Sinistrainrete 202309-16-15

Tutti gli indici di Sinistra in rete dei giorni 15 e 16 settembre 2023 con i link agli articoli

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Published: 16 September 2023 Created: 13 September 2023 Hits: 496

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lafionda

In terra ostile: il destino della modernità occidentale e i suoi critici

di Carlo Magnani

unnamed 8.jpgIl pubblico de “La fionda” è costituito per lo più da persone che – come lo scrivente – “vengono” da sinistra, si sono cioè formate sui testi e sui temi classici della sinistra novecentesca, votandone i partiti storici o le frattaglie derivanti da scissioni e rifondazioni varie. Tutte queste persone sono però altamente insoddisfatte della sinistra, in tutte le sue varianti, nella sua configurazione attuale: europeismo a prescindere, oblio dei diritti sociali e precarizzazione del lavoro, atlantismo “senza se e senza ma”, sono alcuni dei punti di forte critica verso la narrazione progressista. Questo pubblico può risultare, al massimo dell’eresia, ben propenso verso il “momento populista”, vedendo nell’attenzione a temi socialmente sentiti da larghe masse della popolazione collocate fuori dalla fatidica “Ztl” una opportunità per ri-creare finalmente una “vera” sinistra. Questa breve premessa solo per illustrare che il compito che mi sono dato – segnalare ai lettori de “La fionda” il libro di Boni Castellane “In terra ostile” – è una impresa ardua, che va però compiuta. Come sostenere di fronte a tale comunità la bontà di una riflessione che si colloca del tutto al di fuori dei margini del perimetro della sinistra, anzi, che sta proprio dalla parte opposta?

Boni Castellane è un nome di fantasia, impiegato da un opinionista che scrive sul quotidiano “LaVerità”: il successo della rubrica ha dato l’abbrivio per una iniziativa editoriale sfociata nella pubblicazione del libretto titolato appunto “In terra ostile”. A sentire l’anonimo Autore, molto attivo su X (ex Twitter), le vendite hanno ad oggi raggiunto, dopo una seconda edizione, quota 15.000, che non solo per la saggistica ma anche per la narrativa costituisce per il mercato nazionale una quota quasi eccezionale: nessun giornale o media ne ha chiaramente parlato.

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Published: 16 September 2023 Created: 13 September 2023 Hits: 294

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sbilanciamoci

Le difficoltà della Germania e quelle dell’Ue

di Vincenzo Comito

germania pirelli.jpgDistricarsi nella crisi tedesca non è facile. Al centro va messa la questione dell’auto, industria strettamente legata alla componentistica italiana. Di sicuro la crisi è europea, riguarda la guerra in Ucraina, ma anche l’incapacità dimostrata finora dall’Europa di capire quale strada intraprendere, stretta tra Cina e Usa

Negli ultimi mesi i giornali si sono dedicati con particolare attenzione agli sviluppi economici recenti del paese teutonico. Forse i titoli più significativi in proposito sono quelli di un numero recente dell’Economist: “L’economia tedesca usava ispirare invidia, presto ispirerà solo preoccupazione” o di quello pubblicato da Die Zeit, “Il Made in Germany è finito”.

Ieri ed oggi

A partire grosso modo dal l’inizio del nuovo secolo e fino quasi alla fine della seconda decade dello stesso la crescita del Pil tedesco è stata superiore a quella di tutti gli altri grandi paesi europei.

Come sottolineato da più parti, il successo del modello economico del paese si basava su almeno quattro ingredienti. Intanto sulla leadership tecnologica nell’industria, in particolare in alcuni suoi settori, i veicoli, la chimica, la meccanica tra gli altri; poi sulla competitività di costo dei suoi prodotti, risultato dovuto, tra l’altro, da una parte al fatto che al momento del varo dell’euro il cambio con il marco fu fissato ad un livello molto favorevole alla Germania, dall’altra alla larga disponibilità di fonti di energia russa a buon mercato; ancora, tale successo era dovuto alla stabilità geopolitica e al costante sviluppo dell’economia mondiale guidato dall’Asia e in particolare alla crescita del commercio internazionale; infine, alla forte coesione sociale e politica interna.

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Published: 16 September 2023 Created: 11 September 2023 Hits: 394

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lantidiplomatico

La pedagogia del potere: come le classi dominanti operano per impedirti di comprendere chi comanda

di Chris Hedges*

720x410c507unb3w.jpgMi trovo in un’aula di un carcere di massima sicurezza. È la prima lezione del semestre. Ho di fronte 20 studenti. Hanno trascorso anni, a volte decenni, in prigione. Provengono da alcune delle città e comunità più povere del paese. La maggior parte di loro sono persone di colore.

Nei prossimi quattro mesi studieranno filosofi politici come PlatoneAristoteleThomas HobbesNiccolò MachiavelliFriedrich NietzscheKarl Marx e John Locke, quelli spesso liquidati come anacronistici dalla sinistra culturale.

Non è che le critiche rivolte a questi filosofi siano errate. Erano accecati dai loro pregiudizi, come noi siamo accecati dai nostri. Avevano l’abitudine di elevare la propria cultura al di sopra delle altre. Spesso difendevano il patriarcato, potevano essere razzisti e, nel caso di Platone e Aristotele, appoggiavano una società schiavistica.

Cosa possono dire questi filosofi sui problemi che affrontiamo: il dominio aziendale globale, la crisi climatica, la guerra nucleare e un universo digitale in cui le informazioni, spesso manipolate e talvolta false, viaggiano istantaneamente in tutto il mondo? Questi pensatori sono reliquie antiquate? Nessuno nella facoltà di medicina legge testi medici del 19 ° secolo. La psicoanalisi è andata oltre Sigmund Freud. I fisici sono passati dalla legge del movimento di Isaac Newton alla relatività generale e alla meccanica quantistica. Gli economisti non sono più radicati a John Stuart Mill.

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Published: 16 September 2023 Created: 14 September 2023 Hits: 280

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comidad

Anche il business della formazione vuole la sua emergenza

di comidad

Dopo fattacci come quelli avvenuti a Caivano, la politica e i media tendono automaticamente a creare un clima catartico, di aspettativa per un collettivo riscatto morale dal degrado; ed è appunto in questo clima che avvengono i peggiori disastri (ed anche i migliori affari). Era scontato che vi sarebbero stati da parte del governo i soliti esibizionismi di potenza poliziesca, che dovrebbero garantire la palingenesi morale e invece lasciano tutto come prima; anzi, peggio di prima. Non potevano mancare neppure le interviste alla dirigente scolastica dell’Istituto “Morano”, che è uno storico polo di istruzione tecnica nel Parco Verde di Caivano. Tra le dichiarazioni della preside c’è anche un appello alla Meloni a fornire a Caivano insegnanti bravi, anzi i più bravi. Come a dire che gli insegnanti che oggi la preside ha a sua disposizione, sono delle pippe. Fin qui ci potrebbe anche stare: uno se ne fa una ragione e tira avanti. Il problema riguarda però gli effetti pratici di certe dichiarazioni. Il primo effetto, il più ovvio, è che gli studenti avranno un alibi in più per non fare nulla, visto che lo dice pure la preside che i loro insegnanti non sono all’altezza.

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Published: 16 September 2023 Created: 13 September 2023 Hits: 318

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altrenotizie

Putin e Kim agitano Washington

di Mario Lombardo

L’incontro tra il presidente russo Putin e il leader nordcoreano, Kim Jong-un, è avvenuto significativamente al termine di un’annuale conferenza nell’estremo oriente russo che, mai come in questa occasione, intende promuovere le opportunità di sviluppo e le prospettive strategiche di Mosca in Asia orientale. Un altro elemento logistico di rilievo è stata la scelta di una località non lontana dal confine con la Cina, quasi a ratificare il consolidarsi di una tripla alleanza tra Russia, Corea del Nord e, appunto, Repubblica Popolare Cinese di fronte alla crescente aggressività degli Stati Uniti e dei loro alleati.

Putin ha accolto Kim dopo avere partecipato all’Eastern Economic Forum di Vladivostok. Come di consueto, il leader nordcoreano ha viaggiato da Pyongyang su un treno blindato che ha attraversato il confine russo nella prima mattinata di martedì. I due leader si sono intrattenuti per un breve faccia a faccia privato, mentre le rispettive nutrite delegazioni sono state impegnate in “negoziati” che hanno toccato svariati argomenti.

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Published: 16 September 2023 Created: 13 September 2023 Hits: 234

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antropocene

Non c’è niente di verde nella crescita economica dei paesi ad alto reddito

di Autori Vari

Uno studio di Lancet rileva che le politiche di “crescita verde” sono ben lontane da ciò che è necessario per prevenire i cambiamenti pericolosi

La presunta riduzione delle emissioni di CO2 “disaccoppiata”[1] in undici paesi ricchi è ben lontana da quella necessaria per limitare il riscaldamento a 1,5°C o addirittura al di sotto dei 2°C, come richiesto dall’Accordo di Parigi. Come afferma Jefim Vogel, coautore di una nuova ricerca pubblicata su The Lancet Planetary Health, «Non c’è niente di verde nella crescita economica dei paesi ad alto reddito».

I politici e i media hanno celebrato i recenti risultati di disaccoppiamento dei paesi ad alto reddito come «crescita verde», sostenendo che ciò potrebbe conciliare la crescita economica con gli obiettivi climatici. Per verificare questa affermazione, il nuovo studio ha confrontato le riduzioni delle emissioni di carbonio in questi paesi con le riduzioni richieste dall’Accordo di Parigi.

Vogel, del Sustainability Research Institute dell’Università di Leeds, afferma:

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Published: 16 September 2023 Created: 16 September 2023 Hits: 253

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sinistra

Io capitano

di Vittorio Stano

Recensione del film di Matteo Garrone, con Seydou Sarr e Moussa Fall

Seydou e Moussa due empatici 16enni senegalesi si lasciano sopraffare dall’entusiasmo e dall’ingenuità tipica dell’età e si ritrovano ad affrontare problemi più grandi di loro intraprendendo un viaggio reale dall’Africa verso il “Paese dei Balocchi”.

Il loro viaggio diventa un’odissea attraverso le insidie del deserto, gli orrori dei centri di detenzione in Libia, i pericoli del mare e, spesso, la morte. I due cugini senegalesi sono alla ricerca di un sogno da realizzare. Seydou e Moussa hanno una famiglia che li ama, una vita semplice: scuola, amici e social.

La famiglia di Seydou non è proprio povera. Fratelli e sorelle dormono nella stessa stanza, ma lui e la sorellina sono felici. Le ragazzine lo adorano e la mamma anche. Lui va a scuola, fa rap con gli amici e le amiche, suona alle feste dove la madre e le ragazzine ballano scatenate. Lo stesso per il cugino, eppure hanno deciso di andarsene alla ricerca di un sogno da realizzare.

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Published: 15 September 2023 Created: 13 September 2023 Hits: 534

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giubberosse

Come combatterà la NATO

di Enrico Tomaselli

La direzione in cui sta evolvendo la dottrina militare statunitense – e quindi della NATO – in vista dei nuovi confronti militari per i quali si sta attrezzando, serve a dare un’idea non solo delle strategie geopolitiche perseguite, ma anche di come queste impatteranno sulle società occidentali. Oltre a mostrare tutti i limiti del pensiero strategico nel declinante impero

000 1OA66Z 0Già qualche anno addietro, il Pentagono ed il Dipartimento della Difesa si erano posti il problema di aggiornare la dottrina operativa militare statunitense, poiché quella in uso (l’AirLand Battle) risaliva agli anni ‘80; ed era “ormai ben oltre la sua data di scadenza” [1]. L’esperienza della guerra in Ucraina, a cui i comandi USA partecipano pienamente a livello strategico, e dalla quale traggono informazioni dirette a livello tattico, ha reso ancora più evidente questa necessità. Capire come questa trasformazione si stia orientando, quali lezioni abbia tratto del conflitto in corso, può in qualche misura aiutare a comprendere molto altro, rispetto a quelle che saranno le guerre future che impegneranno le forze armate NATO, e quindi le strategie geopolitiche di Washington.

Fondamentalmente, l’idea su cui si sta fondando il nuovo Joint Warfight Concept (Concetto di Combattimento Combinato) rappresenta una prima, radicale rivoluzione concettuale. Se, infatti, a partire dalla fine della guerra fredda la dottrina strategica americana è sempre stata basata sulla prospettiva di guerre asimmetriche (contro avversari tecnologicamente ed industrialmente assai più deboli), concretizzando così l’impostazione ideologica degli USA come polizia mondiale, adesso il JWC viene esplicitamente concepito in funzione di guerre simmetriche, contro un avversario di pari potenza e capacità [2]. Per converso, sembra permanere un vizio ideologico-culturale, ovvero la presunzione di una propria indiscutibile superiorità, che si manifesta sia esplicitamente, sotto forma di dichiarazioni ufficiali (“superiamo gli avversari grazie a un pensiero, a una strategia e a una manovra superiori”, “l’unico vantaggio che non potranno mai smussare, rubare o copiare, per quanto ci provino, perché è insito nel nostro popolo, è l’ingegno americano” [3]), sia implicitamente, nell’insistere su un modello di warfare tecnologico – mostrando in questo di non aver appreso appieno la lezione ucraina.

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Published: 15 September 2023 Created: 13 September 2023 Hits: 519

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antropocene

Quello che anche un bambino dovrebbe sapere sulla teoria del valore di Marx

di Michael A. Lebowitz

MR set23.jpgLa legge del valore funziona in modi misteriosi. Per alcuni marxisti, essa è alla base di tutto ciò che dobbiamo sapere sul capitalismo.[1] Ma, così come Karl Marx affermava di non essere marxista, allo stesso modo avrebbe potuto dire: «Questa non è la mia legge del valore».

È tutta una questione di allocazione* del lavoro

«Che sospendendo il lavoro, non dico per un anno, ma solo per un paio di settimane, ogni nazione creperebbe, è una cosa che ogni bambino sa. E ogni bambino sa pure che le quantità di prodotti, corrispondenti ai diversi bisogni, richiedono quantità diverse, e quantitativamente definite, del lavoro sociale complessivo». Karl Marx [2]

Ogni bambino ai tempi di Marx potrebbe aver sentito parlare di Robinson Crusoe. Quel bambino potrebbe aver sentito dire che sulla sua isola Robinson doveva lavorare per non morire, che aveva «bisogni [di vario genere] da soddisfare». A tal fine, Robinson doveva «compiere lavori utili di vario genere»: costruiva mezzi di produzione (utensili), cacciava e pescava per il consumo immediato. Si trattava di funzioni diverse, ma tutte erano soltanto «modi differenti di lavoro umano», il suo lavoro. Dall’esperienza, sviluppò la Regola di Robinson: «Proprio la necessità lo costringe a dividere esattamente il proprio tempo fra le sue differenti funzioni». In questo modo, imparò che la quantità di tempo dedicata a ciascuna attività dipendeva dalla sua difficoltà, cioè dalla quantità di lavoro necessaria per ottenere l’effetto desiderato. Date le sue esigenze, imparò come allocare il suo lavoro per sopravvivere.[3]

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Published: 15 September 2023 Created: 07 September 2023 Hits: 299

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lantidiplomatico

“Sistema di credito sociale” cinese: tutte le menzogne e le ipocrisie dell’occidente

di Leonardo Sinigaglia

720x410c50jm9uiycrh.jpgSin dall’inizio del suo primo mandato a Segretario Generale del Partito Comunista Cinese, Xi Jinping diede grande attenzione al tema della legalità, sostenendo l’unità dialettica tra il processo globale di riforma e il rafforzamento dello Stato di diritto, una visione i cui riflessi si possono notare nella lotta alla corruzione, nel rafforzamento della disciplina e nell’impegno per regolamentare il mondo digitale. Pochi mesi dopo essere stato eletto Segretario Generale, parlando ad una sessione di studio dell’Ufficio Politico, affermò come “la costruzione di una società moderatamente prospera in ogni suo aspetto [avesse] reso più forte l’esigenza di un governo secondo la legge”, rendendo necessario ottenere “una legislazione più scientifica, un’applicazione più severa della legge, un potere giudiziario più giusto e una maggiore osservanza della legge da parte di tutti i cittadini” e promuovere “un controllo, un governo e un’amministrazione dello Stato basati sulla legge, […] uno Stato, un governo e una società fondati sul diritto, al fine di creare una nuova situazione di Stato di diritto[1]. La difesa dei cittadini da arbitrio e abusi dei funzionari, dal potere delle tangenti e dall’incertezza di un diritto non codificato si qualificavano come parti integranti di quella prosperità comune che il Partito Comunista Cinese si prefiggeva di costruire, ma allo stesso tempo lo sviluppo del principio di legalità avrebbe anche sostenuto “il solido sviluppo economico e sociale del nostro paese e [aperto] più ampi spazi di sviluppo per il socialismo con caratteristiche cinesi”[2].

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Published: 15 September 2023 Created: 13 September 2023 Hits: 337

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sollevazione2

Incoscienza artificiale

di Francesco Centineo

“IASIMA” così la chiama Chiriatti – nel suo saggio Incoscienza Artificiale – alla cosiddetta Intelligenza artificiale. IA? Si, ma… in che senso? Nel senso che come afferma Massimo Chiriatti, tecnologo e dirigente informatico, che collabora con università e consorzi per eventi di formazione sull’economia digitale, ed esperto di innovazione e futuro del lavoro ed è autore anche di #Humanless. L’algoritmo egoista, l’IA tutt’è tranne che intelligente “sarebbe meglio, quindi, sostituire “intelligenza”, che ha un’accezione positiva con “incoscienza”, poiché gli algoritmi, eseguendo regole che imparano autonomamente dai dati, producono risultati senza alcuna comprensione e coscienza di ciò che stanno facendo”.

Questo, troppo spesso, le persone tendono a dimenticarlo, altresì non si rendono conto che ormai la tecnologia ha raggiunto livelli tali da aver prodotto “macchine autonome”, materiali e soprattutto “immateriali” come le chatbots ed altre diavolerie fisiche e virtuali generate dall’avvento della ”Incoscienza Artificiale” che influiscono, interagiscono, influenzano le nostre vite a tal punto da decidere in molti ambiti per noi!

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Published: 15 September 2023 Created: 13 September 2023 Hits: 478

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contropiano2

Il problema euroatlantico ora: come mollare l’Ucraina?

di Francesco Dall’Aglio*

Che questa guerra non sarebbe finita in tre giorni o tre settimane, e nemmeno in tre mesi, era abbastanza chiaro quasi da subito a chiunque fosse dotato di un minimo di senno (inclusi quelli che fanno finta di non averne, molti dei quali prendo in giro, bonariamente o meno).

Ed era conseguentemente chiaro che si sarebbe dovuta prima o poi trovare una soluzione nella quale nessuno dei contendenti (tranne l’Ucraina, della quale è sempre bene ricordarsi che non importa niente a nessuno) venisse sconfitto, perché solo i bambini molto piccoli possono credere che due potenze possano scontrarsi, direttamente o indirettamente, nel giardino di casa di una delle due, e una delle due possa accettare di essere sconfitta e tornarsene a casa zitta e col conto da pagare.

E, ancora meglio, che si sarebbe dovuta trovare una soluzione in cui ognuno (tranne sempre l’Ucraina, per il motivo di cui sopra) potesse dichiarare di aver vinto, almeno al mercato interno, per così dire, e gli altri dicessero quello che volevano.

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Published: 15 September 2023 Created: 12 September 2023 Hits: 405

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lantidiplomatico

Il dato dell’export italiano in Cina ad agosto: la Meloni sta giocando con il fuoco!

di Pasquale Cicalese

Ho scritto recentemente che non trovo materiale per nuovi approfondimenti. Orbene, materiale ce ne sarebbe, per chi fosse interessato.

Da settimane non fanno altro che parlare delle eredità Agnelli e Berlusconi.

Aristocrazia finanziaria e sottoproletariato urbano che, come diceva Gaber “e l’Italia giocava alle carte e parlava di calcio nei bar”.

Orami siamo Terzo Stato senza la borghesia, senza la tessitura della fu classe media, come ricorda Salerno Aletta terra promessa del sottoproletariato globale e noi stessi divenuti sottoproletariato globale.

Ah, poi c’è un altro argomento, la cancellazione della Via della Seta, tutti sperano nell’India, aspetta e spera, la potenza finanziaria cinese non sanno manco cosa sia, figuriamoci quella mercantile.

E dunque, non su ordini Usa, come sottolinea la Meloni, ci distacchiamo.

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Published: 15 September 2023 Created: 11 September 2023 Hits: 415

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manifesto

«Non basta nominare i più deboli per ritrovare la credibilità perduta»

Andrea Carugati intervista Carlo Galli

Il professore di Bologna: «Maggioritario il Pd non lo è mai stato, dunque l’accusa a Schlein di volerlo rimpicciolire è senza senso. Il partito nasce per ingentilire il dominio liberista, se vuole recuperare voti tra chi subisce ingiustizie deve sconfessare il suo passato»

Carlo Galli, già docente di Storia delle dottrine politiche all’università di Bologna. Schlein sta portando il Pd troppo a sinistra rischiando così di avere un partito più radicale e con meno voti?

In realtà la cosiddetta vocazione maggioritaria altro non era che un modo di coprire una linea più moderata ma anch’essa minoritaria. Il Pd, che è sempre stato moderato, da anni non supera il 20% e, per andare al governo, dovrà fare delle alleanze, con il M5S e con formazioni centriste che, però, si muovono spesso anche verso la destra che governa. L’idea di fare del Pd una nuova Dc, interclassista e capace di parlare ad ampi settori della società, non ha funzionato. Dunque l’accusa che Schlein, spostando il baricentro a sinistra, possa far perdere al partito una presunta funzione maggioritaria, è priva di fondamento. Semmai bisogna intendersi su cosa significhi spostare il Pd a sinistra.

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