Sinistrainrete 202310-08-07

Tutti gli indici di Sinistra in rete dei giorni 07 e 08 ottobre 2023 con i link agli articoli

 Published: 08 October 2023 Created: 08 October 2023 Hits: 182

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ilpungolorosso

L’11 settembre di Israele

di Il Pungolo Rosso

palestinesi su carro israeliano 2.jpgChi pensava che le esercitazioni militari organizzate qualche settimana fa a Gaza dal comando unificato delle diverse fazioni palestinesi (attenzione: non dalla sola Hamas, come piace dire, mentendo, alla disinformazione di regime) fossero l’ennesima manifestazione di intenti, retorica quanto materialmente impotente, e pertanto incapace di imprimere una svolta nella lotta di liberazione, ha ricevuto una secca smentita.

Da ieri sappiamo che lo Stato israeliano, da sempre raccontatoci (e raccontatosi) come un Moloch invincibile, in virtù dei suoi insuperabili servizi segreti, dei suoi armamenti di ultima generazione e soprattutto delle sue forze speciali, tra le più letali al mondo, non è così invulnerabile come si credeva. Le tante spie presenti a Gaza, gli scudi missilistici e il pattugliamento permanente di terra, cielo e mare da parte di droni, veicoli a controllo remoto e fregate militari non sono bastati per impedire alle forze palestinesi di evadere dalla prigione di Gaza per prorompere militarmente nelle colonie israeliane e restituire un po’ di terrore all’occupante sionista.

Nei tanti video amatoriali che circolavano in rete fin dalle prime ore della mattina si sono visti carri armati Merkava, spacciati come indistruttibili, messi fuori gioco da armamenti non certo sofisticati. Schemi di difesa missilistica completamente nel pallone (la richiesta di ordinativi e commesse militari non ne beneficerà granché!), generali che fino a ieri comandavano battaglioni d’assalto, portati via in mutande come ostaggi.

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Published: 08 October 2023 Created: 08 October 2023 Hits: 214

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contropiano2

Palestina. E’ una insurrezione popolare, non una guerra

di Sergio Cararo

Il 7 ottobre il mondo si è svegliato con la notizia di una vera e propria insurrezione del popolo palestinese ben coordinata che ha completamente colto di sorpresa, demolendolo, il mito degli apparati di sicurezza e di spionaggio israeliani. Ma ha colto di sorpresa anche il resto il mondo, sia quello più ostile che quello più sensibile alla causa palestinese.

Il governo israeliano, i mass media e le cancellerie occidentali – le uniche ancora una volta schierate con Israele – hanno parlato di guerra. Alcuni aspetti dell’azione militare palestinese sono indubbiamente di carattere bellico ma il contesto appare più quello di una insurrezione popolare contro una pluridecennale e brutale occupazione israeliana che di una guerra tra eserciti convenzionali.

Quella tra palestinesi e israeliani non è mai stata una guerra simmetrica. La sproporzione di forze è stata sempre pesantissima, il bilancio delle vittime civili è sempre stato asimmetrico a sfavore dei palestinesi.

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Published: 08 October 2023 Created: 08 October 2023 Hits: 237

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kulturjam

L’Occidente dell’apericena contro Hamas

di Vincenzo Costa

Hamas e i palestinesi non aprono una prospettiva di pace, dicono i commentatori. Ma che scelta hanno? Che prospettiva ha offerto loro l’Occidente? Ma non è importante. A salvare i nostri valori ci penserà l’apericena in versione solidale.

Hamas all’attacco: il limbo e le generazioni che vengono

L’Occidente non ha più risorse culturali perché ha rimosso la sua propria storia. Non quella degli altri, ma la propria. Non ha rapporto con le sue radici greche, con quelle cristiane. Non ha più alcun rapporto con la storia, e ciò che si chiama filosofia analitica, che è la filosofia del dominio anglosassone, è l’espressione di questa rimozione.

Si tratta di un’ideologia, il cui nucleo consiste nell’estrarre un frammento temporale da una sequenza. Le cose non hanno più storia, radici, motivazioni. Cadono da cielo, sono frutto di follia e di irrazionalità.

Una volta destoricizzate si prestano al ragionamento che il filosofo analitico predilige, e che è ovviamente la forma ideologica del dominio oggi: c’è un aggressore e c’è un aggredito.

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Published: 08 October 2023 Created: 07 October 2023 Hits: 172

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La resistenza palestinese ha lanciato un’offensiva senza precedenti contro Israele

di Andrea Legni

Circa cinquemila razzi lanciati in poche ore all’interno del territorio israeliano e la contemporanea incursione via terra di un numero imprecisato di miliziani armati che hanno sfondato i confini israeliani e fatto irruzione negli insediamenti israeliani. Le notizie sono frammentate e difficili da verificare ma è certo che alcuni mezzi blindati dell’esercito israeliano sono stati conquistati dai palestinesi, mentre le immagini che circolano sui canali social palestinesi mostrano diversi soldati dell’esercito israeliano presi in ostaggio. Altre immagini mostrano miliziani armati palestinesi che entrano armi in pugno dentro una base militare israeliana vicino a Rafah, della quale avrebbero preso possesso. Di certo c’è che quella lanciata da Gaza nella notte è la più imponente offensiva della resistenza palestinese almeno dai tempi della seconda Intifada, tale da aver costretto il governo israeliano a dichiarare precipitosamente lo stato di guerra richiamando in servizio i soldati riservisti. «Questo è il giorno della più grande battaglia per porre fine all’ultima occupazione sulla terra», ha dichiarato il comandante militare di Hamas, Mohammad Deif.

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Published: 08 October 2023 Created: 08 October 2023 Hits: 84

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lanatra di vaucan

La critica del lavoro nel “duplice” Marx

Dialettica “categoriale” e “Wertkritik”

di Afshin Kaveh

Premesse (o “cronache marxiane”)

Quando Roman Rosdolsky scrisse «ist klar, dass eine fruchtbare Anwendung der Marxschen Theorie nur möglich ist, wenn man die esoterischen und die exoterischen Elemente derselben auseinanderhält»[è chiaro che un’applicazione fruttuosa della teoria di Marx è possibile solo se si tengono separati gli elementi esoterici e quelli essoterici]1, quello che lui anticipava come «chiaro» in verità non poteva di certo esserlo all’epoca, in un angusto panorama pullulato da dubbie ortodossie e animato da fedele estimazione per il “socialismo da caserma” (Kurz). Eppure, in riferimento al contesto nostrano, anche oggi, col fioco lamentìo di quegli spettri, la «fruttuosa applicazione della teoria marxiana» possibile solamente «se si distinguono gli elementi esoterici ed essoterici» della stessa, non trova alcuno sbocco per permettersi di prendere respiro, soffocata per mano di decenni di riletture limitate e fortemente problematiche dell’opera dell’agitatore di Treviri.

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Published: 08 October 2023 Created: 03 October 2023 Hits: 130

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lantidiplomatico

Nessuna “fine della storia” in Ucraina

di Scott Ritter* – ConsortiumNews

La visione trionfalista della democrazia liberale post-Guerra Fredda di Francis Fukuyama – pubblicata nel 1989 – aveva un grosso punto cieco. Ha omesso la storia.

“Quello a cui stiamo assistendo non è solo la fine della Guerra Fredda, o il superamento di un particolare periodo della storia del dopoguerra, ma la fine della storia in quanto tale: cioè, il punto finale dell’evoluzione ideologica dell’umanità e l’universalizzazione dell’Occidente, la democrazia liberale come forma finale di governo umano”.

Queste parole, sono state scritte dal politologo americano Francis Fukuyama, che nel 1989 pubblicò “The End of History”, un articolo che sconvolse il mondo accademico.

“La democrazia liberale”, scrive Fukuyama, “sostituisce il desiderio irrazionale di essere riconosciuto come maggiore degli altri con il desiderio razionale di essere riconosciuto come uguale”.

“Un mondo composto da democrazie liberali, quindi, dovrebbe avere molti meno incentivi per la guerra, dal momento che tutte le nazioni riconoscerebbero reciprocamente la legittimità delle altre. E in effetti, negli ultimi duecento anni esistono prove empiriche sostanziali del fatto che le democrazie liberali non si comportano in modo imperialistico le une verso le altre, anche se sono perfettamente in grado di entrare in guerra con stati che non sono democrazie e non ne condividono i valori fondamentali.“

Ma c’era un problema. Fukuyama ha continuato notando quanto segue:

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Published: 08 October 2023 Created: 08 October 2023 Hits: 77

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sinistra

Frontiere e diritti

Tra etica, diritto internazionale e politica del potere

di Luca Benedini

Alla luce del recente riesplodere di situazioni cruente e altamente drammatiche nel Nagorno-Karabakh, così come dell’indefinita e tragica prosecuzione della guerra russo-ucraina, appare opportuno ripresentare qui gran parte di due articoli scritti lo scorso anno (rispettivamente nell’aprile e nel maggio) sul tema politico estremamente controverso rappresentato dal rapporto tra popoli e frontiere

I

Un delicato nodo profondamente dialettico

Impegnarsi specificamente nella ricerca della pace nel momento presente, in una tremenda situazione come quella ucraina, non significa dimenticare le contraddizioni storiche che in quella parte del mondo possono aver stimolato delle tensioni culturali, etniche, ecc. dalle quali sono poi emerse le minacce per la pace sfociate infine nella guerra attuale.

Basti ricordare per esempio che nei trattati internazionali è ampiamente riconosciuto un generico (ma non per questo privo di significato) diritto dei popoli all’autodeterminazione: è addirittura l’argomento dell’art. 1 sia del Patto internazionale sui diritti civili e politici che del Patto internazionale sui diritti economici, sociali e culturali, entrati in vigore entrambi nel 1976 e ratificati ormai da quasi tutte le nazioni del mondo (che in tal modo hanno fatto entrare nella loro legislazione quanto stabilito in tali Patti), dopo essere stati approvati nel 1966 dall’Assemblea Generale dell’Onu. Questo diritto consente di guardare, con uno sguardo particolarmente consapevole, a una serie di questioni inerenti proprio alle frontiere tra gli Stati.

Ci sono confini di Stato che sono stati tracciati d’autorità da qualcuno senza avere alcun riguardo per la situazione etnica e culturale dei popoli coinvolti. Il caso più drammatico è forse quello del territorio curdo, diviso tra quattro nazioni diverse (Turchia, Iraq, Iran e Siria) dopo la caduta dell’impero ottomano: una divisione – decisa in pratica dai governi britannico, francese e turco nel 1923 – che continua da un secolo a provocare tensioni e conflitti, senza che nessuna autorità politica o giurisprudenziale abbia mai riconosciuto ai curdi un qualsiasi diritto all’autodeterminazione.

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Published: 08 October 2023 Created: 05 October 2023 Hits: 148

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megachip

Come sarebbe stata l’Ucraina se certi accordi fossero stati firmati?

di Andrea Zhok

La guerra in Ucraina ha devastato il paese, causando la morte di centinaia di migliaia di persone e la fuga di milioni di altre. La guerra è stata evitabile ma le potenze occidentali hanno contribuito a provocarla

Nel 1991, alla dichiarazione d’indipendenza, lo stato ucraino contava su 51 milioni di cittadini. Nel 2014, con il colpo di stato di Maidan la popolazione era di 44 milioni di abitanti. Oggi, ottobre 2023, l’Ucraina conta 23,37 milioni di abitanti. Quelli che mancano all’appello sono per la maggior parte rifugiati o emigrati volontariamente all’estero, cui si aggiungono – secondo le stime più aggiornate – intorno ai 300.000 morti in guerra (il che vuol dire almeno un milione di feriti gravi e mutilati).

Le infrastrutture, la produzione agricola e gli apparati industriali ucraini sono devastati.

L’intero sistema statale sopravvive soltanto grazie alla costante iniezione a perdere di capitali occidentali.

Di fronte a questo quadro ricordo le surreali discussioni dei primi giorni e settimane di guerra.

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Published: 08 October 2023 Created: 04 October 2023 Hits: 164

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fattoquotidiano

Gli Usa stanno passando all’Europa la patata bollente della guerra in Ucraina

di Paolo Ferrero

La vera novità di queste settimane è che gli Stati Uniti si stanno disimpegnando dalla guerra in Ucraina e stanno passando la patata bollente completamente nelle mani dell’Europa. E’ infatti del tutto evidente che di fronte al fallimento della controffensiva militare ucraina le classi dirigenti statunitensi – che già erano divise prima – stanno maturando l’idea che la guerra ucraina non meriti più tutto lo sforzo finanziario fatto sino ad ora. In più i costi della guerra e la sua utilità – rispetto al bersaglio grosso della Cina – sono entrati decisamente nella campagna elettorale delle future presidenziali e così il compromesso tra democratici e repubblicani per evitare il collasso del bilancio federale si è chiuso tagliando le spese militari per l’Ucraina. Per adesso zero dollari.

I media nostrani fanno finta di non accorgersene e continuano a parlare male dei russi, a magnificare la controffensiva ucraina e a derubricare a incidente di percorso il taglio dei fondi Usa per l’Ucraina, ma le cose non stanno in questo modo. Del resto questa mossa statunitense ha una sua logica perché gli Stati Uniti i loro obiettivi, per quanto riguarda l’Europa, li hanno sostanzialmente realizzati. Vediamo:

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Published: 08 October 2023 Created: 03 October 2023 Hits: 120

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ilchimicoscettico

Il senso e la sfiducia

di Il Chimico Scettico

Vorrei poter dire che compiango chi trova o prova a trovare il senso di un fenomeno o della propria esistenza nella “scienza”. Vorrei ma non posso. Di solito sono soggetti che ritengono la filosofia superata e superflua, per esempio, per tacere d’altro.

Mi rendo conto che chi lo fa lo fa come innumerevoli altri hanno trovato il senso della propria esistenza in un Dio versione vecchio dai capelli bianchi, nel Sol Dell’Avvenire, in Mussolini, in Baffone (addirittura in Matteo Renzi).

Lunga storia… Le discipline scientifiche cercano il modo di spiegare fenomeni e alle volte nascono nel contesto di una rivoluzione tecnologica che le anticipa: la macchina a vapore preesiste a James Watt e alla termodinamica classica (https://ilchimicoscettico.blogspot.com/2023/09/lontano-dallequilibrio-da-2500-anni.html).

Quanto a fornire un senso a fenomeni e all’esistenza dei singoli… no, questo non è previsto. Se qualcuno lo crede è un poveraccio, uno di quei soggetti che impestano i social parlando di “scienza” con cognizione di causa nulla. Per costoro “la scienza” è il biblico vitello d’oro. È lì, è d’oro, si crede in lui. E basta.

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Published: 08 October 2023 Created: 02 October 2023 Hits: 116

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comuneinfo2

L’orrore nucleare di Ghedi e Aviano

di R.C.

Chissà cosa accadrebbe se qualcuno dicesse che in Italia ci sono armi nucleari. Che quella presenza espone di fatto tutto il territorio a essere in qualsiasi momento bersaglio nucleare e che le esplosioni potrebbero causare tra i 2 e i 10 milioni di morti. E soprattutto che quelle armi di sterminio possono essere usate per portare in pochi minuti la devastazione atomica in altri paesi. Una denuncia presentata da diverse associazioni pacifiste e antimilitariste (e singoli cittadini, tra Alex Zanotelli e Moni Ovadia) contro la presenza, accertata ma occultata, di ordigni nucleari in Italia.

* * * *

Lunedì 2 ottobre è stata trasmessa alla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Roma la denuncia sottoscritta a livello individuale da 22 esponenti di associazioni pacifiste e antimilitariste (Abbasso la guerra, Donne e uomini contro la guerra, Associazione Papa Giovanni XXIII, Centro di documentazione del Manifesto Pacifista Internazionale, Tavola della Pace Friuli Venezia Giulia, Rete Diritti Accoglienza Solidarietà Internazionale, Pax Christi, Pressenza, WILPF, Centro sociale 28 maggio, Coordinamento No Triv, e singoli cittadini).

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Published: 08 October 2023 Created: 08 October 2023 Hits: 131

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sinistra

Ridistribuire, trasformare

di Paolo Bartolini

Per vocazione e deformazione professionale non posso sottovalutare l’importanza di una graduale e profonda trasformazione degli stili di vita. Una società sostenibile e vivibile richiede che ognuno faccia la sua parte. Le innovazioni più interessanti sono quelle che il molteplice dei movimenti e delle lotte sperimenta in giro per il mondo. Ecco allora che forme nuove/antiche di agricoltura, abitudini più salutari, cambi sensati di regime alimentare, mobilità dolce, forme cooperative in ambito produttivo, impiego di monete complementari e così via, appaiono come elementi cardine della riconversione ecologica/economica/esistenziale che ci serve. Del resto sono innumerevoli le buone pratiche – anche culturali/artistiche – che possono annunciare, qui e ora, il mondo che vorremmo. Eppure, insieme a questo e come precondizione, dobbiamo parlare di giustizia sociale e ridistribuzione. Lo Stato e le istituzioni facciano la loro parte, si rendano davvero partecipate. E soprattutto, a proposito di emergenze: si dia il segnale per cui tutti dovremo fare sicuramente delle rinunce, ma commisurate alle possibilità di ciascuno e all’impatto effettivo sul pianeta dei diversi gruppi umani.

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Published: 07 October 2023 Created: 03 October 2023 Hits: 268

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marx xxi

Sulla condizione dei comunisti in Italia. Un contributo collettivo alla lettera aperta di Fausto Sorini

a cura di: Demostenes Floros, CER-Centro Europa Ricerche, Orestis Floros, medico psichiatra e ricercatore in Neuroscienze, Stoccolma, Luigi-Alberto Sanchi, CNRS Parigi (Centro Nazionale di Ricerca Scientifica), Andrea Zirotti, docente

159827 sd.jpgRingraziamo il compagno Fausto Sorini per la proposta di un forum di discussione tra comunisti e speriamo che essa inneschi una risposta adeguata.

Il periodo critico dei “comunismi” in Italia, comunque lo si voglia individuare, dura ormai da molto tempo e l’assenza dal Parlamento, non certo ricercata e iniziata ben quindici anni fa, è riflesso di una condizione di enorme debolezza, quando non di sostanziale irrilevanza.

Ci pare che le recenti accelerazioni della storia abbiano reso ancor più urgente l’esigenza di una discussione e di un chiarimento di cui crediamo siano non pochi a sentire la mancanza, specialmente di fronte alla risposta che nell’insieme abbiamo dato in questi anni. A sospingere questo processo possono essere compagne e compagni, cui è rivolta la proposta, che come anche noi “ritengono del tutto insoddisfacente la situazione attuale” (Sorini); pensiamo però che una tale esigenza possa oggi essere avvertita, e magari trovare sbocco in percorsi diversi ma comunicanti, da tutti i comunisti in Italia: almeno i molti in cui non prevale la “boria di partito” o di gruppo (incluso quello dei non-partito, cui a malincuore apparteniamo, che può anche essere vissuto con boria). Non sarebbe, questo, un modo appropriato per interloquire con le nuove generazioni, piuttosto diverse dalle precedenti?

I profondi e vasti cambiamenti intercorsi in questi ultimi decenni, con un salto di qualità negli ultimi tempi, pensiamo impongano, a coloro che vorrebbero far vivere in Italia un marxismo non rituale, una riflessione di fondo; allo stesso tempo, pongono già su un nuovo terreno la discussione in cui le passate e presenti inadeguatezze, divisioni, separazioni dovrebbero essere passate al vaglio.

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Published: 07 October 2023 Created: 02 October 2023 Hits: 382

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italiaeilmondo

L’invasione russa è stata un atto razionale

È nell’interesse dell’Occidente prendere Putin sul serio

di John Mearsheimer e Sebastian Rosato

Screenshot 2023 10 02 090056 577x280.pngÈ opinione diffusa in Occidente che la decisione del presidente russo Vladimir Putin di invadere l’Ucraina non sia stata un atto razionale. Alla vigilia dell’invasione, l’allora primo ministro britannico Boris Johnson suggerì che forse gli Stati Uniti e i loro alleati non avevano fatto “abbastanza per scoraggiare un attore irrazionale e dobbiamo accettare al momento che Vladimir Putin forse sta pensando in modo illogico e non vede il disastro che lo attende”. Il senatore statunitense Mitt Romney ha fatto un ragionamento simile dopo l’inizio della guerra, osservando che “invadendo l’Ucraina, Putin ha già dimostrato di essere capace di decisioni illogiche e autolesioniste”. L’assunto alla base di entrambe le affermazioni è che i leader razionali iniziano le guerre solo se hanno la probabilità di vincere. Iniziando una guerra che era destinato a perdere, Putin ha dimostrato la sua non razionalità.

Altri critici sostengono che Putin non era razionale perché ha violato una norma internazionale fondamentale. Secondo questa visione, l’unica ragione moralmente accettabile per entrare in guerra è l’autodifesa, mentre l’invasione dell’Ucraina è stata una guerra di conquista. L’esperta di Russia Nina Khrushcheva ha affermato che “con il suo assalto non provocato, Putin si unisce a una lunga serie di tiranni irrazionali” e sembra “aver ceduto alla sua ossessione guidata dall’ego di ripristinare lo status della Russia come grande potenza con una propria sfera di influenza chiaramente definita”. Bess Levin di Vanity Fair ha descritto il presidente russo come “un megalomane assetato di potere”; l’ex ambasciatore britannico a Mosca Tony Brenton ha suggerito che la sua invasione è la prova che egli è un “autocrate squilibrato” piuttosto che l’”attore razionale” che era un tempo.

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Published: 07 October 2023 Created: 22 September 2023 Hits: 200

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la citta futura

Inflazione da imperialismo

di Renato Caputo

Non potendo gli Stati Uniti e le altre potenze imperialiste competere con la Cina su un piano paritario, di libero mercato, hanno proprio loro tradito le politiche liberali e liberiste, imposte fino a quando gli facevano comodo con ogni mezzo necessario, per ripiegare su posizioni protezioniste tipiche della tradizione fascista

c2ca745415189d56785f3572733a80e1 XL.jpgCome è noto l’aristocrazia operaia ha avuto due nefasti effetti di fondamentale importanza: sbarrare durevolmente la strada alla rivoluzione in occidente e consentire un consenso di massa, nei paesi a capitalismo avanzato, alle politiche imperialiste. Tali politiche hanno garantito al proletariato e alla piccola borghesia dei paesi imperialisti delle condizioni di vita indubbiamente superiori a quelle dei loro omologhi nei paesi sotto attacco imperialista e ha tolto alla classe che non aveva altro da perdere che le sue catene la sua potenzialità rivoluzionaria. In tal modo, le forze della sinistra rivoluzionaria hanno avuto e ancora oggi hanno scarsa capacità di incidere, come del resto le forze antimperialiste nei paesi a capitalismo avanzato. Perciò è essenziale per le forze antimperialiste e rivoluzionarie far emergere le strette connessioni fra la politica estera imperialista e il peggioramento delle condizioni di vita delle classi subalterne e, persino, della piccola borghesia e del ceto medio. Come è noto un po’ ovunque, ma in modo particolare nei paesi a capitalismo avanzato e, in primis, in Italia da diversi mesi l’inflazione sta facendo perdere potere d’acquisto a chi vive di un reddito fisso, proletari, ceti medi e pensionati, colpendo i risparmi di una vita della piccola borghesia.

I diretti colpevoli di tale espropriazione delle classi subalterne da parte dei ceti sociali dominanti sono naturalmente gli speculatori e il capitale finanziario. D’altra parte, entrambi questi fattori erano presenti anche prima che iniziasse l’inflazione e nonostante ciò per diversi anni, almeno i paesi a capitalismo avanzato, avevano avuto un’inflazione molto bassa.

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Published: 07 October 2023 Created: 06 October 2023 Hits: 242

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lafionda

La crisi dell’ONU e le vie impervie del multipolarismo

di Elena Basile

La sessione dell’Assemblea Generale delle Nazioni Unite è sempre stata un appuntamento cruciale per le diplomazie europee e per il resto del mondo. In Italia, la Direzione Generale Affari Politici lavorava a tempo pieno per permettere al Governo di strappare fette di attenzione e confermare lo status faticosamente conquistato dopo la sconfitta nella seconda guerra mondiale. Il palcoscenico del mondo aveva bisogno di attori importanti. I bilaterali tra le maggiori potenze decidevano i destini del mondo. Il dialogo con il sud globale avveniva in questo contesto che riusciva ancora a ribadire l’importanza del multilateralismo al fine di prevenire le guerre e assicurare che il diritto internazionale si imponesse in molti casi sull’uso della forza. Garantire i diritti degli Stati più deboli contro i più forti era l’utopia più bella a cui in parte le normative ONU facevano appello.

La settantottesima sessione dell’Assemblea Generale ONU del settembre 2023 è emblematica di come si viva oggi un interregno tra un mondo i cui contorni non sono ancora netti all’orizzonte e un microcosmo in lento disfacimento da anni, il cui declino dopo la guerra in Ucraina sembrerebbe accelerato.

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Published: 07 October 2023 Created: 05 October 2023 Hits: 419

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ilpungolorosso

La strage di Venezia: la cruda realtà sotto la demagogia di stato

di Il Pungolo Rosso

Il destino, il caso, l’apocalisse, il finto cordoglio di circostanza del sindaco di Venezia, di Meloni, Zaia, von der Leyen, Macron, basta così non ne possiamo più, la benedizione delle salme da parte del patriarca, tre giorni di lutto…

E poi “ma come siamo stati bravi, ma come sono stati veloci ed efficienti i soccorsi”, il Veneto, quando dici il Veneto, etc. In realtà sono arrivate molto prima le volanti della polizia che le ambulanze e i vigili del fuoco; e i primi tra tutti a buttarsi tra le fiamme a mani nude per salvare i feriti sono stati, guarda te, due operai della vicina Fincantieri, Boubacar Tourè e Godstime Erheneden, mentre da sopra gli italianuzzi di passaggio filmavano la scena forte…

Ma la questione più importante – perché è successa questa strage? – resta avvolta nel “mistero”, bisogna stare molto attenti a non urtare certi interessi. “I misteri della strage” titola oggi Il Gazzettino. Che, però, è comunque costretto a fornire due importanti indizi di colpevolezza che vanno entrambi in direzione delle istituzioni che ora si congratulano freneticamente con sé stesse.

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Published: 07 October 2023 Created: 04 October 2023 Hits: 276

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lantidiplomatico

Perché in Italia non nasce un vero movimento contro la guerra?

Francesco Santoianni intervista Gianmarco Pisa

Sempre di più (vedi qui o qui) gli Italiani critici per il sostegno governativo all’Ucraina. Nonostante ciò, stenta a decollare un movimento contro la guerra paragonabile, ad esempio, a quello che riempì le piazze nel 2003 ai tempi della Guerra del Golfo. Sui motivi di questa impasse parliamo con Gianmarco Pisa, operatore di pace in zone di conflitto e post-conflitto e ricercatore dell’Istituto Italiano di Ricerca per la Pace – Corpi Civili di Pace (IPRI – CCP).

* * * *

<<I motivi sono molti. Intanto, la frammentazione del movimento non aiuta la costruzione di una piattaforma forte, capace di mobilitare migliaia e migliaia di persone. Poi, non va sottovalutata l’assenza di soggetti politici grandi, di massa, con parole d’ordine coerenti: contro la guerra, contro la Nato, contro l’imperialismo. Infine, anche l’ambiguità di posizioni tipo “né con la Russia, né con la Nato” non aiuta. Lo stesso Stoltenberg, segretario generale della Nato, ha ribadito che la Nato ha rifiutato le proposte di accordo della Russia, provocando, di fatto, l’escalation. Bisognerebbe dire tutte e tre le cose: cessate il fuoco e fate spazio alla politica e alla diplomazia; basta armi all’Ucraina; basta sanzioni alla Russia>>.

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Published: 07 October 2023 Created: 02 October 2023 Hits: 215

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coniarerivolta

L’austerità di Meloni e i fantasmi di Repubblica

di coniarerivolta

Uno spettro si aggira… no, non per l’Europa, ma sulle pagine della stampa italiana, nei talk show e nel dibattito politico, e solo lì. Si parla (ed essendo uno spettro chiariamo subito che è una creatura inesistente), della rappresentazione di un Governo Meloni pronto a fare fuoco e fiamme – sfidando Commissione Europea, organizzazioni finanziarie ed establishment vari – con una legge di bilancio piena di soldi, non preoccupandosi di fare deficit pur di rilanciare l’economia.

Sembra incredibile se pensiamo alla carenza di servizi pubblici, sostegni, investimenti che sperimentiamo ogni giorno, eppure a leggere (ad esempio) le pagine di Repubblica, che non esita a scongelare all’uopo addirittura Cottarelli, è così: il Governo getta via “la maschera del rigore”. Il motivo di questa intemerata è, in occasione della presentazione della NADEF, il diffondersi delle cifre sul rapporto fra deficit e PIL che sono indicate per il 2024, che dimostrerebbero un aumento incontrollato della spesa pubblica e da qui l’incapacità di mantenere gli impegni assunti in precedenza, la scarsa credibilità, l’incapacità di condurre trattative a livello internazionale, etc. etc. etc..

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Published: 07 October 2023 Created: 03 October 2023 Hits: 346

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lantidiplomatico

Il dato demografico dell’Ucraina di oggi e le vostre campagne h24 di menzogne guerrafondaie

di Andrea Zhok*

Nel 1991, alla dichiarazione d’indipendenza, lo stato ucraino contava su 51 milioni di cittadini. Nel 2014, con il colpo di stato di Maidan la popolazione era di 44 milioni di abitanti. Oggi, ottobre 2023, l’Ucraina conta 23,7 milioni di abitanti. Quelli che mancano all’appello sono per la maggior parte rifugiati o emigrati volontariamente all’estero, cui si aggiungono – secondo le stime più aggiornate – intorno ai 300.000 morti in guerra (il che vuol dire almeno un milione di feriti gravi e mutilati).

Le infrastrutture, la produzione agricola e gli apparati industriali ucraini sono devastati.

L’intero sistema statale sopravvive soltanto grazie alla costante iniezione a perdere di capitali occidentali.

Di fronte a questo quadro ricordo le surreali discussioni dei primi giorni e settimane di guerra.

Ricordo uno scambio di battute avuto su La7 in un Talk Show con un ambasciatore e con il conduttore del medesimo.

L’ambasciatore (o ex ambasciatore, non ricordo), alle raccomandazioni di cercare il più rapidamente possibile la strada di una tregua e della trattativa rispondeva testualmente che era “troppo presto”, che bisognava lasciar fare agli eserciti.

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