Published: 04 October 2023 Created: 04 October 2023 Hits: 266
Le origini della guerra russo-ucraina
Introduzione
di Salvatore Minolfi
Salvatore Minolfi: Le origini della guerra russo-ucraina. La crisi della globalizzazione e il ritorno della competizione strategica, Istituto Italiano per gli studi filosofici, 2023
La matrioska della guerra
L’epoca del dopo guerra fredda – quella iniziata con le speranze dell’89 – è stata costellata di conflitti. Alle sue origini doveva essere, nella narrativa dominante, un’epoca pacifica, poiché la fine della competizione strategica tra le due superpotenze e il collasso dell’URSS avrebbero rimosso l’ultimo ostacolo all’avvento di un ordine nuovo, garantito dalla supremazia incontrastata degli Stati Uniti che, rimodulando la sovranità nell’universo degli Stati – e ponendo alla sua cuspide un egemone benevolo – li avrebbe privati di quei caratteri hobbesiani che condannavano il mondo a essere il teatro di una guerra di tutti contro tutti1.
Dacché quella dottrina fu lanciata molta acqua è passata sotto i ponti e la realtà si è mostrata sensibilmente differente. La nuova epoca si apriva con una guerra, quella combattuta nel Golfo Persico, e avrebbe continuato a dipanarsi in un serie inesauribile di conflitti – dai Balcani al Medio Oriente alle province più remote dello spazio post-sovietico – in un contesto aggravato da “un processo di rilegittimazione surrettizia dell’uso della forza”, tale da condurre “alla dissoluzione di ogni chiara distinzione tra pace e guerra”2. Una ricerca del “Watson Institute for International and Public Affairs” (Brown University) stima che la sola costellazione di conflitti legati al disordine mediorientale abbia mietuto oltre novecentomila vittime.
Non è questo il luogo per dar conto dell’ampia e articolata geografia della guerra degli ultimi trent’anni. Ciò che preme qui sottolineare è che, malgrado quei terribili precedenti, la guerra russo-ucraina ci trasporta in un’altra dimensione.
Published: 04 October 2023 Created: 28 September 2023 Hits: 161
La temperie moderna sullo sfondo de L’uomo senza qualità
di Alvise Marin
La parabola del moderno, il cui delinearsi lasciava intravedere esiti trionfalistici, tende invece a chiudersi con un momento terminale di crisi. Quest’ultima si manifesta nel cambiamento della percezione che l’individuo ha di sé, ma altresì nel modificarsi del tessuto connettivo della società. L’uomo tende a non cogliere più il proprio Ego come il centro delle proprie azioni e queste ultime, orfane di un autore, gli accadono suo malgrado e lo sorprendono quasi non gli appartenessero. Eccentrico rispetto a un centro che non c’è, egli cerca la sua vera identità nel rifrangersi di quest’ultima negli innumerevoli ruoli che la società gli confeziona addosso. Società, che del resto, è diventata un palcoscenico, sul quale si avvicendano ruoli, idee e visioni del mondo diversi, nessuno dei quali possiede però la forza di impadronirsi della scena; di qui il continuo stato di sommovimento in cui essa si trova e la sua tendenza a destrutturarsi.
Se questa è la temperie in cui langue la modernità dei primi decenni del Novecento, questo è anche il panorama della Vienna descritta da Robert Musil nel suo capolavoro incompiuto, L’uomo senza qualità. Ulrich, il personaggio principale del romanzo, è proprio un uomo come quello descritto sopra e la società in cui vive è proprio sul punto di disgregarsi.
Per spiegare questa trasformazione sociale e mentale, è necessario partire, in ambito filosofico, dal soggetto cartesiano, il quale nasce radicando la sua certezza nel Cogito e pensandosi nella sua unità sostanziale. In Cartesio il soggetto è l’autore dei propri pensieri e delle proprie azioni ed è dotato di un centro inamovibile.
Published: 04 October 2023 Created: 29 September 2023 Hits: 173
La pèsca: la famiglia etero pescata nella rete
di Giacomo Rotoli
Premetto che non sono d’accordo che i bambini vengano usati nelle pubblicità, si tratta di sfruttamento capitalistico gratuito dato che non sono in grado di capire cosa muove e quali sono gli interessi che sono dietro il sistema neoliberista. La pubblicità è uno dei molti generatori di plusvalore del sistema, essa non solo induce all’acquisto dei beni ma produce redditi in una enorme catena di filiere, detta anche gli schemi comportamentali che vengono veicolati attraverso i media, soprattutto definisce quasi esattamente cosa sia il mainstream e dove il sistema cerca di trovare il punto di equilibrio tra concezioni del mondo differenti per riproporsi come l’unica cosa naturale e giusta.
Vengo ora al motivo di questo articolo: lo spot è quello della pèsca di Esselunga [1], ma il mio vuole essere un commento non tanto allo spot in se, che può piacere o non piacere da un mero punto di vista estetico o etico, ma al bailamme che è nato sulla rete persino provocando una serie di prese di posizione addirittura ai vertici della politica. I commenti sono interessanti in se per il motivo che essi delineano molto bene alcune delle tendenze in atto nella concezione attuale della famiglia mononucleare di natura borghese, che è a tutt’oggi il modello dominante, ma come ho già scritto, è in crisi da almeno un cinquantennio. Questo articolo vuole quindi essere una naturale continuazione di “Gens Murgia” che scrissi riguardo alla presunta queerness della così detta famiglia non di sangue auspicata dalla nota scrittrice femminista.
Lo spot Esselunga penso che l’abbiano visto moltissimi, da questo punto di vista è un successo per i suoi creatori e per la nota catena di supermercati. Ma cosa ha di tanto speciale? Nulla di particolare, viene messa in scena una famiglia di separati, padre, madre e figlia, piuttosto che la solita unione stile “Mulino Bianco” alla quale nessuno fa più caso.
Published: 04 October 2023 Created: 29 September 2023 Hits: 223
Il futuro delle relazioni italo-cinesi
di Thomas Fazi
Intervento fatto in occasione della tavola rotonda “Il futuro delle relazioni italo-cinesi”, tenutasi al Senato della Repubblica il 28 settembre 2023
Io sono un giornalista e quindi mi concederò qualche licenza poetica per fare un intervento un po’ più politico di quelli che mi hanno preceduto. Inizierei col dire che da un certo punto di vista non possiamo che accogliere con favore il fatto che, nel momento in cui il governo si appresta a uscire dalla Belt and Road Initiative (BRI), dalla Via della Seta – che è un accordo che ha un valore politico e simbolico, oltre che economico –, lo si voglia quantomeno sostituire con il rilancio del “partenariato strategico globale” istituito nel 2004 dal Presidente Berlusconi, un accordo di carattere strettamente economico ma meno politicamente controverso. Ciò dimostra un minimo di pragmatismo economico, un minimo di consapevolezza rispetto all’importanza di mantenere i rapporti economici con la Cina.
Ma non rende meno grave o problematica la decisione, a mio avviso.
Published: 04 October 2023 Created: 29 September 2023 Hits: 302
La letteratura destinata ai giovani e la scomparsa della storia
di Andrea Zhok
Ieri in attesa di prendere un treno a Firenze sono passato alla libreria della stazione con l’intenzione di prendere un libro per mia figlia dodicenne. Sono andato verso il settore della letteratura destinata ai giovani e ho cominciato a esplorare. Cinquant’anni fa nei comparti di letteratura per ragazzi si trovavano Dickens, Mark Twain, Salgari, Jules Verne, J. Fenimore Cooper, Kipling, Molnar, Beecher Stowe, Dumas, e magari per i più disimpegnati gialli per ragazzi tipo Nancy Drew.
Oggi tutto questo è o irreperibile o transitato nella letteratura per adulti.
Di per sé, si dirà, poco male, visto che un’attualizzazione dei temi è sempre opportuna.
Però qui il punto non sembra essere l’attualizzazione dei temi. Sul piano contenutistico ciò cui si assiste è la scomparsa della dimensione storica nella letteratura per ragazzi. Neanche cinquant’anni fa leggere della Compagnia delle Indie nei libri di Salgari, o dello schiavismo americano nella Capanna dello zio Tom, o di Richelieu nei Tre Moschettieri, ecc. era “attualità”; era tuttavia una dislocazione fantastica che si dispiegava nella dimensione dell’inattualità storica. Oggi l’inattualità è tutta rigorosamente fantasy o fantascientifica.
Published: 04 October 2023 Created: 28 September 2023 Hits: 265
PD globale
di Salvatore Bravo
Stefanos Kasselakis è stato eletto come nuovo leader di Syriza, il principale partito di opposizione greca. Le primarie hanno decretato la vittoria di un armatore d’origine greca, residente a Miami e con un notevole passato nella Goldman Sachs. Il leader è gay e attende con il suo compagno un figlio, affermano le cronache, è un businessman di successo.
Si ripete lo stesso copione che gradualmente sta conducendo alla globalizzazione del partito democratico americano di cui il PD italiano ne è un “tragico esempio”. La colonizzazione continua insediandosi nell’opposizione al fine di rendere impossibile una vera alternativa. Avanza il pensiero unico che fa dell’Europa il continente dove si sperimenta una nuova forma di totalitarismo con verniciatura democratica. L’Europa è ormai divenuta la copia degli Stati Uniti, in essa si sperimenta l’eliminazione della speranza di uscire dall’incubo liberista. Controllare l’opposizione è la chiave di sicurezza del liberismo. Rendere irrilevanti le differenze tra destra e sinistra è parte della “quarta guerra mondiale”.
Published: 04 October 2023 Created: 29 September 2023 Hits: 215
Pfizer Italia entra nelle scuole e nelle università con progetti “contro la disinformazione”
di Iris Paganessi
Pfizer Italia ha lanciato un progetto contro la “disinformazione” nelle scuole superiori e nelle università italiane, a rivelarlo è stato – in una intervista rilasciata a Italpress – il direttore della comunicazione del colosso farmaceutico, Biagio Oppi. Il progetto è già definito e inizierà nei prossimi giorni. L’obiettivo, secondo Oppi, è andare «al di là di fare debunking, quindi di smentire le notizie, operando alla radice» per «portare strumenti per una migliore alfabetizzazione medico-scientifica di studenti e professori». Sarà quindi direttamente una delle maggiori multinazionali del settore a formare le nuove generazioni italiane sulla corretta informazione scientifica, con un progetto che si è premurato di mettere nel mirino anche i futuri operatori dell’informazioni, visto che le lezioni organizzate da Pfizer si svolgeranno anche «nei corsi di giornalismo e nelle facoltà di Scienze della comunicazione».
Il progetto, che prenderà il via ad ottobre, è stato lanciato in collaborazione con la Fondazione Golinelli (realtà bolognese che, da statuto, si occupa di promuovere conoscenza, innovazione e cultura attraverso attività di educazione e formazione) e Fondazione Media Literacy (che opera nei campi dell’educational e dell’informazione, in particolare nelle scuole secondarie superiori).
Published: 03 October 2023 Created: 29 September 2023 Hits: 286
Il Kosovo e la Serbia scivolano verso la guerra?
di Enrico Vigna
Cinque morti, quattro serbi e un albanese, numerosi feriti, nuovi arresti e retate nella aree serbe, non accadeva dal 2004
Nella notte tra sabato 23 e domenica 24 settembre, membri della polizia del Kosovo, hanno tentato di rimuovere le barricate erette da un gruppo di serbi armati, all’ingresso del villaggio di Banjska. Sono seguiti violenti scontri a fuoco per tutta la giornata con 500 uomini delle KPS, Forze Speciali Kosovo. Poi sul terreno sono rimasti uccisi quattro serbi (tre assassinati da cecchini) e un poliziotto albanese. Ecco dove hanno portato nella regione, le politiche terroristiche e vessatorie contro la popolazione serba kosovara del fanatico sciovinista Albin Kurti, reggente le autorità illegittime di Pristina e le strategie de stabilizzatrici della NATO e degli USA. La guerra è sempre più all’ordine del giorno e potrebbe essere devastante per tutti i Balcani e non solo.
Il quarto serbo assassinato è stato ritrovato a 1,5 km dal luogo degli scontri.
Premettendo che la dinamica complessiva della vicenda, degli obiettivi e delle finalità ha molte lacune e punti incerti e che forse, solo nei prossimi giorni o mesi si avranno risposte più certe, qui cerco solo di informare e documentare i fatti conclamati e provati, con grande cautela e attenzione, senza entrare negli aspetti tuttora dubbi o interpretabili sotto diverse o contrastanti letture. Questo, per non incorrere in letture o interpretazioni personali o virtuali, che, come nel caso della crisi ucraina, poi si rivelano nei fatti scombinate. Saranno i prossimi eventi e passaggi fattuali ad avvicinarci agli aspetti più profondi e congrui, per ora non accertabili.
Pertanto qui espongo alcuni punti fermi e fatti che sono a oggi fissati e riscontrati, utilizzando i contatti e le relazioni sul campo, queste sono sintesi e letture, di analisti, politici e militari serbi, tutte aperte a varie ipotesi in divenire, soprattutto politiche, come loro stessi confidano.
Published: 03 October 2023 Created: 28 October 2023 Hits: 271
Comunismo di guerra: ne vuoi un altro po’?
di Sandrine Aumercier
Negli ultimi anni – per aggirare i crescenti rischi planetari, primo fra tutti la catastrofe ecologica – una parte della sinistra si è convertita alla difesa di uno stato di eccezione permanente. Nel corso delle loro cene, in nome dell’emergenza climatica, i grandi “democratici” non hanno più alcuno scrupolo nel sostenere la dittatura ecologica, e sono arrivati persino a prendere la Cina come esempio. Infatti, la Cina è il primo produttore mondiale di energie rinnovabili (e per inciso, anche il più grande produttore mondiale di carbone, ma in questo caso ciò non conta). Ora, questa tendenza sembra essere del tutto compatibile con quello che è il posizionamento dei nuovi rivoluzionari climatici. Nel 2017, Andreas Malm, riprendendo la formula da Alysa Battistioni, ha detto: «D’ora in poi, ogni problema è un problema climatico» [*1]. In effetti, questa sintesi lapidaria dei problemi del presente, sembra che stia imponendo una ben precisa direzione alla lotta. e vediamo quale. Dire che «ogni problema è un problema climatico», consente di individuare un nemico chiaramente identificabile nella sfera delle infrastrutture “fossili” e nella persona di coloro che queste industrie le posseggono. Per Malm – così come egli lo sviluppa nel suo libro “Fossil Capital: The Rise of Steam Power and the Roots of Global Warming” (Verso Books) – il capitale è intrinsecamente fossile. Pertanto, Malm definisce il capitale a partire da quello che è il tipo di energia che è stata privilegiata ai fini della sua espansione storica, e non a partire da quelle che, per il capitale, sono le sue categorie operative. Non è forse semplice, quasi fosse una passeggiata? Prendendo di mira le infrastrutture fossili e i loro detentori, stiamo perciò prendendo di mira il capitale stesso.
Published: 03 October 2023 Created: 29 September 2023 Hits: 297
Consigli ai naviganti
A proposito delle considerazioni di Fausto Sorini sui comunisti italiani
di Roberto Gabriele
Fausto Sorini ha riproposto in maniera onesta e corretta, su questo sito, le questioni che da tempo stanno di fronte all’area di quelli che in Italia si considerano comunisti.
La sostanza del ragionamento è questa: qual è il bilancio che si può trarre dalle esperienze ‘comuniste’ di questi decenni? La risposta che dà Sorini è negativa e anche autocritica e mette in luce che le tante avventure corsare che in nome del comunismo sono state tentate in Italia sono arrivate rapidamente al capolinea.
Continuare però a sparare sulla croce rossa non ci fa fare un passo avanti nella valutazione del perché di questi fallimenti ed è quindi necessario andare alla radice del problema e come ben dice Sorini discutere a tutto campo.
Che all’origine del disastro ci siano state improvvisazioni, calcoli meschini, una cultura non adeguata ai tragici eventi che hanno accompagnato la fine del PCI, è sicuramente vero, ma al fondo di tutto, se si è intellettualmente onesti, bisogna riconoscere che i problemi erano di natura oggettiva.
Published: 03 October 2023 Created: 28 September 2023 Hits: 423
La confessione: come i necon hanno provocato la guerra in Ucraina
di Caitlin Johnstone – ConsortiumNews
Il gruppo “Repubblicani per l’Ucraina” guidato da Bill Kristol ha pubblicato uno spot televisivo per aiutare a raccogliere il sostegno del GOP alla guerra per procura di Washington contro la Russia, ed è sorprendentemente onesto su cosa sia realmente questa guerra: promuovere gli interessi strategici degli Stati Uniti utilizzando gli ucraini come vittima sacrificale e pedine.
Ecco una trascrizione:
“Quando l’America arma l’Ucraina, otteniamo molto in cambio di poco. Putin è un nemico dell’America. Abbiamo utilizzato il 5% del nostro budget per la difesa per armare l’Ucraina e, con ciò, hanno distrutto il 50% dell’esercito di Putin. Abbiamo fatto tutto questo inviando armi dai depositi, non dalle nostre truppe. Quanto più l’Ucraina indebolisce la Russia, tanto più indebolisce anche il suo più stretto alleato, la Cina. L’America deve essere forte contro i nostri nemici, ecco perché i repubblicani al Congresso devono continuare a sostenere l’Ucraina”.
Published: 03 October 2023 Created: 27 September 2023 Hits: 334
Bipolari dentro
di Maria Micaela Bartolucci
È tutto inutile.
Ormai abbiamo a che fare con un branco di rabbiosi cani di Pavlov che abbaia a ogni stormir di foglia, si accanisce su ogni cazzata venga fatta muovere sotto i loro occhi, si anima a ogni piè sospinto, altro che drappi rossi! I tori hanno un maggiore discernimento e senso critico nella reazione agli stimoli.
Inutili e sterili tifoserie che infieriscono e si dividono sul nulla, che devono trovare risvolti psicologici e rivendicazioni sociali su qualunque minchiata il sistema butti fuori e, poiché il sistema lo fa a getto continuo, tutti lì come tanti cagnolini da macchina impazziti, a voltare la testa di qua e di là, con la bava alla bocca, pronti a digrignare i denti, chiusi nel loro patetico recinto virtuale.
Sembrava che si fosse capito il gioco del sistema, si pensava che gli anni pandemici, e tutte le imposizioni subite, fossero servite a unire, ad aprire le menti, a far intendere, anche ai più ottusi, che occorre svegliarsi, uscire dalla gabbia virtuale, condividere, cercare i punti di incontro, smettere di perseguire volatili distrazioni di massa e concentrarsi solo sulle traiettorie principali, perché il nemico è unico e potente, perché lo schema della distrazione è quello che ha sempre fottuto ogni possibile reazione, perché la polarizzazione provocata o risibile è asfittica ed ha come solo e unico scopo quello di sedare le coscienze, di neutralizzare la reazione, perché il divide et impera è la più antica e potente arma di dominio.
Published: 03 October 2023 Created: 28 September 2023 Hits: 435
Perché ai capitalisti non piace più il green
di Emiliano Brancaccio
Nei grandi circoli della finanza capitalistica, a quanto pare, la transizione ecologica non sembra più raccogliere i consensi di un tempo. Tra i grandi proprietari cresce la fazione che contesta l’eccessiva rigidità delle misure necessarie a ridurre le emissioni inquinanti. L’idea che ora va di moda è che la transizione “green” è troppo veloce e che l’aumento dei costi di produzione rischia di diventare insostenibile.
Il cambio di orientamento ai vertici del potere si avverte un po’ ovunque nel mondo. Attuale capofila è il premier britannico conservatore Rishi Sunak, che ha messo in discussione non solo il ritmo di abbattimento delle emissioni ma anche gli obiettivi di eco-compatibilità fino a oggi vigenti nel Regno Unito.
Ma anche nel nostro paese si avvertono riverberi della nuova tendenza. Al recente Italian Energy Summit del Sole 24 Ore, l’amministratore delegato di Eni è intervenuto sulla nuova “dottrina” di Sunak sostenendo l’esigenza di ridimensionare gli obiettivi europei della transizione verde, e possibilmente di adattarli alle specifiche caratteristiche di ciascun paese. Un adattamento al ribasso, ovviamente.