“Africa contro Occidente” è l’ottavo numero di Limes del 2023. Il volume si concentra sulla regione saheliana, teatro della “catena dei colpi di Stato” – ultimi quelli in Niger e Gabon – che da anni punteggiano l’area, ma che negli ultimi tempi hanno subìto una marcata accelerazione. Agli occhi dell’Italia, la circostanza rileva per almeno tre motivi.
Primo: perché la (in)stabilità del Sahel – area di congiunzione tra Nord Africa e Sahara – si riflette direttamente sui fragili equilibri della fascia maghrebino-nordafricana, dunque sui paesi direttamente affacciati al Mediterraneo e nostri prossimi dirimpettai.
Secondo: perché da questi paesi – Egitto, Libia, Marocco, Algeria, Tunisia – originano o passano flussi di risorse fondamentali. A cominciare da quelle energetiche, rese ancor più vitali dalla guerra in Ucraina. Al contempo, in Nord Africa approdano – via Sahara e Sahel – i flussi migratori che puntano all’Europa attraverso il Mediterraneo, cui si aggiungono quelli autoctoni determinati dalle precarie condizioni socioeconomiche (Tunisia, Algeria, Egitto) e di sicurezza (Libia).
Terzo: perché i disordini e i golpe che spazzano il Sahel, area in cui la Francia esercita una storica influenza, hanno forte connotazione antifrancese. Ciò configura un chiaro rigetto degli assetti neocoloniali finora vigenti e apre la porta, oltre che a nuove forme di soggettività delle società e dei paesi in questione, a nuove influenze esterne. Specie da parte della Russia, che in tali aree gode di ampia popolarità e non trascurabile ascendente.
Siamo dunque di fronte a un momento di profonda e tumultuosa trasformazione di un’area in cui l’Italia ha interessi fondamentali e dalla cui instabilità abbiamo molto da perdere.
Il sommario
La linea della palma – Editoriale
Parte 1 – Le Afriche in rivolta
Il golpe contro la Francia non salverà il Niger – Rahmane Idrissa
Quel che noi francesi non abbiamo voluto capire – Lamine Savané
La Françafrique è morta a Niamey – Leslie Varenne
Africa sì, Africa no: Parigi si dilania – Jean-Baptiste Noé (in appendice “Nahel e dintorni: geografia dei moti francesi“)
Perché Macron non riesce a farla finita con la Françafrique – Mario Giro
Eserciti come milizie milizie come eserciti – Marc-Antoine Pérouse De Montclos
‘Qui comanda la sabbia’ – Mauro Armanino
Sotto la pelle del golpe – Luca Raineri (in appendice “Perché il Niger fa gola” – Giacomo Mariotto)
L’Ecowas secondo la Nigeria – Carlo Alberto Contarini
Il putsch in Gabon e il tramonto della Françafrique – Benoît Barral
Le Afriche giocano per sé – Luciano Pollichieni (in appendice “All’Onu gli africani non sono occidentali né russi” – Alessandro Colasanti)
Quo vadis Africa? – Giulio Albanese
I tesori insanguinati di Cabo Delgado – Giorgio Angeli
In Libia di male in peggio – Wolfgang Pusztai
La Tunisia di Saïed guarda ai Brics – Ester Sigillò
Parte 2 – Occidenti sbandano, Russia gode, Turchia profitta
Smettiamo di giocare ai piccoli francesi – Fabrizio Maronta
‘L’Africa è strategica per gli Stati Uniti, ma non la capiamo’ – Tibor Nagy
Il caos saheliano danneggia la Cina – Giorgio Cuscito
Il senso di Putin per l’Africa – Orietta Moscatelli (in appendice “Ritorno sui banchi a Mosca nel nome di Lumumba“)
Il mare di Ankara bagna Niamey – Daniele Santoro
‘Non abbiamo capito che l’Africa è cambiata’ – Emanuela C. Del Re
Parte 3 – Algeria, nostro vincolo esterno
L’esercito, unico arbitro di un paese diviso – Kader A. Abderrahim
Nelle viscere del sistema algerino – Tarik Mira
Region di Stato: le radici territoriali del potere in Algeria – Marcella Mazio
Non solo gas. L’intesa strategica tra Roma e Algeri – Mouloud Hamai
L’Algeria minaccia sé stessa – Aghilès Aït-Larbi
Mosca e Algeri, amicizia con limiti – Adlene Mohammedi
La storia in carte – a cura di Edoardo Boria