Sinistrainrete 202309-30-29

Tutti gli indici di Sinistra in rete dei giorni 29 e 30 settembre 2023 con i link agli articoli

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Published: 30 September 2023 Created: 30 September 2023 Hits: 120

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chefare

Come il Neoliberalismo ha cambiato le città

Abitare in Italia e in Europa: un confronto

di Alessandro Coppola

La casa e quartieri, esiti e squilibri di un grande esperimento di neoliberalizzazione. Milano e l’Italia in un confronto europeo

gentrification 2 jacobin italia.jpgRicorre spesso in Italia una discussione sulla maggiore o minore pertinenza dell’uso della categoria del “neoliberalismo” nell’analisi della traiettoria delle politiche pubbliche degli ultimi trent’anni. Per alcuni c’è stato eccome, per altri si tratta invece di un inganno ideologico. Per i primi, le privatizzazioni, l’austerità, le esternalizzazioni di politiche e servizi pubblici sarebbero la riprova della pertinenza dell’uso di quel concetto. Per i secondi, il persistere di un livello elevato di spesa pubblica viceversa ne smentirebbe la pertinenza. Complessivamente, chi scrive concorda con chi – e sono molti, e autorevoli – pensa che il neoliberalismo non sia stato un progetto di mera de-statizzazione della società, bensì di profonda riarticolazione del ruolo dello stato, delle sue finalità come della sua strumentazione. E che quindi il permanere di una spesa pubblica elevata, o di un ruolo rilevante da parte dello stato, non siano di per sé dimostrazione della non pertinenza di quella categoria nell’analisi del caso italiano. Al di là di come ci si collochi in questa tenzone, è tuttavia possibile osservare come se c’è in Italia un ambito di politica pubblica dove si è potuta misurare una chiara ed inequivoca torsione neoliberale questo è la politica delle città, latamente intesa.

Tale torsione ha qui assunto una forma tradizionale di drastica riduzione del ruolo sia regolativo sia di intervento diretto dello stato e di contestuale apertura al mercato. A partire dagli anni 90, il trattamento pubblico di diversi oggetti che hanno a che fare con la vita delle città è stato ri-organizzato attorno al principio della preminenza dello scambio di mercato in una misura che, come vedremo, non ha sostanzialmente paragoni fra i paesi europei a noi più vicini.

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Published: 30 September 2023 Created: 25 September 2023 Hits: 92

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lafionda

La governanza dell’Unione Europea

di Giuliana Commisso

L’incapacità rivelata

imagemougoiuryxs.jpegNel discorso sullo Stato dell’Unione Ursula von der Leyen ha platealmente rivelato l’impotenza e l’incapacità politica sua e della Commissione europea di andare oltre i tentativi di gestione delle contingenze, chiedendo a Mario Draghi di disegnare un futuro “competitivo” per l’UE prescindendo dagli esiti della consultazione elettorale del 2024.

Qualche giorno prima dell’investitura a riformatore della governance sulle pagine dell’Economist Draghi rimarcava che “sarebbe deleterio tornare ai vecchi ‘paletti’ fiscali pre-pandemia”. Invocava la necessità di “nuove regole nell’Eurozona e di più sovranità condivisa” nonché “ingenti investimenti in tempi brevi, tra cui la difesa, la transizione verde e la digitalizzazione”[1]. Per farlo – rimarcava – occorre “superare quelle regole di bilancio e quelle norme sugli aiuti di Stato che limitano la capacità dei singoli Paesi di agire in maniera indipendente”. Durante la presidenza della BCE Draghi aveva coniato il termine “pilota automatico” per definire quell’insieme di strumenti di disciplina fiscale che avrebbero garantito la rigida applicazione dell’austerità e delle politiche neoliberiste in ciascun Paese membro dell’Unione Europea a prescindere dall’indirizzo politico del governo di turno. Ci sono buone ragioni per dubitare che possa rinunciare all’eredità ordoliberale nel disegnare ex novo una costituzione europea.

La vecchia dialettica tra Stato e mercato, fra statalismo socialista e mercato capitalista, e un loro compromesso social-democratico, non ha più ragione di essere da quando l’accumulazione capitalistica di valore si è definitivamente scollata dalle economie nazionali.

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Published: 30 September 2023 Created: 30 September 2023 Hits: 157

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nicomaccentelli

Il Nazi-buonismo della cancel culture

di Nico Maccentelli

Io personalmente sono contrario in linea di massima alla cancel culture.

Un esempio? La statua del generale Lee a Richmond: voglio conoscere la storia, capire come veniva vissuta ed espressa una determinata cultura dell’epoca, per combatterla anche politicamente. Magari per proiettare simbolicamente contro la statua di Lee l’immagine di George Floyd.

Riscrivere tutto è una forma di censura falsamente libertaria, in realtà è nazismo puro, come il rogo dei libri In Fahrenheit 451 di Ray Bradbury, chi imparava a memoria i libri non si poneva il problema che libri fossero. Erano libri e questo bastava, rappresentavano la cultura e la storia del genere umano nel bene come nel male e questa cultura va preservata. Non è questione di punti di vista di classe, di genere, di etnia, di religione. È che se si è comunisti lo si è perché dall’altra parte c’è chi non solo non lo è, ma è anticomunista in un sistema capitalistico.

Non è difficile da capire questa mia opinione, in coerenza con ciò che sono da sempre. Ma nel sistema del capitalismo contemporaneo, nel neoliberismo, il nazismo di nuovo conio si afferma attraverso le “rivoluzioni” colorate, il politically correct, il diritto-umanitarismo che non lo è poiché nega guarda caso quei diritti che intaccano il capitale nel suo rapporto con la classe lavoratrice. Si manifesta in tutto il suo assolutismo emergenziale attraverso la post-democrazia liberale.

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Published: 30 September 2023 Created: 27 September 2023 Hits: 128

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ilsimplicissimus

North Stream: le cariche esplosive erano pronte da mesi

di ilsimplicissimus

Esattamente un anno e un giorno fa sono stati fatti saltare i tubi del North Stream 2 e il mitico giornalista Seymour Hersh fa scoppiare un’altra bomba dopo l’inchiesta magistrale che aveva attribuito agli Usa la responsabilità diretta dell’attentato. Sebbene si sia cercato di nascondere la verità con false narrazioni che fanno acqua da tutte le parti per non dire che sono ridicole e dopo che a Hersch sono stati tolti i galloni di decano del giornalismo mondiale o comunque occidentale, egli tira fuori un altro capitolo di quella vicenda forse ancora più importante dal punto di vista geopolitico e da quello delle considerazioni sull’andamento della guerra, In ” Un anno di menzogne sul North stream” Hersh ha approfondito con i suoi contatti nei servizi la dinamica dei fatti e ha saputo dalle sue gole profonde dentro la Cia che dopo la straordinaria minaccia pubblica di Biden di far saltare in aria il Nord Stream 2, con Scholz accanto a lui, la Casa Bianca ha detto al gruppo di pianificazione della Cia, già formatosi nel dicembre del 2021 che non ci sarebbe stato alcun attacco immediato sui due oleodotti, ma che la squadra operativa avrebbe dovuto provvedere a piazzare le bombe necessarie ed essere pronto a attivarle “su richiesta” – dopo l’inizio delle ostilità in Ucraina. E questo era stato anche ribadito da Victoria Nuland.

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Published: 30 September 2023 Created: 26 September 2023 Hits: 124

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contropiano2

Ma la Bce, in che mondo vive?

di Claudio Conti – Roberto Sommella*

Vivere nel terremoto sembra ormai il destino del capitalismo occidentale (ce ne sono anche altri, per chi non l’avesse notato…), e in primo luogo per quello europeo colpito in rapida successione dalla pandemia e dalla guerra in Ucraina, che ha tagliato fuori buona parte delle sue forniture a buon mercato (il gas russo, per esempio) e dei suoi mercati di sbocco (Russia, Cina, ecc.).

Una congiuntura molto complicata, certamente, ed aggravata dall’azione distruttrice messa in campo da quello che teoricamente – e militarmente – dovrebbe essere il suo principale alleato. Ma anche una situazione aggravata da istituzioni comunitarie tanto potenti quanto ottuse.

Non è solo una nostra valutazione. Oggi, per esempio, MilanoFinanza – non proprio un organo del movimento comunista… – dedica un fondo feroce contro la politica della Bce sui tassi di interesse. Aumentati dieci volte consecutive – l’ultima, dello 0,25%, pochi giorni fa – fino a portarli al 4,5%. Erano a zero ancora a luglio 2022, poco più di un anno fa…

Una stretta violenta al credito decisa per contrastare l’inflazione, è la motivazione ufficiale. Una stretta prevista nei manuali di macroeconomia liberista, ma che soffre di tutti i problemi pratici che si creano quando vengono applicate ricette astratte senza tener conto di tutti i fattori reali.

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Published: 30 September 2023 Created: 25 September 2023 Hits: 171

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insorgenze

Storia di Giorgio Napolitano, riformista, crociano, liberista, prima filosovietico e poi atlantista

di Paolo Persichetti

La vita politica di Giorgio Napolitano riassume ed estremizza tutti gli aspetti più negativi che hanno caratterizzato la formazione culturale del gruppo dirigente del Pci del dopoguerra.

Origini alto borghesi addirittura con quarti di nobiltà. Il padre, un avvocato liberale e poeta; la madre, Carolina Bobbio, figlia di nobili piemontesi trapiantati a Napoli. Circostanza che ha alimentato negli anni voci mai confermate su presunti legami di sangue con la famiglia Savoia che avrebbero investito la reale paternità del piccolo Giorgio.

Formazione culturale crociana, studi di giurisprudenza con una laurea in economia politica e una tesi sul mancato sviluppo economico del Meridione. Militanza giovanile nei Guf, i gruppi universitari fascisti. Insomma il classico cursus honorem di un giovane rampollo della buona borghesia partenopea che ha vissuto la sua prima gioventù sotto il regime fascista senza particolari tormenti. Nel 1945 entra a far parte del Partito comunista in una Napoli già insorta e occupata dalle truppe angloamericane.

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Published: 29 September 2023 Created: 27 September 2023 Hits: 149

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perunsocialismodelXXI

A proposito del cosiddetto capitalismo woke

di Carlo Formenti

Carl Rhodes: Capitalismo woke. Come la moralità aziendale minaccia la democrazia, Fazi Editore, 2023

nike kaepernick ansa.jpegLeggendo il libro dell’australiano Carl Rhodes, esperto di teorie dell’organizzazione e docente dell’Università di Sidney (Capitalismo woke. Come la moralità aziendale minaccia la democrazia, Fazi editore) è difficile non rendersi conto di un paradosso: scritto con l’intenzione di denunciare i veri obiettivi politici che si nascondono dietro la svolta “progressista” di alcune grandi imprese multinazionali, finisce invece per svelare (sia pure involontariamente) le ragioni per cui la sinistra “politicamente corretta”, con la quale Rhodes si identifica, ha poche chance di contrastare gli obiettivi in questione.

Partiamo dal senso del termine woke, ormai di uso comune nel mondo anglofono ma che non tarderà a diffondersi in un’Europa sempre più “americanizzata”. Coniato dagli afroamericani nel contesto dei movimenti per i diritti civili degli anni Sessanta, e rilanciato nel corso delle mobilitazioni del movimento Black Lives Matter, nato per protestare contro gli assassinii a sangue freddo di cittadini neri ad opera di poliziotti bianchi (sistematicamente impuniti), è stato adottato anche dalle altre componenti della nuova sinistra Usa con il significato di essere attento, sensibile e ben informato rispetto a ogni genere di discriminazione e ingiustizia razziale o sociale (in particolare Rhodes elenca temi come sessismo, razzismo, ambientalismo, diritti LGBTQI+ e disuguaglianza economica, quest’ultima lasciata non a caso per ultima, ma su ciò tornerò più avanti).

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Published: 29 September 2023 Created: 26 September 2023 Hits: 102

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lordinenuovo

Oppenheimer: dal dilemma morale alla scienza di classe. Una recensione marxista del film di Nolan

di Domenico Cortese

opp 1 578x400.jpg«Ricorda quando temevamo che la costruzione della bomba avrebbe potuto mettere in moto una reazione a catena che avrebbe distrutto il mondo? Penso che lo abbiamo fatto». È la frase con cui Cillian Murphy, che interpreta Robert Oppenheimer, chiude la scena finale del biopic di Christopher Nolan, diventato in pochissimi giorni il film del noto regista più visto in Italia e che si considera già uno dei favoriti alla vittoria degli Oscar del prossimo anno. Oppenheimer ha la caratteristica di introdurre diversi quesiti, nel dibattito pubblico, circa la natura e la legittimità di determinate scelte nella ricerca scientifica una volta preso atto che essa è legata drasticamente a una certa linea politico-ideologica. Le risposte che il film trasmette allo spettatore, tuttavia, com’è evidente dalla citazione messa in apertura, hanno a che fare molto astrattamente con il dilemma morale soggettivo dello scienziato per aver inventato una tecnica di distruzione di massa e ignorano quasi del tutto l’evidenza dei conflitti sociali insanabili – sul piano nazionale e globale – che porteranno al primo utilizzo della bomba nucleare e al clima della guerra fredda, conflitti che pure hanno un ruolo importante nello sviluppo della narrazione sulla vita del protagonista.

Su questa contraddizione del film ci vogliamo oggi concentrare, focalizzandoci soprattutto su tre aspetti: l’approccio socialmente impegnato degli scienziati del circolo di Oppenheimer e l’idea di scienza che questo richiama, i limiti della resa cinematografica degli interessi personalistici che conducono all’accanimento su Oppenheimer e, di conseguenza, il non-detto del film sulle radici di classe del processo allo scienziato e della strategia atomica degli USA.

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Published: 29 September 2023 Created: 27 September 2023 Hits: 172

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lantidiplomatico

La differenza tra cittadino e suddito nella scuola (e università) di oggi

di Andrea Zhok

Scuola e università si stanno trasformando – quando non si sono già trasformate – in grandi recinti di raduno bestiame, dove i giovani attendono a sedute intensive di addestramento moralistico. Un po’ sedute di autocoscienza new age, un po’ terapia famigliare, un po’ incontro degli alcolisti anonimi, un po’ sessioni di autocritica maoista, un po’ confessionali laici.

Tra i problemi che attanagliano i pedagoghi italici l’unico vissuto come perfettamente trascurabile è l’apprendimento di strumenti conoscitivi, di nozioni e capacità che rendano i discenti progressivamente autonomi.

Un tempo non troppo lontano era virtù centrale nell’insegnamento quella di tenere rigorosamente separate le capacità dello studente e la sua condotta. Uno studente poteva essere “bravo ma indisciplinato”, e se dimostrava quel tanto di coscienza da risparmiarsi sfide troppo sfacciate, evitando in corner il “sette in condotta”, poteva portare a termine con profitto i cicli di studio secondario e terziario concedendo pochissimo alla precettistica moraleggiante dall’alto (e se così non fosse stato, lo scrivente avrebbe probabilmente pagato duri pegni).

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Published: 29 September 2023 Created: 26 September 2023 Hits: 142

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piccolenote

Seul tenta di svicolare dalla crociata anti-cinese

di Piccole Note

La Corea del Sud cerca una svolta nei rapporti con la Cina. Intanto negli USA si fanno fosche previsioni di guerra con il colosso asiatico

La Corea del Sud ha ospitato un summit tra Giappone e Cina, teso ad alleviare le tensioni sempre più crescenti della regione, al quale hanno partecipato il viceministro degli Esteri sudcoreano Chung Byung-won, il viceministro degli Esteri giapponese Takehiro Funakoshi e l’assistente del ministro degli Esteri cinese Nong Rong (al Jazeera).

Benché la Seul e il Tokyo abbiano un ruolo da protagonisti nella strategia indo-pacifica degli Stati Uniti volta a contenere la Cina, il vertice indica che Tokio e Seul percepiscono i rischi che tale strategia porti a un conflitto su ampia scala con Pechino, del quale sarebbero le prime vittime, e stanno tentando di porre qualche argine.

L’iniziativa di Seul mette in evidenza che la Corea del Sud sta cercando dei propri spazi di libertà rispetto a tale strategia, come dimostra con ancor più evidenza l’incontro di sabato scorso tra il primo ministro sudcoreano Han Duck-soo e il presidente cinese Xi Jinping, avvenuto ai margini dei Giochi asiatici di Hangzhou.

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Published: 29 September 2023 Created: 25 September 2023 Hits: 138

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lantidiplomatico

Migrazioni: “Italiani e africani lottino insieme contro il globalismo”

Giulia Bertotto intervista Farafin Sâa François Sandouno

I principali media sono tornati a parlare in maniera biliosa e in chiave emergenziale del fenomeno migratorio, mentre L’Antidiplomatico ha scelto di intervistare Farafin Sâa François Sandouno, giovanissimo, tenace e brillante esponente del Panafricanismo nel XXI secolo e del Multipolarismo, Coordinatore sezione Italia della ONG Urgences Panafricanistes fondata dall’attivista Kemi Seba nel 2015, Collaboratore di NOFI primo giornale sulla cultura africana.

Sandouno si definisce “Africano nato in Italia”. Perché l’ideologia globalista ci vorrebbe piatti e senza storia, dimentichi di ogni complessità, quando invece l’umano è complesso, sfaccettato di luoghi e memorie. Lo abbiamo intervistato per restituire ai lettori una più lucida analisi del fenomeno migratorio, tra isterismi da invasione e buonismi che fanno solo danni alla popolazione africana e anche a quella italiana, scatenando una guerra tra poveri favorevole solo alle élite.

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Sandouno, che cos’è il panafricanismo e in che modo rappresenta una visione al passo coi tempi?

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Published: 29 September 2023 Created: 20 September 2023 Hits: 132

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lindipendente

Intervista esclusiva a John Shipton, padre di Julian Assange

a cura di Riccardo Ongaro

Mentre l’imminente verdetto sull’estradizione verso la tana del lupo a stelle e strisce tiene gli attivisti di tutto il mondo con il fiato sospeso, un minuto e pacato signore è fiducioso sul futuro di Julian Assange. Il suo nome è John Shipton e, tra le meraviglie che la vita gli avesse mai potuto concedere, forse la più straordinaria è stata quella di regalare – e regalarci – il giornalista australiano. Con le unghie e con i denti, il padre di Julian Assange si è da sempre schierato in prima linea per difendere la causa del figlio. Tuttavia, sono ancora troppi gli interrogativi ai quali la giustizia non sa rispondere. Abbiamo raggiunto telefonicamente John Shipton, che dall’Australia ci ha offerto uno sguardo privilegiato sulla situazione attuale di Julian, sui progressi nella battaglia legale e sul sostegno globale che il caso ha ricevuto. In un’era in cui la trasparenza è messa sempre più in discussione, la sua voce ci ricorda che la ricerca della verità è una responsabilità di tutti noi.

Puoi leggere anche la versione inglese qui.

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Come sta Julian?

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