Mattei, Clara. L’economia è politica, 2023

Mattei, Clara E.
L’economia è politica / Clara E. Mattei. – Milano : Fuori scena, 2023. – 186 p. ; 21 cm. – (Raccontiamo quello che non si vede).) – [ISBN] 9791222500003. ebook EAN 9791222500287

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Il report contiene
Scheda dell’editore
Sommario
Recensione de Il Fatto Quotidiano
Estratto dell’Introduzione
Recensione di Marco Pondrelli

KW
Economia internazionale, Economia politica, Mattei Clara, Milanović Branko, Piketty Thomas, Politica ed economia, Storia economica, Tooze Adam

Parole chiave

Indice report

Descrizione editore
Contenuti
Sommario
Recensione de Il Fatto Quotidiano
Estratto dell’Introduzione
Recensione di Marco Pondrelli

Mattei, Clara E. L’economia è politica / Clara E. Mattei. – Milano : Fuori scena, 2023. – 186 p. ; 21 cm. – (Raccontiamo quello che non si vede).) – [ISBN] 9791222500003. ebook EAN 9791222500287

Descrizione editore

Questo libro ribalta il racconto consueto dell’economia da cui siamo intossicati e rivela, ripercorrendo una lunga storia che dal fascismo arriva fino ai giorni nostri, quanta e che politica si nasconde dietro le scelte economiche.
Clara Mattei è una giovane economista italiana che da anni vive e lavora a New York, dove insegna alla prestigiosa New School for Social Research. Nel 2022 ha scritto un libro in lingua inglese (The Capital Order), inserito dal «Financial Times» tra le dieci pubblicazioni più influenti dell’anno a tema economico. La sua lettura recupera e rilancia con forza la lezione dei grandi classici, da Smith a Ricardo a Marx, attaccando in modo dirompente quella naturalizzazione dell’economia che ci porta a considerare quest’ultima come una scienza esatta, rigorosa, pura, definita da modelli matematici rispetto ai quali non possiamo fare nulla, solo adattarci. Non per niente ci hanno insegnato che il nostro sistema economico rappresenta il migliore dei mondi possibili, il modo più eccezionale di produrre ricchezza e benessere. I tempi sono ormai maturi per smascherare le falsità insite in questa visione. Questo libro, accompagnato dai commenti di tre importanti economisti internazionali – Thomas Piketty, Branko Milanović e Adam Tooze – introduce una nuova prospettiva emancipatrice, capace di rivelare la trama nascosta dietro le questioni economiche centrali nella discussione pubblica: dall’austerità all’inflazione, dalla disoccupazione alla crescita, dalla concorrenza al debito al rapporto tra Stato e mercato, e moltissimo altro. È illuminante leggere, con la precisione e l’incisività di cui l’autrice è capace, come il potere politico abbia costruito nel tempo un sistema profondamente antidemocratico, destinato scientemente ad arricchire pochi privilegiati, impoverendo per converso la maggioranza della popolazione e rendendo i cittadini sempre più sudditi. La conoscenza è il primo passo per immaginare un mondo diverso, e per muoversi affinché esso diventi possibile.

Contenuti link ed. digitale

1 Copertina
2 Descrizione
3 Frontespizio
4 Copyright
5 Dedica
6 Questo libro
1 Il fuoriscena dell’economia
2 Ci legano le mani, ci tolgono la voce
3 L’economia è politica
4 La logica dell’austerità
5 La trappola dei modelli economici
6 I nemici da combattere
7 L’ordine del capitale
1 Emanciparsi dall’ovvio
2 Una preistoria del capitale
3 Sudditi per sempre
4 La trama nascosta
5 Il cavallo di Troia
6 È lavoro, cioè sfruttamento
7 Chi vince e chi muore
8 Produrre, produrre, produrre
9 L’anima del progresso
10 Basta un po’ di concorrenza
8 La santa disoccupazione
1 Noi, l’esercito di riserva
2 Una verità che fa paura
3 Il «tasso naturale di disoccupazione» e l’inflazione
9 Il codice dell’austerità
1 Guardare la luna, non il dito
2 Tre forme di coercizione
3 Economia di guerra
4 Le alternative possibili
5 Il riscatto dei lavoratori
6 L’alba della restaurazione
7 Arrivano i professori
8 Verso un’economia pura e antistorica
9 La terribile alleanza: austerità e fascismo
10 L’austerità fiscale
11 L’austerità monetaria
12 L’austerità industriale
13 Austerità a confronto
10 Considerazioni conclusive
1 L’alternativa alla narrazione dominante
2 Un modello economico antidemocratico
3 Schiavi del capitale
4 Lo scenario keynesiano: salvare il capitalismo da sé stesso
5 E che, vuoi fare la rivoluzione?
11 Ringraziamenti
12 Sommario

Sommario

Questo libro
Il fuoriscena dell’economia – Ci legano le mani, ci tolgono la voce – L’economia è politica – La logica dell’austerità – La trappola dei modelli economici – I nemici da combattere

L’ordine del capitale
Emanciparsi dall’ovvio – Una preistoria del capitale – Sudditi per sempre – La trama nascosta – Il cavallo di Troia – È lavoro, cioè sfruttamento – Chi vince e chi muore – Produrre, produrre, produrre – L’anima del progresso – Basta un po’ di concorrenza

La santa disoccupazione
Noi, l’esercito di riserva – Una verità che fa paura – Il «tasso naturale di disoccupazione» e l’inflazione

Il codice dell’austerità
Guardare la luna, non il dito – Tre forme di coercizione – Economia di guerra – Le alternative possibili – Il riscatto dei lavoratori – L’alba della restaurazione – Arrivano i professori – Verso un’economia pura e antistorica – La terribile alleanza: austerità e fascismo – L’austerità fiscale – L’austerità monetaria – L’austerità industriale – Austerità a confronto

Considerazioni conclusive
L’alternativa alla narrazione dominante – Un modello economico antidemocratico – Schiavi del capitale – Lo scenario keynesiano: salvare il capitalismo da sé stesso – E che, vuoi fare la rivoluzione?

Ringraziamenti

RECENSIONE de Il Fatto Quotidiano

ECONOMIA
Davvero le scelte economiche sono “neutrali” e inevitabili? No, è un luogo comune. Il libro di Clara Mattei spiega che in realtà è tutta politica
Davvero le scelte economiche sono “neutrali” e inevitabili? No, è un luogo comune. Il libro di Clara Mattei spiega che in realtà è tutta politica
di F. Q. | 15 NOVEMBRE 2023
L’economia è politica (192 pp, 16,50 euro, ed Fuoriscena) è il nuovo libro – il primo in italiano – di Clara E. Mattei, economista, professoressa alla New School for Social Research di NewYork. Questo ultimo lavoro ribalta il racconto consueto dell’economia da cui siamo intossicati e rivela, ripercorrendo una lunga storia che dal fascismo arriva fino ai giorni nostri, quanta e che politica si nasconde dietro le scelte economiche. I tempi sono ormai maturi per smascherare le falsità insite in questa visione. Questo libro, accompagnato dai commenti di tre importanti economisti internazionali – Thomas Piketty, Branko Milanović e Adam Tooze – introduce una nuova prospettiva emancipatrice, capace di rivelare la trama nascosta dietro le questioni economiche centrali nella discussione pubblica: dall’austerità all’inflazione, dalla disoccupazione alla crescita, dalla concorrenza al debito al rapporto tra Stato e mercato, e moltissimo altro. Con precisione e incisività l’autrice spiega come il potere politico abbia costruito nel tempo un sistema profondamente antidemocratico, destinato scientemente ad arricchire pochi privilegiati, impoverendo per converso la maggioranza della popolazione e rendendo i cittadini sempre più sudditi. La conoscenza è il primo passo per immaginare un mondo diverso e per muoversi affinché esso diventi possibile.

Mattei – collaboratrice del Fatto Quotidiano – è autrice di The Capital Order, inserito dal Financial Times tra le dieci pubblicazioni più influenti dell’anno a tema economico, edito in Italia da Einaudi con il titolo di Operazione austerità ma con lo stesso sottotitolo: Come gli economisti hanno aperto la strada al fascismo. Nell’ottobre 2023 ha ricevuto l’Herbert Baxter Adams Prize, conferitogli dalla American Historical Association.

Estratto dell’Introduzione

Ilfattoquotidiano.it pubblica qui un estratto dell’introduzione del nuovo libro.
***
Siamo a Bruxelles, è l’autunno del 1920. Uomini politici ed economisti provenienti da tutta Europa si siedono attorno ai tavoli di lavoro, sono riuniti per la prima conferenza economica internazionale. I toni formali e gli abiti eleganti non riescono a mascherare la tensione che si respira nell’aria. Le loro dichiarazioni lasciano trapelare un senso di accerchiamento, addirittura di angoscia, per quello che considerano un disordine inaccettabile, un caos sociale che sta portando l’economia capitalistica sull’orlo del baratro. Mentre costruivano un pacchetto di provvedimenti improntati alla più dolorosa austerità, i tecnocrati riuniti a Bruxelles erano ben consapevoli del fatto che il vento tirasse da tutt’altra parte. Indurre i cittadini a piegarsi all’ordine del capitale era più facile a dirsi che a farsi. Lo choc della guerra mondiale aveva scatenato nello spirito della gente comune un senso di rivalsa rispetto alle ingiustizie. La Grande Guerra aveva sprigionato una consapevolezza nuova: era emerso chiaramente quanto i lavoratori fossero il motore della macchina economica. L’inflazione montante di quegli anni non faceva che infervorare gli animi e acuire quel senso diffuso di fallimento del vecchio sistema capitalistico.

Alla pari dei suoi colleghi, il professor Luigi Einaudi ne era terrorizzato, sapendo che, ben lungi dall’essere un problema esclusivamente economico, l’instabilità monetaria era una questione intrinsecamente politica. Non per nulla, egli definiva l’inflazione come ciò che «pareva muovere nel profondo la società intiera e preparare alla rivoluzione sociale». Per di più, ne attribuiva la colpa proprio a quei lavoratori che, avendo ottenuto maggiori salari, erano incapaci di controllarsi e indulgevano in quel comportamento scialacquatore comprovato dagli «aumenti cospicui dei consumi non necessari di bevande alcoliche, dolci, cioccolata, biscotti». Ecco denunciata l’immoralità alla base del disequilibrio tra domanda e offerta, che andava disciplinata a qualunque costo, anche quello di sostenere il regime fascista di Benito Mussolini. Fu infatti proprio il Duce a garantire una sufficiente dose di austerità economica, caratterizzata da tagli alla spesa sociale, privatizzazioni, riduzione dei salari e incremento dei tassi di interesse, che gli consentì di guadagnarsi il plauso degli esperti economici di tutto il mondo, anche di liberali come lo stesso Einaudi. Oggi i loro discepoli non la vedono certo diversamente.

La storia si ripete. Balzo in avanti di cento anni, siamo a Washington DC nel marzo del 2022. L’economia globale è scossa da un’altra ondata di inflazione monetaria. Gli esperti della Federal Reserve (Fed) si riuniscono a porte chiuse per alzare i tassi di interesse. Li alzeranno per più di un anno. La maggioranza di noi sente queste notizie alla radio o alla tv con distrazione mista a rassegnazione. Ci paiono scenari lontani, decisioni «economiche», quindi tecniche, che non ci riguardano direttamente e rispetto alle quali non possiamo fare granché. Ma è davvero così? Oppure questa capacità di «depoliticizzare» l’economia, ossia la capacità di allontanare la nostra partecipazione dalle decisioni economiche, è proprio la chiave del successo di un sistema che ci lega le mani e ci toglie la voce? Questo libro è animato anzitutto da un intento: provare ad abbattere quel diffuso luogo comune secondo il quale le decisioni delle istituzioni economiche (dalla Fed alla Banca Centrale Europea al Tesoro), cioè le scelte che danno forma alla nostra economia, siano «neutrali» o al servizio «del bene comune».

La «naturalizzazione» del capitalismo e la nostra ormai acquisita abitudine di delegare molte decisioni fondamentali agli esperti senza intrometterci troppo nei loro affari sono espressione della perniciosa depoliticizzazione dell’economia. Gli economisti di professione, la televisione, i social, i giornali perpetuano quotidianamente l’accettazione e la diffusione di narrazioni che mascherano il funzionamento del nostro sistema economico invece di spiegarlo. È ora di evadere da questa prigione. Mentre scrivo, ci sono moltissime donne e uomini che combattono per una società diversa, credendoci con tale abnegazione da rischiare la propria vita. Il mio è un minuscolo contributo, ed è l’esempio dei miei due prozii che continua a essere per me una fonte di ispirazione inesauribile.

In queste ultime righe introduttive voglio brevemente ricordare i fratelli di mio nonno Camillo, che intrapresero una risoluta battaglia contro l’oppressione fascista. Teresa Mattei, con il nome di battaglia di Chicci, fu la più giovane donna a sedere all’Assemblea costituente. Si deve a lei l’inserimento delle parole «di fatto» nell’articolo 3 della nostra Costituzione: «È compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale, che, limitando di fatto la libertà e l’eguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana e l’effettiva partecipazione di tutti i lavoratori all’organizzazione politica, economica e sociale del Paese». Spirito libero, Teresa non ebbe paura di allontanarsi dal Partito comunista quando esso tradì i suoi ideali, e di affrontare la violenza delle SS quando, durante la Resistenza, approfittarono del suo corpo mentre portava messaggi partigiani. Suo fratello, Gianfranco Mattei, giovane professore di Chimica e gappista, fu catturato il 1° febbraio 1944 mentre costruiva bombe contro i fascisti. Dopo due giorni di sevizie continue, Gianfranco si impiccò con la sua cintura pur di non tradire i suoi compagni. Le ultime parole del mio prozio, scritte sul retro di un assegno consegnato di nascosto al compagno di cella, sono state per i suoi genitori: «Siate forti, sapendo che lo sono stato anch’io». Per essere forti ci servono strumenti forti. E allora proviamoci.

Recensione di Marco Pondrelli su MARXXI pubblicato su Sinistrainrete

Il LINK

IL TESTO

L’economia è politica. Tutto quello che non vediamo dell’economia e che nessuno racconta. Clara E. Mattei
di Marco Pondrelli
Quotidianamente ci imbattiamo in articoli o trasmissioni televisive nelle quali ci viene spiegato che rispetto al passato tutto è cambiato, se ne deduce che lo studio della storia non ha più senso o può servire solo a sfoggiare la propria cultura recitando a memoria i nomi dei sette Re di Roma o qualche data importante. Il libro di Clara Mattei ci spiega che non è così, se è vero che la storia non si ripete uguale a sé stessa è pur vero che quelle che oggi sembrano novità in realtà non lo sono. Il libro inizia proprio con il resoconto di una riunione che si tenne a Bruxelles e nella quali i tecnocrati li riuniti ‘costruivano un pacchetto di provvedimenti improntati alla più dolorosa austerità’ [pag. 9], quello che potrebbe sorprendere è che questa riunione si tenne nell’autunno del 1920.

Allora come oggi l’obiettivo è quello di ‘depoliticizzare’ l’economia, è lo stesso punto di partenza di Alfredo D’attore per il quale il concetto di ‘politico’ rappresenta la ‘carica di alternativa rispetto all’ordinamento sociale dato’. Se d’Attorre affronta il problema da un punto di vista filosofico, Mattei, da economista, cambia il punto di vista ma non le conclusioni laddove afferma che ‘l’economia è politica’ [pag. 13].

Se il capitale ha l’obiettivo di depoliticizzare l’economia il ruolo della sinistra dovrebbe essere quello di ripoliticizzarla, spiegando che la scienza economica non è avulsa dalla lotta di classe, una riflessione che svolge anche Ascanio Bernardeschi nel suo ultimo libro.

Se il primo libro di Clara Mattei analizzava l’austerità prodotta dal fascismo questo si dedica alla situazione attuale. Le scelte che spostano ricchezza verso la parte più ricca della popolazione, ad esempio abbassando le aliquote per i redditi più alti, non sono scelte asettiche ma figlie di una precisa logica politica. Scrive l’Autrice ‘c’è abbastanza cibo prodotto quotidianamente per sfamare tutto il pianeta, eppure più di 800 milioni di persone soffrono la fame’ [pag. 25]. Un problema simile si vive a New York, dove centomila persone vivono nei dormitori pubblici (trentamila bambini) e ‘il numero dei senza fissa dimora è molto più alto’ [pag. 25], come però sottolinea l’Autrice il paradosso è che le case non mancano, proprio a New York ci sono 40 mila appartamenti sfitti. Sul tema del problema abitativo negli Stati Uniti un interessante articolo apparso su ‘il sole 24 ore’ del 19 dicembre a firma Marco Valsania, informava che ‘gli americani senza fissa dimora sono oltre 650mila, ai massimi dal 2007’.

È interessante che per sviscerare un problema che per molti è nuovo Clara Mattei ricorra invece ai testi di Marx e Gramsci, perché ‘ciò che questo libro intende mettere al centro dell’attenzione è il fatto che il conflitto di classe rappresenta la trama nascosta della nostra società’ [pag. 32]. Lo sfruttamento del lavoro negli ultimi anni è aumentato, l’analisi, condita anche da molti esempi dimostra come oggi le tutele stiamo regredendo a livelli ottocenteschi. Le conclusioni sono che ‘dalla nostra analisi emerge una verità che è troppo scomoda da accettare ed è dunque nascosta in ogni modo possibile. L’incompatibilità tra capitalismo e democrazia’ [pag. 108].

Sarebbe interessante, potrebbe essere l’idea per un nuovo libro, che l’Autrice sviluppasse il tema del sud globale o che approfondisse il ruolo di Russia e Cina che definisce ‘false alternative’ [pag. 120]. Premettendo che vi è una differenza fra i due Paesi, penso che sia importante sottolineare come la Cina si riuscita a ridurre la povertà, calata di oltre 800 milioni di persone, adottando un sistema economico che non è quello occidentale. Pur con tutto i suoi difetti e le sue contraddizioni considero il modello cinese un punto di riferimento che mette in discussione lo sfruttamento mondiale.

In conclusione l’interessante libro di Clara Mattei merita di essere letto, perché ha il coraggio di uscire dal pensiero monocorde che, purtroppo, colpisce spesso e volentieri anche il mondo accademico.

Nota di Catone il recensore

A me questo libro ha ispirato queste riflessioni: Il neoliberismo è l’ideologia irrazionalista che depoliticizza l’economia con la pretesa illogica di essere antideologica…
Si tratta di una evidente contraddizione in termini … Un paradosso che nel dibattito pubblico consente di stigmatizzare come ideologiche le opinioni di chi contesta le scelte economiche neoliberiste … In questo modo Von Hayek, Friedman etc sono riusciti a stravolgere e capovolgere, con escamotage parolaio ,la nozione marxiana di ideologia … Questo banale propaganda diffusa in modo sistematico ha prodotto una forte egemonia borghese ,nel senso gramsciano del termine.
Il libro della Prof.Mattei ha anche il pregio di rompere in parte un silenzio assordante a sinistra… Mettendo in evidenza il ruolo POLITICO del Fascismo,del Pinochetismo nell’instaurazione del neoliberismo …
P.S.
Quanti non sanno oppure fanno finta di non sapere che per i contratti di lavoro a chiamata è tornata in vigore una vecchia tabella delle mansioni di una legge del 1923…E l’hanno definita new economy!
Poi ci sarebbero da ricordare, leggi e provvedimenti che sembrano attuali :
Abolizione tassa di successione/forte
1923 21 luglio: approvazione, con ampia maggioranza, della legge Acerbo, da parte della Camera.
Agosto
20 agosto: abolizione dell’imposta sulle successioni.
discorso di Pesaro del 18 agosto 1926.
Lira quota 90/sterlina…
I lavoratori dovettero fronteggiare da fine 1927 una riduzione dei salari stabilita in una percentuale che andava dal 10% al 20% (con una contemporanea riduzione dei prezzi al consumo di circa il 5%),
https://it.m.wikipedia.org/wiki/Cronologia_del_fascismo_italiano.

N.B
Un libro da leggere… Molto interessante.

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