Ponzani, Processo alla Resistenza

Ponzani, Michela
Processo alla Resistenza : l’eredità della guerra partigiana nella Repubblica : 1945-2022 / Michela Ponzani. – Torino : Einaudi, 2023. – XIV, 232 p. ; 24 cm. – (Einaudi storia ; 106).) – [ISBN] 978-88-06-21724-2.
ebook ISBN 9788858442395

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Il report contiene

Indice
Il libro Presentazione dell’editore
Presentazione IBS e commenti
Link ad un estratto proposto dall’editore Einaudi (Introduzione Scegliere la disobbedienza p.3-17)

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Indice
Il libro Presentazione dell’editore
Presentazione IBS e commenti
Link ad un estratto proposto dall’editore EinaudiIntroduzione Scegliere la disobbedienza p.3-17

Indice

Elenco delle abbreviazioni
Ringraziamenti
Processo alla Resistenza
Introduzione. Scegliere la disobbedienza
I. Patrioti sotto accusa
II. Giustizia partigiana: epurazione sommaria o punizione legale?
III. Amnistie
IV. Via Rasella
V. Solidarietà democratica
VI. Delinquenti abituali
VII. Al di sopra di ogni condanna
VIII. Lettere dal carcere
Conclusioni. «Ma che dobbiamo festeggiare?»
Note
Elenco dei nomi
Il libro

Il libro – presentazione dell’editore

Cosa resta della Resistenza nella Repubblica? Rimosso dalla memoria collettiva, il «Processo alla Resistenza», celebrato nelle aule di giustizia dopo il 1945, anima per decenni il dibattito mediatico, plasmando distorsioni, manipolazioni, miti e luoghi comuni «antiresistenziali», in una serie di polemiche a posteriori. La messa sotto accusa dell’antifascismo finisce col ribaltare ragioni e torti, meriti e bassezze, valori e disvalori. Coloro che hanno combattuto contro nazisti e fascisti si trasformano in pericolosi fuorilegge, colpevoli di aver attentato al bene della patria (esposta all’invasione angloamericana e ai tragici effetti delle rappresaglie, scatenate dall’occupante tedesco) e di aver messo a repentaglio la sicurezza nazionale, difesa invece fino alla fine dai combattenti di Salò. Assassini, vigliacchi, terroristi, «colpevoli sfuggiti all’arresto». Sulla base di questi termini (utilizzati dalla stampa degli anni Cinquanta) la magistratura del dopoguerra, quasi sempre compromessa col regime fascista, giudica quei partigiani che hanno combattuto una guerra per bande. Mentre ex fascisti e repubblichini, autori di stragi e crimini contro civili, vengono assolti, riabilitati e persino graziati per aver «obbedito ad ordini militari superiori» o per la loro natura «di buoni padri di famiglia», i partigiani sono giudicati responsabili delle rappresaglie scatenate dai nazifascisti, per non essersi consegnati al nemico.
Dal 1948 e fino ai primi anni Sessanta, nelle aule di giustizia della nuova Italia democratica va in scena un «Processo alla Resistenza», destinato ad avere un forte impatto mediatico. Assassini, terroristi, «colpevoli sfuggiti all’arresto». Cosí la magistratura del dopoguerra, largamente compromessa col regime fascista, giudica quei partigiani che hanno combattuto una guerra clandestina per bande, tra il 1943 e il 1945. Giudizio condiviso dalla stampa e da gran parte dell’opinione pubblica italiana, che si accompagna a una generale riabilitazione di ex fascisti e collaborazionisti della Rsi, autori di stragi e crimini contro i civili, costretti a «obbedire a ordini superiori». Attraverso carte processuali e documenti d’archivio inediti, Michela Ponzani ricostruisce il clima di un’epoca, osservando i sogni, le speranze tradite e i fallimenti di una generazione che pagò un prezzo molto alto per la scelta di resistere.
Molto è stato scritto sulla Resistenza e sulla guerra di liberazione in Italia. Ma che cosa accadde ai partigiani dopo l’aprile 1945? Come vissero realmente gli anni del dopoguerra e della rinascita del Paese coloro che la Repubblica avrebbe celebrato come i nuovi eroi della patria, martiri del secondo Risorgimento nazionale?


Descrizione IBS

Processo alla Resistenza, il libro della collana di storia della Einaudi che Michela Ponzani ha dedicato a un tema ancora oggi difficile: l’eredità della Resistenza nella Repubblica.

«Michela Ponzani, nel suo libro, ci riporta a uno degli effetti perversi dell’imbarazzo e della confusione che dopo la Liberazione segnarono il rapporto del Paese, i cui equilibri politici in tre anni muteranno peraltro profondamente, con la lotta condotta da migliaia e migliaia di italiani per contrastare l’occupazione straniera e provocare la caduta definitiva del fascismo.» – Corriere della Sera

«Racconta la giustizia ingiusta del dopoguerra, che condannava i partigiani e giustificava i repubblichini. E che spiega in filigrana i distinguo di oggi.» – la Repubblica

«Attraverso le vicende sue e di tanti altri perseguitati dalla giustizia postbellica, questo saggio ci aiuta a capire perché sia così diffusa e feroce l’ostilità nei confronti della memoria della lotta antifascista e a quali fonti si abbeveri, e insieme ci fa sentire in modo netto quanto sia importante impegnarsi per tutelare la verità storica e il profondo valore etico di quella “rivolta morale per la democrazia” che fu la Resistenza.» – Benedetta Tobagi per Maremosso

Molto è stato scritto sulla Resistenza e sulla guerra di liberazione in Italia. Ma che cosa accadde ai partigiani dopo l’aprile 1945? Come vissero realmente gli anni del dopoguerra e della rinascita del Paese coloro che la Repubblica avrebbe celebrato come i nuovi eroi della patria, martiri del secondo Risorgimento nazionale? Dal 1948 e fino ai primi anni Sessanta, nelle aule di giustizia della nuova Italia democratica va in scena un «Processo alla Resistenza», destinato ad avere un forte impatto mediatico. Assassini, terroristi, «colpevoli sfuggiti all’arresto». Così la magistratura del dopoguerra, largamente compromessa col regime fascista, giudica quei partigiani che hanno combattuto una guerra clandestina per bande, tra il 1943 e il 1945. Giudizio condiviso dalla stampa e da gran parte dell’opinione pubblica italiana, che si accompagna a una generale riabilitazione di ex fascisti e collaborazionisti della Rsi, autori di stragi e crimini contro i civili, costretti a «obbedire a ordini superiori». Attraverso carte processuali e documenti d’archivio inediti, Michela Ponzani ricostruisce il clima di un’epoca, osservando i sogni, le speranze tradite e i fallimenti di una generazione che pagò un prezzo molto alto per la scelta di resistere. Cosa resta della Resistenza nella Repubblica? Rimosso dalla memoria collettiva, il «Processo alla Resistenza», celebrato nelle aule di giustizia dopo il 1945, anima per decenni il dibattito mediatico, plasmando distorsioni, manipolazioni, miti e luoghi comuni «antiresistenziali», in una serie di polemiche a posteriori. La messa sotto accusa dell’antifascismo finisce col ribaltare ragioni e torti, meriti e bassezze, valori e disvalori. Coloro che hanno combattuto contro nazisti e fascisti si trasformano in pericolosi fuorilegge, colpevoli di aver attentato al bene della patria (esposta all’invasione angloamericana e ai tragici effetti delle rappresaglie, scatenate dall’occupante tedesco) e di aver messo a repentaglio la sicurezza nazionale, difesa invece fino alla fine dai combattenti di Salò. Assassini, vigliacchi, terroristi, «colpevoli sfuggiti all’arresto». Sulla base di questi termini (utilizzati dalla stampa degli anni Cinquanta) la magistratura del dopoguerra, quasi sempre compromessa col regime fascista, giudica quei partigiani che hanno combattuto una guerra per bande. Mentre ex fascisti e repubblichini, autori di stragi e crimini contro civili, vengono assolti, riabilitati e persino graziati per aver «obbedito ad ordini militari superiori» o per la loro natura «di buoni padri di famiglia», i partigiani sono giudicati responsabili delle rappresaglie scatenate dai nazifascisti, per non essersi consegnati al nemico.

Marcopolo
30 giugno 2023
Libro importante
E’ arduo, per non dire impossibile, comprendere gli sviluppi della storia dell’Italia contemporanea se non si conoscono i risvolti che determinarono l’immediato dopoguerra. Dopo vent’anni di dittatura fascista, un conflitto mondiale dalle disastrose conseguenze e una guerra civile che lacerò profondamente gli italiani, gli anni che seguirono il 23 luglio ’43 e il 25 aprile ’45 furono intossicati (in ogni senso) dalle scorie tremende dell’immediato passato. Ciò che accadde allora, nella giustizia e nell’ingiustizia, deve essere oggi giudicato sine ira et studio, bensì sulla scorta di dati certi e di informata consapevolezza. Questo è proprio ciò che offre il libro, pertanto lavoro di sicuro riferimento e di lodevole importanza.

Claudio
18 maggio 2023
Resistenza
Oltre che al processo alla Resistenza, il libro riporta anche i mancati processi ai fascisti, che dopo l’amnistia Togliatti del ’46 tornarono liberi pur avendo alle spalle delitti inenarrabili. Al contrario fin dall’anno seguente alla fine della guerra moltissimi giudici, tutti di estrazione fascista, smontarono , con l’aiuto di diversa stampa, la memoria della Resistenza, man dando in carcere con motivi spesso futili molti partigiani.

Introduzione Scegliere la disobbedienza

https://www.einaudi.it/content/uploads/2023/04/Pagine-da-INT_ponzani_michela_processo_alla_resistenza.pdf

Renato Guttuso e Mario Strippini

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