapidamente nel prossimo futuro.
Indichiamo intanto le tre questioni centrali che misurano il cambio di passo: gli effetti della guerra, il carattere repressivo dei governi europei e la crescita delle forze di destra e del nazionalismo ad Est del continente.
Partiamo dalla guerra in Ucraina. Il fatto che i paesi dell’UE abbiano sposato con decisione le posizioni americane ne ha modificato sostanzialmente il ruolo nel contesto internazionale. Diventati vassalli ed esecutori delle direttive americane, i membri di una UE guidata da Bruxelles non hanno più una reale identità e autonomia progettuale. Tutto si decide all’interno di un atlantismo in cui sono gli Stati Uniti a dare le carte. L’europeismo diventa attività di normale amministrazione dentro questo schema.