Il saggio di Francesco Saraceno analizza la strategia commerciale dell’amministrazione Trump in un contesto globale sempre più frammentato. Dietro i dazi e le dichiarazioni aggressive, l’economista individua una visione del mondo confusa, tra improvvisazione e obiettivi contraddittori. Saraceno smonta il protezionismo trumpiano mostrando come le misure adottate, lungi dall’essere efficaci, rischiando di indebolire gli Stati Uniti stessi, sia sul piano industriale che geopolitico. Centrale è il confronto con la Cina, potenza emergente più preparata di quanto la Casa Bianca sembri riconoscere. In chiusura, l’autore solleva interrogativi sul possibile indebolimento strutturale del dollaro e sulla tenuta dell’egemonia americana.
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Temi chiave
- Protezionismo e mercantilismo
- Strategia commerciale USA
- Sistema monetario internazionale
- Conflitto USA-Cina
- Dollaro e ruolo di valuta di riserva
- Industria e servizi
- Globalizzazione e catene del valore
Tesi centrale:
La guerra commerciale lanciata da Trump è priva di una strategia coerente e rischia di indebolire gli stessi Stati Uniti. Le misure adottate non rispondono a solide basi economiche, e l’amministrazione sottovaluta la capacità di risposta della Cina e di altri attori emergenti.
Struttura e contenuti principali
1. Caos strategico e comunicativo:
- I dazi imposti e poi sospesi dimostrano un’agenda confusa.
- Nessuna visione chiara, solo obiettivi eterogenei: riduzione disavanzi, rilocalizzazione industriale, contenimento della Cina, indebolimento del dollaro.
2. Mercantilismo e protezionismo d’accatto:
- Trump interpreta i deficit commerciali come “furti” da parte di altri paesi.
- Ignora i benefici del commercio internazionale (Krugman) e il privilegio derivante dall’emissione del dollaro come valuta di riserva (Summers).
3. L’illusione della reindustrializzazione:
- Il declino industriale USA è strutturale e iniziò ben prima della Cina.
- Anche una “vittoria” sui dazi non riporterebbe l’industria ai livelli sperati, anche per l’automazione.
4. Autolesionismo economico:
- Le politiche migratorie e sanitarie danneggiano le esportazioni di servizi, settore chiave per gli USA.
5. Confronto storico con Nixon (1971):
- Differenze con l’epoca post-Bretton Woods: allora l’egemonia americana era incontestata, oggi Cina e altri attori possono rispondere.
6. Il fattore Cina:
- Pechino ha già ridotto la dipendenza dagli USA.
- Gli USA importano beni intermedi difficili da sostituire; la Cina può trovare alternative (es. soia brasiliana).
- Washington impreparata alla guerra commerciale, al contrario di Pechino.
7. Rischio sistemico:
- Possibile perdita di fiducia nel dollaro e nell’economia americana.
- Verso un possibile cambiamento del regime monetario globale?