Sinistrainrete 202309-14-13

Tutti gli indici di Sinistra in rete dei giorni 13 e 14 settembre 2023 con i link agli articoli

Details Published: 14 September 2023 Created: 11 September 2023 Hits: 852

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contropiano2

Draghi e l’Unione Europea, affondati dalla guerra

di Claudio Conti – Guido Salerno Aletta

draghi unione europea guerra.jpgO Mario Draghi ha perso i suoi superpoteri oppure non li aveva mai avuti, ma l’avevano disegnato così…

A leggere la tremenda tranvata riservatagli da Milano Finanza non c’è atto, svolta, “successo”, “invenzione” di SuperMario che non abbia prodotto disastri. E da un punto di vista esclusivamente capitalistico, sia ben chiaro.

A scrivere è ancora una volta Guido Salerno Aletta, che citiamo spesso perché non è un “analista da centro studi”, ma l’ex vicesegretario generale di Palazzo Chigi e tante altre cose; ossia persona che ha visto (e cogestito) incontri e scontri internazionali, trattative, misurando interessi nazionali e/o aziendali differenti o addirittura contrapposti. Un “uomo del fare”, insomma, sul versante istituzionale.

La critica esplicita a Mario Draghi, dopo la sua recente sortita sull’Economist di cui abbiamo già parlato, è insomma la traduzione quasi “divulgativa” di una insofferenza ormai generale verso un certo tipo di governance che ha prodotto la situazione attuale.

È anche, in modo indiretto, un ripudio della stagione neoliberista, della svalutazione del ruolo dello Stato a totale vantaggio delle imprese (e delle multinazionali, in specie finanziarie), del “mercantilismo” che ha dominato per quasi 40 anni in Europa e che ha sagomato – squilibrandoli oltre ogni limite – i rapporti di forza tra i vari paesi.

Di fatto, dunque, una demolizione del mito “positivo” della stessa Unione Europea, che di quella stagione è stata l’infrastruttura semi-statuale.

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Published: 14 September 2023 Created: 11 September 2023 Hits: 280

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scenari

11 settembre 1973, Cile: la solitudine del cittadino

di Tomàs Moulian

L’11 settembre il governo presieduto da Salvador Allende viene rovesciato dall’esercito sotto la guida di Augusto Pinochet. Ma cosa è successo alla società cilena? Come andare avanti, se non dimenticando? Oggi su Scenari un estratto di “Una rivoluzione capitalista. Il Cile, primo laboratorio mondiale del neoliberismo” di Tomás Moulian

La riverniciatura del Cile

1. Oblio

Un elemento decisivo del Cile Attuale è la compulsione all’oblio. Il blocco della memoria è una situazione che si ripete in società che hanno vissuto esperienze limite. Lì questa negazione del passato genera la perdita del discorso, la difficoltà della favella. Mancano le parole comuni per nominare il vissuto. Trauma per gli uni, vittoria per gli altri. Un’impossibilità di parlare di qualcosa che viene denominato in maniera antagonistica: golpe, pronunciamento, governo militare, dittatura, bene del Cile, catastrofe del Cile.

Per alcuni, a volte le stesse vittime, il dimenticare viene vissuto come il riposo, la pace dopo lunghi anni di tensione, la sicurezza dopo tanta incertezza. Il calore sicuro di un focolare dopo una lunga camminata sotto le intemperie. Che senso avrebbe rivivere il dolore? riproporre ad ogni istante l’incubo? Perché riprendere un tema che divide e produce astio, a volte paura, in persone impregnate di lutto e di lacrime?

Per altri, per molti dei convertiti che oggi si fanno strada su alcune delle piste del sistema, l’oblio rappresenta il sintomo oscuro del rimorso di una vita negata, che appanna il senso della vita nuova. Questo oblio è un mezzo di protezione contro ricordi laceranti, percepiti per qualche istante come incubi, reminiscenze fantomatiche del vissuto. È un oblio che si incrocia con la colpa del dimenticare.

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Published: 14 September 2023 Created: 10 September 2023 Hits: 307

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coku

IA. Frammenti del dialogo tra Sam Altman e Lex Fridman

di Eugenio Donnici

Prologo (1)

Lex Fridman apre il dialogo con Sam Altman sull’IA e afferma che ci troviamo nel punto più alto di una profonda trasformazione sociale, di cui nessuno, incluso lui stesso, conosce gli esiti a priori. In molti percepiscono che il cambiamento si propaghi all’interno delle nostre vite.

Il passaggio cruciale avviene, quando nel novembre 2022, un’azienda californiana chiamata OpenAI, il cui CEO è Altman, ha lanciato ChatGPT, una chat capace di conversare con i suoi utenti con la stessa naturalezza di un essere umano.

La macchina simula il ragionamento umano e genera un testo scritto, connesso con le nostre richieste.

Che cos’è ChatGPT? Che cosa la rende appetibile?

Tale chatbot fa parte dei modelli GPT (Generative Pre-trained Transformer), tecnicamente chiamati LLM (Large Language Model) e basati sul machine learning. I LLM sono algoritmi di deep learning addestrati generalmente su milioni di testi provenienti da varie fonti: libri, articoli di giornale e siti web. La tecnica del deep learning consiste nell’utilizzare una rete neurale artificiale, cioè un modello matematico che si ispira al funzionamento delle reti neuronali biologiche, per comprendere il significato di un testo e generare un output, in base al modo in cui formuliamo le domande.

In che modo s’addestra la macchina ad apprendere?

Il processo prende corpo dal RL-HF, ossia Renforcement Learning whith Human Feedback, cioè le macchine imparano attraverso i riscontri umani che funzionano come rinforzi.

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Published: 14 September 2023 Created: 13 September 2023 Hits: 406

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comedonchisciotte.org

La Rivoluzione non è un pranzo di gala

di Glauco Benigni

‘Rivoluzione!’…questa ‘parolona’ mi ha cambiato la vita a 18 anni. Era il 1968 e a grande velocità quasi tutti attorno a me cominciarono a pronunciarla con una enorme disinvoltura…come se fosse una gita al mare, come se fosse ‘dietro l’angolo’, come se fosse ‘giusta e inevitabile’. Poi invece, lentamente, man mano che il livello di conoscenze e consapevolezza saliva nel corso del tempo, scoprii che non era proprio così. Le teorie rivoluzionarie erano (e restano) affascinanti ma i Rivoluzionari non erano sempre e solo degli eroi, dei patrioti duri e puri o dei saggi internazionalisti veggenti. Anzi: tutt’altro. Molti avevano adottato quel modo di essere e di pensare un po’ perché i tempi erano favorevoli, cioè per moda, e un po’ perché speravano in un futuro migliore. Un futuro che prevedesse l’avverarsi di tanti slogan, tra cui uno tutt’ora attuale: “Fuori la Nato dall’Italia, fuori l’Italia dalla Nato“. Non tutti però, anzi pochi, erano disposti ai sacrifici che il ruolo di Combattente per la Libertà esigeva.  Si invocava la coerenza rivoluzionaria: un’attitudine rara e in gran parte sconosciuta sia dagli intellettuali ben pasciuti che da tanti operai sedotti in progress dal consumismo.

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Published: 14 September 2023 Created: 12 September 2023 Hits: 436

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contropiano2

Le lenti deformate sul Forum economico di Vladivostok

di Sergio Cararo

I mass media e le intelligence dei paesi occidentali, sembrano più occupati a spiare dal buco della serratura l’incontro tra Kim Jong Un e Putin piuttosto che la complessità del Forum economico dell’Oriente che si è aperto a Vladivostok, ossia laggiù dove finisce la piattaforma continentale euroasiatica e i mondi si confondono.

L’agenzia di stampa ufficiale della Corea del Nord, “Korean Central News Agency” (“Kcna”), ha confermato che il leader Kim Jong-un incontrerà il presidente russo Vladimir Putin, ma non sembra essere questo l’obiettivo principale della Russia nel forum di Vladivostok.

In una fase in cui le economie occidentali fanno i conti ormai da anni con la recessione, i nostri mass media, come al solito, si concentrano sull’albero perdendo di vista la foresta.

L’economia globale continua a cambiare principalmente perché l’Occidente sta distruggendo il sistema delle relazioni finanziarie”, ha dichiarato Putin, intervenendo alla sessione plenaria del Forum.

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Published: 14 September 2023 Created: 14 September 2023 Hits: 304

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sinistra

Questione d’affari

di lorenzo merlo

Si può ipotizzare e supporre sia esperienza comune di chi riconosce il male del pensiero unico avere avuto la sensazione che le cose stiano per cambiare, che le consapevolezze idonee per non essere complici della politica disumanizzante in corso siano sufficientemente diffuse. La cultura, quel seno dal quale succhiamo valori e pensieri, speranze e direzioni, scelte e possibilità, ha forse ora più che mai la fecondità per contrastare i mostri generati dall’avvento del Great reset e del capitalismo di controllo.

A volte sembra d’essere prossimi a vedere realizzati quei cambiamenti di paradigma che ci stanno a cuore. L’ambiente non più argomento di facciata e irreggimentazione, la Terra come organismo, la questione demografica come problema primario, le politiche dedicate all’homo sentiens, non più oeconomicus, il cibo e i sentimenti come fonte di salute e/o malattia, la medicina profonda e non di superficie, in grado di arrivare all’origine dei problemi, invece che dedicarsi ai sintomi e a ingrassare le pance già piene dell’industria delle malattie, la questione di genere lasciata alla libera scelta individuale, e non eletta a ideologia politica. Eccetera.

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Published: 14 September 2023 Created: 12 September 2023 Hits: 578

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kulturjam

Guerra in Europa, la fine della sfera pubblica. La fine di un mondo

di Vincenzo Costa

Sperando che non si giunga alla fine del mondo (cioè alla catastrofe nucleare), certamente siamo alla fine di un mondo, la fine della sfera pubblica, di un sistema di organizzazione mondiale, di strutture concettuali.

La fine della sfera pubblica

La nozione di sfera pubblica – lo sappiamo a partire da Mill e Tocqueville sino ad Habermas e alla Arendt – è fondante per la nozione di democrazia, poiché la democrazia presuppone un’opinione pubblica informata, critica, capace di discernimento.

A rendere possibile questa forma di governo erano i “corpi intermedi” (partiti, associazioni etc.) che erano condizione di possibilità di una decodifica critica, plurale, e senza pluralismo dell’informazione e delle interpretazioni non esiste sfera pubblica.

Un processo avviato da tempo, messo in luce da tanti pensatori in maniera differenziata – da Baudrillard a Byung-Chul Han– fa emergere che questa nozione di sfera pubblica è collassata.

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Published: 13 September 2023 Created: 11 September 2023 Hits: 87

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paroleecose2

Il capitale nella crisi: una riflessione su “Ecologia-mondo e crisi del capitalismo. La fine della natura a buon mercato” di Jason W. Moore

di Alice Dal Gobbo

ghiacci.jpgEsce quest’anno per Ombre Corte la riedizione di quello che è ormai diventato un classico dell’ecologia politica: Ecologia-mondo e crisi del capitalismo. La fine della natura a buon mercato di Jason W. Moore (a cura di Gennaro Avallone). Va innanzitutto sottolineato che questo libro, così importante per evidenziare il taglio politico e geopolitico dell’ecologia-mondo di Moore, non esisterebbe senza la dedizione e l’impegno di Gennaro Avallone, che ha selezionato e tradotto dei saggi altrimenti “sparsi”, legandoli assieme attraverso un lavoro di riflessione, tessitura e sintesi. Uscito per la prima volta nel 2015, questo libro ha accompagnato pratiche e dibattiti attorno alla crisi ecologica in relazione al capitalismo, proprio nel momento in cui i movimenti per la giustizia climatica cominciavano a strutturarsi e guadagnare spazi di protagonismo. Quando la crisi ecologica è stata definitivamente individuata dal dibattito e dai movimenti come fallimento del capitalismo: non soltanto come effetto collaterale ma come implicazione profonda delle sue logiche di dominio, sfruttamento e appropriazione.

Questo volume ha anche attraversato due crisi profondissime che si innestano sulla più ampia destabilizzazione climatica, e che le sono intrecciate in modo complesso: la pandemia Covid-19 e la guerra cosiddetta Russo-Ucraina (forse la Terza Guerra Mondiale). Da un lato, questi avvenimenti hanno segnato una parziale battuta d’arresto nella potenza che i movimenti per la giustizia climatica erano riusciti a esprimere nel 2019, e ancor di più nell’interesse verso questo tema da parte delle istituzioni.

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Published: 13 September 2023 Created: 09 September 2023 Hits: 153

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lantidiplomatico

“Io capitano”, il film di Garrone, è un falso storico

di Michelangelo Severgnini

720x410c50ytjidhkmg.jpg“L’Oscar si vince con la bandiera a stelle e strisce, cambiando la realtà”.

Parafrasando la celebre frase di Mario Monicelli, potremmo dire: “Il Leone d’oro si vince con la bandiera blu stellata, cambiando la realtà”.

E che valga a questo punto di buon auspicio per la vittoria del Leone d’Oro per il film “Io Capitano” diretto da Matteo Garrone, se non altro.

In estrema sintesi questo lavoro è un falso storico, perché, ispirandosi alla realtà, la stravolge e soprattutto ne occulta i significati e i nessi reali che le danno forma e la riformula all’interno di una narrazione fiabesca, per altro ampiamente in voga già da un paio di decenni, che non è nemmeno edulcorazione: è puro depistaggio delle coscienze. A che pro? Al fine di lasciare tutto così com’è, per il compiacimento e la soddisfazione di Mamma Europa. 

Non sono nemmeno in grado di dare un giudizio estetico al film, perché non c’è corrispondenza tra scelte artistiche e significati espressi. Pertanto lo sfoggio estetico tutt’al più è un esercizio pirotecnico. L’arte è un’altra cosa.

Non sono nemmeno in grado di immaginare la reazione che provoca nello spettatore medio. I pochi spettatori presenti in sala del resto non mi hanno aiutato in questo: muti dall’inizio alla fine non mi sembra abbiano lasciato la sala delusi, ma nemmeno entusiasti.

Durante tutto il film appaiono qua e là spaccati realistici (segno che almeno qualcuno tra gli sceneggiatori ha fatto lo sforzo per informarsi), alternati a momenti verosimili per quanto improbabili e a lacune clamorose, personaggi della storia vera che nella storia finta non ci sono, spariti, come per effetto di un gioco di prestigio.

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Published: 13 September 2023 Created: 10 September 2023 Hits: 95

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lavoroesalute

Malanova. La violenza sulle donne ha origine da un archetipo primordiale

di Alba Vastano

Malanova 4.jpgMalanova in dialetto calabrese vuol significare cattiva notizia, sventura. Per la gente di San Martino di Taurianova (frazione di Taurianova-Reggio Calabria) Anna Maria Scarfò era ‘la malanova’. Era la puttana che se l’è cercata. Anna Maria non voleva essere omertosa e aveva denunciata il branco composto da tre aguzzini che per tre anni avevano abusato sessualmente di lei. Aveva tredici anni all’epoca e nessuno che le mostrasse attenzione quando, terrorizzata, raccontava l’accaduto. Le era stata sottratta, da un branco di uomini infami, l’adolescenza, la dignità e il sorriso. Infine, con la forza della disperazione, ha uno scatto di ribellione e denuncia i suoi aguzzini. Avviene quando intuisce che anche la sorellina minore, l’affetto più caro che ha, sta per finire nelle grinfie di quelle belve.

E così denuncia alle forze dell’ordine gli abusi subiti. Interviene un’avvocatessa, di quelle tenaci quando si tratta di difendere le donne abusate e riesce a mandare al gabbio gli infami, dopo un lungo processo che si conclude con la condanna degli aguzzini. Anna Maria, però, continuerà a pagarla cara. Tutto il paese le si rivolta contro ed emette una sentenza assurda: ‘Anna Maria ha screditato l’onore dei suoi paesani’. La giovane inizia a ricevere minacce continue, anche di morte ed è costretta, a causa di stalking a lasciare il paese. Dal 2010 vive sotto scorta per proteggersi da nuove minacce, dopo essere stata abusata per più volte sia fisicamente dai suoi stupratori che moralmente dalla gente omertosa del paesello natìo.

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Details Published: 13 September 2023 Created: 10 September 2023 Hits: 170

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altrenotizie

Il G20 pensiona Zelensky

di Fabrizio Casari

Definito da tutti i partecipanti e dall’insieme degli osservatori un “compromesso accettabile” tra le resistenze dell’unipolarismo occidentale al mantenimento dell’asse politico in chiave ultra monetarista e le pressioni del Sud globale, che hanno portato all’immissione dell’Africa nell’organizzazione, si è concluso il Vertice del G20 di Nuova Delhi.

Il comunicato finale – 37 pagine suddivise in 83 paragrafi – ribadisce alcuni concetti già presenti nelle dichiarazioni di altri fori internazionali, ma il peso di Cina e Indonesia, che hanno appoggiato con forza la volontà indiana di arrivare ad un comunicato finale sottoscritto da tutti i venti paesi partecipanti, ha segnato un punto di novità rispetto al passato.

Particolarmente significativa della divisione tra Nord e Sud è risultata essere la questione ucraina, sulla quale il compromesso finale appare un artificio linguistico che copre una distanza politica tra i 20. L’Ucraina, del resto, rappresenta un elemento paradigmatico dello scontro tra Occidente collettivo e Sud globale.

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Published: 13 September 2023 Created: 10 September 2023 Hits: 118

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lantidiplomatico

La variabile armena: gas e petrolio al centro delle tensioni (mondiali) sul Nagorno-Karabakh

di Fabrizio Poggi

Quando sono al via le manovre militari armeno-americane che si protrarranno fino al 20 settembre, si stanno ulteriormente deteriorando i rapporti tra Armenia e Russia. Il primo ministro Nikol Pašinjan sta orientando sempre più verso ovest le proprie scelte, in cerca di sostegno, mentre l’Azerbajdžan continua da giorni a concentrare truppe alla frontiera armena e lungo la linea di divisione del Nagorno-Karabakh, aggravando il blocco della Repubblica e rendendo disperata la situazione alimentare degli armeni del Artsakh. In realtà, Erevan, in barba agli accordi tripartiti Mosca-Erevan-Baku del novembre 2020 sul cessate il fuoco, aveva continuato a inviare in Artsakh merci non contemplate dagli accordi, attraverso il “corridoio umanitario di Lacin”, così che Baku aveva chiuso l’arteria, salvo ora consentire (ma la cosa non è chiara) il transito di alcuni prodotti di prima necessità.

Così, in cerca di sostegno, in questi giorni, e tutto nel giro di 24 ore, Pašinjan, per annunciare l’intenzione di avviare colloqui urgenti col presidente azero Il’kham Aliev, aveva fatto squillare i telefoni di Antony Blinken, Emmanuel Macron, Olaf Scholz, del presidente iraniano Ebrahim Raisi e del premier georgiano Irakli Garibašvili; ma non quello di Vladimir Putin.

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Published: 13 September 2023 Created: 10 September 2023 Hits: 122

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ilchimicoscettico

Gli allarmi che non esistevano (covid)

di Il Chimico Scettico

A proposito di quelli hail to the chief che dicevano di parlare nel nome della scienza, nella fattispecie su scuole chiuse, didattica a distanza etc. etc. etc. – e me ne ricordo uno che parlava del dramma dei minori che avevano perso uno o entrambi i genitori per COVID, in opposizione, come se la cosa fosse la conseguenza della mancata applicazione della demenza zerocovid. L’articolo si nasconde dietro un generico “colpa del COVID”, come se non ci fossero state misure che colpivano pesantemente i giovani in età scolastica. E allora forse chi decideva, potendo, di scegliere scuole al di là del confine che non chiudevano e campionati di calcio tra ragazzi che andavano avanti ha fatto la scelta più razionale che si poteva fare (https://ilchimicoscettico.blogspot.com/2022/10/la-spocchia-dellemigrante-ed-il.html).

La dementocrazia italiana tra il 2020 e il 2022 ha dato il peggio di sé: una dementocrazia mal vissuta, di una senilità traboccante di vituperio per tutto ciò che è ancora giovane o vitale.

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Published: 13 September 2023 Created: 13 September 2023 Hits: 145

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sinistra

Nulla di scontato

di Paolo Bartolini

Una delle domande più interessanti da porci sull’immediato futuro, è come potranno le grandi potenze emergenti non-occidentali fare i conti con l’economia moderna che hanno abbracciato come motore indiscutibile di sviluppo. Insieme all’economia di mercato (più o meno orientata da interventi statali) troviamo la tecnoscienza che fa da corredo all’espansione del processo di oggettivazione del mondo. Culture come quella cinese e indiana sono molto lontane dall’intreccio di fattori culturali/sociali/materiali che hanno dato vita, alcuni secoli orsono, alla modernità capitalistica. Confucianesimo, taoismo, induismo, buddhismo ecc. si offrono all’umanità planetaria come meravigliosi sentieri di pratica e pensiero, che non poggiano su premesse onto-teo-logiche (quelle europee che hanno influito anche sul quadrante internazionale “angloamericano”) e vivono di altre credenze e cosmovisioni. Sicuramente troveranno una loro ibridazione, cercheranno di convivere con il dispositivo tecno-economico fatto di investimenti, Borse, capitali, tecnologie digitali, “intelligenze” artificiali e così via.

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