Sinistrainrete202308-20-19

Tutti gli indici di Sinistra in rete dei giorni 20-19 agosto 2023 con i link agli articoli

Details Published: 20 August 2023 Created: 17 August 2023 Hits: 166

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carmilla

Egemonia e rivoluzione

di Nico Maccentelli

Introduzione

Questo intervento non vuole dare certo un quadro esaustivo dell’attuale fase politica italiana e internazionale, ma articolare alcuni aspetti politici, che sino a oggi non mi risulta siano stati sviscerati con compiuta contezza.

L’eredità analitica della Terza Internazionale, ci diceva che i processi rivoluzionari hanno delle proprie peculiarità in base alle composizioni sociali e ai rapporti tra classi sociali tra loro, seguendo uno schema interno alle diverse formazioni economico-sociali: rivoluzioni democratico-borghesi nei paesi in via sviluppo (o sottosviluppati) con diverse gradazioni in base al livello raggiunto dalle forze produttive e alla crescita dei mezzi di produzione del capitale nella formazione delle classi operaie, fino alle rivoluzioni proletarie socialiste a guida proletaria nei paesi a capitalismo avanzato. Ora nel sistema mondo, per essendoci ancora le diverse gradazioni di sviluppo e la diversità delle composizioni sociali, non si può non aver capito come la questione nazionale sia in realtà questione dirimente anche nelle società complesse, di fronte a un dominio imperialista fortemente gerarchizzato che ridisegna le colonie e neocolonie anche dentro la catena dei paesi imperialisti stessi.

Le lotte per l’emancipazione di settori sociali e di classe, per la liberazione della donna, per l’indipendenza nazionale, sono tutte parti di un mosaico che definisce nella sua generalità la lotta di classe nel sistema capitalista. Dentro questo sistema vigente vi sono forme di egemonia e di oppressione differenziate che vanno a comporre un mosaico assai frammentato. Le lotte non seguono un percorso e non hanno un posizionamento definito, ma sono frammentate e spesso anche in conflitto tra loro.

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166 viewsDetails Published: 20 August 2023 Created: 27 July 2023 Hits: 147

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machina

La pausa della storia

di Vittorio Ray

Recensione de «La fine della fine della storia. Lo strano ritorno della politica nel XXI secolo»

Come anticipato, a Settembre Machina intraprenderà un lavoro sugli anni Novanta, a lungo considerati l’epoca della fine della storia e delle ideologie. Forse, però, sarebbe più corretto interpretarli come gli anni dell’affermazione dell’ideologia del progresso liberal-democratico nella variante neoliberale. Possiamo dire che quell’epoca è terminata e che più che alla fine della storia abbiamo assistito ad una sua pausa? Vittorio Ray ragiona attorno a questo tema recensendo La fine della fine della storia. Lo strano ritorno della politica nel XXI secolo (Tlon,2022) di Alex Hochuli, George Hoare e Philip Cunliffe.

* * * *

Nel 2021, in piena pandemia, esce La fine della fine della storia. lo strano ritorno della politica nel XXI secolo (tradotto in Italia da Tlon nel 2022), un testo che nel linguaggio internettiano contemporaneo potremmo chiamare «basato di sinistra» o alt-left: da una prospettiva più o meno dichiaratamente militante i tre autori, uno brasiliano (Alex Hochuli) e due inglesi (George Hoare e Philip Cunliffe), cercano di inquadrare la crisi trentennale della sinistra fino all’ultima delusione della sinistra populista (2020 circa), non prima di aver lungamente indugiato sulla disfatta della sinistra liberale nelle campali battaglie di Trump e Brexit. Parla di fenomeni abbastanza recenti, di cui tuttavia si è discusso già molto, magari in modo frammentato, soprattutto su internet. Il libro ha il merito di raccogliere e organizzare quelle riflessioni in un sistema coerente, il cui raggio d’analisi è nientemeno che un’intera epoca – la nostra. Ma che cosa è un’epoca? Un’epoca è un periodo di tempo relativamente lungo, caratterizzato da tratti distintivi e rilevanti nello sviluppo della storia, della cultura, della scienza, dell’arte o di altri aspetti della società umana. Un’epoca è di solito più lunga di una singola generazione e può durare da decenni a secoli, se non addirittura più a lungo.

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147 viewsDetails Published: 20 August 2023 Created: 17 August 2023 Hits: 199

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lantidiplomatico

Come lavora la propaganda per l’uscita dell’Italia dalla Via della Seta

di Eusebio Filopatro

Riceviamo e volentieri rilanciamo un articolo di Eusebio Filopatro, vittima della solita aggressione dei media “liberi” per una sua riflessione pubblicata sul Global Times

“Sogno un mondo dove gli scrittori, obbligati dalla legge, devono tenere segreta la loro identità e usare uno pseudonimo.” Così il compianto Milan Kundera ne L’arte del romanzo.

In quelle pagine, Kundera parlava soprattutto dei romanzieri, e la sua preoccupazione era evitare lo stridulo ed egotistico ritornello: “come scrivo nel mio libro…” Kundera notava che, giunti al compiaciuto “mio libro” la voce scarta di un’ottava.

Ci sono però altre ragioni valide, e ben più politiche, dietro alla scelta dell’anonimato, o dello pseudonimo.

Ad esempio, l’Economist pubblica tutti gli articoli anonimamente, con poche e specifiche eccezioni, dalla sua fondazione nel 1843, ovvero da 180 anni. Uno dei suoi editori (1938-1956), Geoffrey Crowther, così giustificava questa linea: il giornalista “non è il padrone ma il servitore di qualcosa di gran lunga più grande di sé stesso… [l’anonimato] concede allo scritto un sorprendente slancio di pensiero e di principio”. Più succintamente, come scrive – anonimamente – l’Economist: “ciò che si scrive conta più di chi lo scrive”.

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199 viewsDetails Published: 20 August 2023 Created: 20 August 2023 Hits: 178

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sinistra

Chi sono i filosofi?

di Salvatore Bravo

Viviamo in un tempo di ombre, ma spesso è dove non volgiamo lo sguardo che si trovano le verità che rivelano il nostro tempo. Non è inusuale ascoltare la domanda su “che cosa sia la filosofia”. Domanda importante e fondamentale ma meno compromettente rispetto alla domanda “chi sono i filosofi”. Si dà per scontato che i filosofi siano accademici ed esperti, le loro esistenze ad uno sguardo più attento si confondono l’una con l’altra, è il “segno dell’assenza di una originalità del profondo”.

Il titolo di filosofo è attribuito a chiunque sia specializzato in un autore o in branca specialistica della filosofia e viva all’ombra delle accademie. Sono uomini che nulla traggano da sé, ma continuano a macinare l’infinito spirito dei filosofi. Ne traggono linfa per i loro saggi, sono conferenzieri che non osano avventurarsi nel “nuovo”. Le loro parole sono conferme del “già detto”, pertanto restano all’interno di schemi precostituiti. Uomini infecondi che riposano su parole che non lasciano intravedere orizzonti mai battuti, vivono nelle accademie come fossero temperati rifugi: le guerre dello spirito sono degli altri, le loro esistenze sono comode prigioni a cui si sono adattati.

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178 viewsDetails Published: 20 August 2023 Created: 17 August 2023 Hits: 230

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comidad

Per quel giorno Gorbaciov ha un alibi, Gazprom no

di comidad

Su una piccola approssimazione si possono costruire enormi edifici di mistificazioni, quindi bisogna essere precisi. Quando qualcuno bara un po’ sui dati e sulle date, allora i nostri media mainstream corrono immediatamente ai ripari, però nel modo che gli è congeniale, cioè sparando ancora più scemenze. Il giornalista Paolo Mieli ha ottenuto, chissà come, una patente di storico, e ciò gli consente di entrare a gamba tesa su tutti gli argomenti; perciò laddove prima c’era solo confusione, egli può prontamente seminare il caos. Pare che in Russia un testo scolastico abbia offerto un’immagine negativa di Michail Gorbaciov, attribuendogli un’ingenua fiducia nei confronti degli USA e, indirettamente, persino la responsabilità dell’attuale conflitto con l’Ucraina. Di fronte a queste ingenerose valutazioni, Mieli, come un novello Giove Pluvio, manifesta la propria indignazione scatenando un diluvio di puttanate a proposito di Stalin, dei confini polacchi e così via; insomma, tutta roba che non c’entra niente.

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230 viewsDetails Published: 20 August 2023 Created: 16 August 2023 Hits: 165

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lantidiplomatico

L’Italia vista dalla parte dei vinti

di Marcello Bussi

È un grande onore per l’AntiDiplomatico poter rilanciare la recensione di Marcello Bussi su Milano Finanza del libro di Pasquale Cicalese “50 anni di guerra al salario” (LAD EDIZIONI, 2023).

Si tratta di un’opera alla quale la nostra casa editrice è molto legata e ringraziamo sentitamente Bussi per lo spazio e l’attenzione riservata.

* * * *

Perché interessarsi al libro di un funzionario dell’Inail di Pontecagnano, provincia di Salerno, che si diletta di economia? Di dilettanti allo sbaraglio ce ne sono a vagonate, tipi eccentrici e solitamente solitari che si credono chissà chi. A che titolo parla costui: non è un cattedratico, si è laureato all’Università di Bologna quando era un vero bordello e il 18 politico non si negava a nessuno, osa addirittura intitolare il suo libro 50 anni di guerra al salario. Ma chi si crede di essere? Ha mai messo piede in Bocconi? E però viene letto con attenzione da solidi economisti come Guido Salerno Aletta e Vladimiro Giacché, perché?

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165 viewsDetails Published: 19 August 2023 Created: 17 August 2023 Hits: 475

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piccolenote

Ucraina: i tre niet USA alla fine della guerra

di Piccole Note

Articolo storico quello di Ted Snider pubblicato su The American Conservative del 16 agosto. Ne pubblichiamo ampi stralci

ze bi pu e1692284633191“Il 25 febbraio, il giorno dopo l’inizio dell’invasione, il presidente ucraino Volodymyr Zelensky ebbe a dichiarare di essere pronto ad abbandonare l’idea di far aderire l’Ucraina alla NATO”.

Primo tentativo di pace: il primo, Zelensky

Così Zelensky: “Non abbiamo paura di parlare con la Russia. Non abbiamo paura di parlare delle garanzie di sicurezza per il nostro stato. Non abbiamo paura di parlare della possibilità di uno stato neutrale. Non siamo nella NATO adesso… Dobbiamo parlare della fine dell’invasione. Dobbiamo parlare di un cessate il fuoco”.

Mykhailo Podolyak, consigliere del presidente ucraino, aveva confermato: “l’Ucraina vuole la pace ed è pronta per un negoziato con la Russia, anche sullo status neutrale in rapporto alla NATO”. Interpellato dalla alla Reuters il 25 febbraio aveva detto: “Se i colloqui sono possibili, si devono fare. Se a Mosca dicono di voler negoziare, anche sullo status neutrale, non abbiamo timore di farlo. Possiamo parlare anche di questo”.

“[…] Il 27 febbraio, a soli tre giorni dall’inizio della guerra, Russia e Ucraina hanno così annunciato che avrebbero tenuto dei colloqui in Bielorussia. La delegazione ucraina vi giungeva con la volontà di negoziare la neutralità. Infatti, Zelensky aveva dichiarato: ‘Abbiamo concordato che la delegazione ucraina s’incontrerà con quella russa senza precondizioni‘”.

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475 viewsDetails Published: 19 August 2023 Created: 15 August 2023 Hits: 295

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lavocedellelotte

“Nell’antidogmatismo di Tronti c’è qualcosa di vitale per il marxismo contemporaneo”

Juan Dal Maso intervista Jamila Mascat

In questa intervista con Juan Dal Maso, Jamila discute le principali idee ed esperienze di Mario Tronti, così come l’importanza di un recupero critico della sua opera per la sinistra di oggi

Mario Tronti è una figura chiave del pensiero politico di sinistra in Italia nella seconda metà del XX secolo. Come possono essere periodizzate la sua opera e la sua carriera?

Il lungo corso della traiettoria di Mario Tronti si snoda attraverso i tortuosi tornanti della seconda metà del Novecento. Toni Negri ha parlato recentemente dell’enigma Tronti, per sottolineare quella che a suo avviso è “la discontinuità profonda fra il Tronti di Operai e capitale e quello dell’autonomia del politico”1. In realtà, nonostante i cambiamenti di rotta puntualmente intrapresi nello sforzo di riconfigurare nella congiuntura l’orientamento della sua bussola politica, il percorso di Tronti presenta forti elementi di continuità. Uno per tutti, il primato dell’organizzazione, che è un nodo essenziale della sua esperienza politica nonché della sua riflessione teorica. Non mancano però i salti, cari a Lenin lettore della Logica di Hegel, che in Operai e capitale già definiscono la linea di condotta del metodo di Tronti.

Nel 1951 Tronti si iscrive alla Federazione giovanile comunista e nel 1954 al PCI, a cui resterà iscritto fino allo scioglimento del partito nel 1991. Nel 1956, però, prende posizione con altri giovani militanti e intellettuali a favore degli insorti in Ungheria. La vicenda ungherese segna sicuramente un punto di svolta e scombussola l’adesione ortodossa di Tronti al PCI, rivelando manifestamente ai suoi occhi e a quelli di una generazione le storture dello stalinismo di Togliatti. Parallelamente, sul versante della critica teorica, matura l’avversione di Tronti, influenzato dalla scuola di Galvano Della Volpe, nei confronti del marxismo gramsciano egemone in Italia in quanto filosofia ufficiale del partito.

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295 viewsDetails Published: 19 August 2023 Created: 13 August 2023 Hits: 344

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ilchimicoscettico

Un minuto a mezzanotte?

di Il Chimico Scettico

Negli anni 80 Watchmen inserì al centro del proprio plot l’orologio dell’apocalisse (https://it.wikipedia.org/wiki/Orologio_dell%27apocalisse). Una soluzione “creativa” di uno degli eroi del gruppo evitava l’apocalisse nucleare. L’orologio è un qualcosa di estremamente suggestivo. Che sia nato nel 47 su iniziativa del Bulletin of the Atomic Scientists ècosa cheha fatto riflettere molti, negli anni, ed è un evento indirettamente protagonista di Oppenheimer, film che merita una visione attenta. Il fatto che nel 2007 l’orologio dell’apocalisse includa i cambiamenti climatici è uno dei segni del nuovo millennio, per il più semplice dei motivi: nessuno ha il dito sul grilletto degli emettitori di gas serra globali, mentre invece il grilletto delle armi nucleari esiste, eccome se esiste.

A dispetto di un mio caro amico che lo odia, citerò di nuovo Tom Clancy, da quell’Uragano Rosso che divenne libro di testo all’Accademia di Annapolis: i Russi consideravano l’arma atomica una scelta politica, non militare, esattamente come la loro controparte (che però nascondeva la cosa sotto tonnellate di tecnicismi). Quando si usa un’ordigno nucleare qualcuno dà l’ordine e sappiamo benissimo chi è. Sempre a proposito di Clancy:

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344 viewsDetails Published: 19 August 2023 Created: 16 August 2023 Hits: 346

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effimera

Strappiamo Tronti dalle grinfie dei salotti buoni

di Sergio Fontegher Bologna

Il 7 agosto è morto Mario Tronti, numerosi sono stati i necrologi, i ricordi, le testimonianze. Lo hanno chiamato “un gigante”, il “padre dell’operaismo”… giusto. Però a noi quando si parla di operaismo, e quindi inevitabilmente, di lui, non vengono in mente cattedre universitarie, seminari, convegni, tavole rotonde, ascoltatori compunti, recensioni, vengono in mente assemblee operaie, picchetti duri, spintoni anche tra compagni, canti di gioia, incriminazioni, carceri, veglie notturne davanti a fuochi improvvisati, discussioni appassionate, produzione d’idee. Viene in mente che qualcuno vuole sempre metterci in ginocchio a fare e a vivere come dice lui. Viene in mente il desiderio di libertà, il rifiuto di piegare la testa.

Tronti autore di Operai e capitale, certo, ma un autore che pensa all’interno di un collettivo e sa che ciascuno ci porta qualcosa di suo. Operai e capitale è impensabile senza la conricerca di Romano Alquati, senza gli scritti sullo Stato di Toni Negri, senza le lotte operaie degli elettromeccanici milanesi, dei Cotonifici della Val di Susa, di Mirafiori, del Petrolchimico di Marghera, dell’Italsider di Genova.

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346 viewsDetails Published: 19 August 2023 Created: 16 August 2023 Hits: 317

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lafionda

Le PASO argentine del 2023

di Marco Romboli

Il 13 agosto in Argentina si sono celebrate le PASO (Primarie Aperte Simultanee e Obbligatorie), una peculiarità elettorale del paese in cui gli schieramenti non solo scelgono il proprio candidato per le elezioni generali ma in cui devono necessariamente partecipare per poter essere presenti sulla scheda elettorale ad ottobre (la legge richiede che ciascuna formula ottenga almeno l’1,5% dei voti validi).

La tornata, segnata da un basso tasso di partecipazione (solo il 69%), ha visto come vincitore l’economista Javier Gerardo Milei, istrionico leader dell’estrema destra che negli ultimi quattro anni si è riconvertito da fenomeno mediatico in un vero e proprio terremoto politico capace di attirare il voto sia dei settori più conservatori e reazionari della società che di quelli a reddito basso. La sua candidatura ha raccolto più del 30% distanziando di quasi 9 punti il Ministro dell’Economia uscente, il peronista Sergio Massa e scalzato il centro destra di Juntos por el Cambio (la coalizione che esprimeva l’ex Presidente della Repubblica Mauricio Macri) dal ruolo di principale avversario del Peronismo.

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317 viewsDetails Published: 19 August 2023 Created: 16 August 2023 Hits: 337

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lacausalitadelmoto

Il pelo e l’uovo sui fatti Africani

di Alessio Galluppi

Ricevo un commento di Michele Castaldo sull’articolo della Tendenza Internazionalista Rivoluzionaria a proposito degli importanti accadimenti in Niger e nel Sahel che riporto qui per intero più avanti.

L”articolo della TIR potete leggerlo su sinistrainrete.info, mentre il commento di Michele Castaldo lo potete leggere qui di seguito in fondo a questa mia breve disgressione. Con un compagno che si trova negli Stati Uniti, appassionato dalla lotta storica del proletariato black ho commentato in un modo simile a quello del compagno Michele circa quanto le ideologie della tradizione di classe stanno esprimendo riguardo ai fatti Africani. Riporto letteralmente (con traduzione inversa, dall’inglese all’italiano) quanto ho scritto a questo carissimo compagno di Chicago (che pazientemente si legge i miei scritti spesso tradotti dall’italiano all’inglese con scarsa qualità – di cui l’ultimo al di sotto della solita media come mi ha fatto amichevolmente notare).

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Carissimo xxx,

Il concetto è “la rivoluzione è in marcia” e possiamo coglierlo se smettiamo di pensare sulla base di ciò che l’illuminismo storico ha trasferito nel socialismo hegeliano: il libero arbitrio dell’individuo trasposto verso una certa classe sociale.

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