Limes 2023/7 “Il Gran Turco”

Presentazione, sommario e note di contenuto degli articoli del numero 7/23 dedicato alle conseguenze geopolitiche della rielezione di Recep Tayyip Erdoğan.

Presentazione

Il Gran Turco si propone di fotografare il momento della Turchia, potenza in grado di influenzare in modo sempre più decisivo gli equilibri geopolitici nel suo intero intorno strategico. Dal Mar Nero alle Afriche, dai Balcani alle Asie profonde. Ascesa di cui Recep Tayyip Erdoğan, troppo spesso associato in modo sineddotico al suo paese, è simbolo e volto. Ma non causa.
La prima parte – significativamente intitolata “Essere turco” – indaga i fattori della potenza anatolica. Ampio spazio è dedicato naturalmente al fattore umano, tratto distintivo di quello che Erdoğan ha battezzato “secolo della Turchia”. Il bilancio è piuttosto netto: malgrado la polarizzazione elettorale, la patria non è divisa. I turchi sono molto più uniti di quanto riveli il risultato delle recenti elezioni presidenziali.
La seconda parte – “Altri turchi e resto del mondo” – analizza la percezione dell’ascesa della Turchia da parte di Stati Uniti e Cina e si addentra nelle questioni geopolitiche oggi più pressanti per Ankara: dal confronto con la Grecia al tentativo di guidare l’ecumene turca.
La terza parte – “Il Gran Turco alla porta” – riflette la potenza turca nello specchio italiano, dando conto della penetrazione della Turchia nei quadranti decisivi per il nostro paese: Nord Africa e Balcani.

Sommario


Si prega di bussare alla Porta – Editoriale
(in appendice La Turchia usa l’Italia per connettere Europa e Africa – Giuseppe De Ruvo)


Parte 1 – Essere turco


‘Noi turchi abbiamo sempre voluto dominare il mondo. E continueremo a volerlo’ – Erol Göka

Erdoğan figlio di Atatürk – Daniele Santoro

La gloria secondo il turco, anima nomade e distruttiva – Giuseppe De Ruvo

La erdoganomics ha i miliardi contati – Fabrizio Maronta

La patria non è divisa – Halil Karaveli

Radiografia del potere di Erdoğan – Gökhan Bacık

Il club dei perdenti. Perché Erdoğan ama i suoi sfidanti – Marco Ansaldo

Selçuk Bayraktar, erede tecnologico del secolo turco – Alessandro Aresu

Ankara scommette sull’autarchia militare – Bruno Cianci

‘È ora di aggiornare il trattato di Losanna’ – Paolo Bizzeti

La giornata di uno scrutatore – Fabio Salomoni


Parte 2 – Altri turchi e resto del mondo


Il mondo turco non è soltanto il mondo di Ankara – Emre Öktem

‘Vi spiego cos’è la Patria Blu’ – Cihat Yaycı

‘Anche da impero, la Turchia serve agli Stati Uniti’ – Soner Çağaptay

Cina e Turchia sono sugli stessi binari – Mu Chunshan

Il lupo grigio, l’orso e l’usignolo – Sezai Özçelİk

Per la Grecia la Patria Blu resta una minaccia esistenziale – Costantinos Filis

Più Israele, meno Iran: l’equazione mediorientale di Ankara – Salim Çevik

Siria e Iraq resteranno le priorità di Ankara – Can Acun


Parte 3 – Il Gran Turco alla porta


Italia e Turchia, le due teste dell’aquila albanese – Lorenzo Noto

Türkiye first – Germano Dottori

Perché la Turchia è potenza balcanica – Mehmet Uğur Ekinci

Ankara è in Libia per restarci – Bilgehan Öztürk


Autori


La storia in carte – a cura di E

IN QUESTO NUMERO

Carta di Laura Canali - 2023

Si prega di bussare alla Porta

Editoriale del numero di Limes 7/23, Il Gran Turco.

Carta di Laura Canali - 2023

La Turchia usa l’Italia per connettere Europa e Africa

Appendice dell’editoriale “Si prega di bussare alla porta” di Limes 7/23, Il Gran Turco.

a cura di Giuseppe De Ruvo

Carta di Laura Canali - 2023

‘Noi turchi abbiamo sempre voluto dominare il mondo. E continueremo a volerlo’

Conversazione con Erol Göka, psichiatra sociale e scrittore, a cura della redazione del blog erolgoka.net

Carta di Laura Canali - 2019

ERDOĞAN FIGLIO DI ATATÜRK

Il destino imperiale della Turchia non è legato solo alla personalità di Kemal e dell’attuale leader, ma alla atavica cultura del suo popolo. Modernizzati i turchi, resta da turchizzare la modernità. La parabola neo-ottomana prelude agli Stati Uniti di Turchia.

di Daniele Santoro

Carta di Laura Canali - 2019

LA GLORIA SECONDO IL TURCO, ANIMA NOMADE E DISTRUTTIVA

La penisola anatolica continuerà a ribellarsi a qualsiasi tentativo di integrazione sistemica, per motivi storico-antropologici. Alla razionalità utilitaristica Ankara oppone la cultura del potlàch e il nomadismo. Archeologia dei droni Bayraktar.

di Giuseppe De Ruvo

Carta di Laura Canali - 2023

LA ERDOGANOMICS HA I MILIARDI CONTATI

Anni di finanza corsara portano la Turchia sull’orlo del crack: riserve agli sgoccioli, troppi debiti, welfare insostenibile. La dipendenza industriale dalla Cina e la dubbia filantropia araba. Il business delle sanzioni è un tappabuchi. Svolta in vista?

di Fabrizio Maronta

Carta di Laura Canali - 2016

LA PATRIA NON È DIVISA

L’apparente spaccatura culturale tra turchi è fuorviante. L’esito delle elezioni oscura il sostrato di conservatori che si nutrono della grandezza nazionale. I curdi e i rifugiati siriani. Le crescenti disuguaglianze sociali potrebbero infrangere l’attuale unità.

di Halil Karavelİ

Carta di Laura Canali - 2023

RADIOGRAFIA DEL POTERE DI ERDOĞAN

La longevità politica del presidente turco poggia su cinque pilastri: fedelissimi, commissioni, oligarchi, media e «zona grigia». Il valore della cooptazione. Il ruolo di mafie e paramilitari. Il personalismo assoggetta i singoli e svuota le istituzioni.

di Gökhan Bacık

Carta di Laura Canali - 2023

IL CLUB DEI PERDENTI. PERCHÉ ERDOĞAN AMA I SUOI SFIDANTI

Il leader turco vince regolarmente ogni elezione. A parte lo straordinario carisma, molto deve alla pochezza di chi vorrebbe prenderne il posto. E mentre l’improbabile Kılıçdaroğlu non pensa a dimettersi, i partiti di opposizione si preparano alla disfida per Istanbul.

di Marco Ansaldo

Selcuk Bayraktar, presidente del Consiglio di amministrazione e chief technology officer dell'azienda turca Baykar, durante un discorso al Teknofest di Istanbul, marzo 2023. (Foto: Arif Hudaverdi Yaman/Anadolu Agency via Getty Images)

SELÇUK BAYRAKTAR, EREDE TECNOLOGICO DEL SECOLO TURCO

Lo scopo del genero di Erdoğan non è usare i droni per cambiare la natura della guerra ma il rapporto dei turchi con la scienza e la tecnologia. La formazione e la crescita di un leader, tra Elon Musk e Maverick. La possibilità concreta della successione al sultano.

di Alessandro Aresu

Carta di Laura Canali - 2023

ANKARA SCOMMETTE SULL’AUTARCHIA MILITARE

I progressi compiuti dall’industria bellica turca sono sotto gli occhi di tutti. Il sottovalutato calcolo elettorale di Erdoğan. I droni Bayraktar, emblema del successo nazionale. Dalla guerra d’indipendenza all’invasione di Cipro. Gli affari con i paesi del Golfo.

di Bruno Cianci

Il vescovo Paolo Bizzeti, vicario apostolico dell'Anatolia, durante una cerimonia pasquale, Provincia di Hatay, Turchia, 2016. (Foto: Burak Milli/Anadolu Agency/Getty Images).

‘È ora di aggiornare il trattato di Losanna’

Conversazione con Paolo Bizzeti, vicario apostolico dell’Anatolia.

a cura di Guglielmo Gallone

Seggio elettorale per il ballottaggio delle presidenziali turche, Ankara, 28 maggio 2023. (Foto: Halil Sagirkaya/Anadolu Agency via Getty Images)

La giornata di uno scrutatore

Storie di Limes

di Fabio Salomoni

Carta di Laura Canali - 2019

IL MONDO TURCO NON È SOLTANTO IL MONDO DI ANKARA

L’Organizzazione degli Stati turchi è sempre più visibile e influente. L’importanza della storia e della lingua. L’ammissione di Ungheria e Cipro Nord. I rapporti con la Russia e gli effetti della guerra in Ucraina. La Turchia eviti di parlare a nome degli altri paesi.

di Emre Öktem

Carta di Laura Canali - 2023

‘Vi spiego cos’è la Patria Blu’

Conversazione con Cihat Yaycı, ammiraglio turco in pensione, scrittore e accademico. Capo di Stato maggiore delle forze navali turche dal 2017 al 2020.

a cura di Bruno Cianci

Carta di Laura Canali - 2023

‘Anche da impero la Turchia serve agli Stati Uniti’

Conversazione con Soner Çağaptay, storico e direttore del Programma Turchia al Washington Institute for Near East Policy.

a cura di Giuseppe De Ruvo e Federico Petroni

Carta di Laura Canali - 2023

CINA E TURCHIA SONO SUGLI STESSI BINARI

La rielezione di Erdoğan agevola la rotta delle nuove vie della seta cinesi passante per l’Asia centrale. Ankara vuole essere protagonista nella regione e accrescere l’interscambio con Pechino. Perciò non dibatte del trattamento degli uiguri nel Xinjiang.

di Mu Chunshan

Carta di Laura Canali - 2023

IL LUPO GRIGIO, L’ORSO E L’USIGNOLO

Lo spregiudicato equilibrismo ucraino rischia di costare caro ad Ankara, che potrebbe ritrovarsi senza carte da giocare dopo la fine della guerra. Gli americani aspettano i turchi al varco. Non sarà Erdoğan a decidere quando finirà la danza con Putin.

di Sezai Özçelİk

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PER LA GRECIA LA PATRIA BLU RESTA UNA MINACCIA ESISTENZIALE

Negli ultimi cinquant’anni abbiamo assistito a una metodica e progressiva escalation delle pretese marittime turche. Ma l’approccio massimalista pone Ankara contro tutti i vicini regionali. Gli assi della strategia ellenica. I requisiti minimi per il dialogo.

di Costantinos Filis

Carta di Laura Canali - 2023

PIÙ ISRAELE, MENO IRAN: L’EQUAZIONE MEDIORIENTALE DI ANKARA

Il rapprochement con Stato ebraico e paesi arabi, in scia agli accordi di Abramo, guasta i rapporti con Teheran, che teme l’accerchiamento. La partita sirachena. Il fronte sud-caucasico. Ma quella fra Turchia e Repubblica Islamica è rivalità controllata.

di Salim Çevİk

Carta di Laura Canali - 2020

SIRIA E IRAQ RESTERANNO LE PRIORITÀ DI ANKARA

Il Siraq rimane il fulcro della geopolitica turca. Qui si decidono due partite di importanza vitale: terrorismo e rifugiati. Nella nuova èra a gestire la politica estera di Ankara sarà il triumvirato Fidan-Güler-Kalın. Inutile aspettarsi grandi cambiamenti.

di Can Acun

Carta di Laura Canali - 2023

ITALIA E TURCHIA, LE DUE TESTE DELL’AQUILA ALBANESE

L’Albania è essenziale per la sicurezza adriatica e balcanica. Ankara è tornata per restarci. Per non farci espellere, a noi italiani conviene testarla come ponte di un rapporto coi turchi, per farli sentire coinvolti. Se il Kosovo scotta, cominciamo dalle dispute marittime.

di Lorenzo Noto

Carta di Laura Canali - 2021

TÜRKİYE FIRST

Il rapporto con Ankara manifesta uno squilibrio che non riusciamo a correggere, complice la nostra assenza di visione strategica. In particolare quando trattiamo con Erdoğan di Nord Africa, Mediterraneo orientale e Somalia.

di Germano Dottori

Carta di Laura Canali - 2023

PERCHÉ LA TURCHIA È POTENZA BALCANICA

Le affinità culturali, linguistiche e di stile di vita concedono ad Ankara un canale privilegiato per influenzare la traiettoria dei Balcani. Cosa sopravvive dell’eredità dell’impero ottomano. I dissapori con l’Occidente e il prestigio di Erdoğan.

di Mehmet Uğur Ekinci

Carta di Laura Canali - 2021

ANKARA È IN LIBIA PER RESTARCI

La presenza a Tripoli è ormai fatto strutturale della politica estera turca. Gli interessi economico-industriali. Il dossier energetico. Lo sbarco in Nord Africa come antidoto all’isolamento nel mondo arabo. L’Italia sia della partita, ma le carte le dà Erdoğan.

di Bilgehan Öztürk

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Autori

Gli autori del numero di Limes 7/23, Il Gran Turco.

Fonte 1: Henricus Hondius, Turcici Imperii Imago, da Atlas sive Cosmographicae Meditationes de Fabrica Mundi et Fabricati figura, Amsterdam, 1606.

La storia in carte

Le carte storiche del numero di Limes 7/23, Il Gran Turco.

a cura di Edoardo Boria

La copertina, il sommario e la presentazione del numero 7/23 di Limes.

TURCHIASCONTRO USA-TURCHIAMEDITERRANEOBALCANI
RECEP TAYYIP ERDOĞAN

Il numero 7/23 di Limes si intitola “Il Gran Turco” e sarà disponibile da sabato 19 agosto in queste edicole e in queste librerie.


Potete leggerlo direttamente sul nostro sito, abbonandovi a Limesonline e cliccando sui titoli dei singoli articoli. Il numero sarà presto disponibile in PDF e – fuori dall’abbonamento a Limesonline – anche in ebook e su Kindle.


Di cosa tratta


Il Gran Turco si propone di fotografare il momento della Turchia, potenza in grado di influenzare in modo sempre più decisivo gli equilibri geopolitici nel suo intero intorno strategico. Dal Mar Nero alle Afriche, dai Balcani alle Asie profonde. Ascesa di cui Recep Tayyip Erdoğan, troppo spesso associato in modo sineddotico al suo paese, è simbolo e volto. Ma non causa.
La prima parte – significativamente intitolata “Essere turco” – indaga i fattori della potenza anatolica. Ampio spazio è dedicato naturalmente al fattore umano, tratto distintivo di quello che Erdoğan ha battezzato “secolo della Turchia”. Il bilancio è piuttosto netto: malgrado la polarizzazione elettorale, la patria non è divisa. I turchi sono molto più uniti di quanto riveli il risultato delle recenti elezioni presidenziali.
La seconda parte – “Altri turchi e resto del mondo” – analizza la percezione dell’ascesa della Turchia da parte di Stati Uniti e Cina e si addentra nelle questioni geopolitiche oggi più pressanti per Ankara: dal confronto con la Grecia al tentativo di guidare l’ecumene turca.
La terza parte – “Il Gran Turco alla porta” – riflette la potenza turca nello specchio italiano, dando conto della penetrazione della Turchia nei quadranti decisivi per il nostro paese: Nord Africa e Balcani.


doardo Boria

IN EVIDENZA

DAL NUOVO NUMERO DI LIMES

ERDOĞAN FIGLIO DI ATATÜRK

Il destino imperiale della Turchia non è legato solo alla personalità di Kemal e dell’attuale leader, ma alla atavica cultura del suo popolo. Modernizzati i turchi, resta da turchizzare la modernità. La parabola neo-ottomana prelude agli Stati Uniti di Turchia.

di Daniele Santoro

GEODEMOS

GLI ELEVATI COSTI UMANI DELLA GUERRA D’UCRAINA

Il Cremlino tace sul numero dei decessi russi. Da Kiev arrivano numeri discordanti sulle perdite ucraine. Ma sembra che la morte non conosca silenzio. Supera disinformazione, censura e propaganda.

di Massimo Livi Bacci

IL NUOVO NUMERO DI LIMES

IL GRAN TURCO

Il mondo visto da Ankara. Come la Turchia si pensa impero.
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📺 IL GRAN TURCO, IL VIDEO EDITORIALE DI LUCIO CARACCIOLO

Il numero 7/23 di Limes si intitola “Il Gran Turco. Si propone di fotografare il momento della Turchia, potenza in grado di influenzare in modo sempre più decisivo gli equilibri geopolitici nel suo intero intorno strategico.

con Lucio Caracciolo

CARTA INEDITA

2053, STATI UNITI DI TURCHIA

Una carta sulle ambizioni di Ankara. Anticipazione dal prossimo numero di Limes.

Carta di Laura Canali

DAL NUOVO NUMERO DI LIMES

RADIOGRAFIA DEL POTERE DI ERDOĞAN

La longevità politica del presidente turco poggia su cinque pilastri: fedelissimi, commissioni, oligarchi, media e «zona grigia». Il valore della cooptazione. Il ruolo di mafie e paramilitari. Il personalismo assoggetta i singoli e svuota le istituzioni.

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ANKARA È IN LIBIA PER RESTARCI

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di Giuseppe De Ruvo

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LA ERDOGANOMICS HA I MILIARDI CONTATI

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Sezai Özçelik

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PIÙ ISRAELE, MENO IRAN: L’EQUAZIONE MEDIORIENTALE DI ANKARA

Il rapprochement con Stato ebraico e paesi arabi, in scia agli accordi di Abramo, guasta i rapporti con Teheran, che teme l’accerchiamento. La partita sirachena. Il fronte sud-caucasico. Ma quella fra Turchia e Repubblica Islamica è rivalità controllata.

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TÜRKİYE FIRST

Il rapporto con Ankara manifesta uno squilibrio che non riusciamo a correggere, complice la nostra assenza di visione strategica. In particolare quando trattiamo con Erdoğan di Nord Africa, Mediterraneo orientale e Somalia.

di Germano Dottori

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SELÇUK BAYRAKTAR, EREDE TECNOLOGICO DEL SECOLO TURCO

Lo scopo del genero di Erdoğan non è usare i droni per cambiare la natura della guerra ma il rapporto dei turchi con la scienza e la tecnologia. La formazione e la crescita di un leader, tra Elon Musk e Maverick. La possibilità concreta della successione al sultano.

di Alessandro Aresu

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LA TURCHIA USA L’ITALIA PER CONNETTERE EUROPA E AFRICA

Appendice dell’editoriale “Si prega di bussare alla porta” di Limes 7/23, Il Gran Turco.

a cura di Giuseppe De Ruvo

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PERCHÉ LA TURCHIA È POTENZA BALCANICA

Le affinità culturali, linguistiche e di stile di vita concedono ad Ankara un canale privilegiato per influenzare la traiettoria dei Balcani. Cosa sopravvive dell’eredità dell’impero ottomano. I dissapori con l’Occidente e il prestigio di Erdoğan.

di Mehmet Uğur Ekinci

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EVENTI

🌅 LA GUERRA CAMBIA IL MARE – IV EDIZIONE DELLE GIORNATE DEL MARE

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Hezbollah si scontra con le barriere naturali del Monte Libano dove vivono milizie cristiane a loro ostili. Il passaggio su un terreno spesso teatro di importanti combattimenti e da secoli frontiera politica, sociale, economica e confessionale è obbligatorio.

di Lorenzo Trombetta

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‘LA PACE NON È NELLA MANI DELLA SIRIA, MA IN QUELLE DI RUSSIA, AMERICA, IRAN E TURCHIA’

Conversazione con Hanna Jallouf, vescovo francescano nominato vicario apostolico di Aleppo nel luglio 2023 da papa Francesco.

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SU «STATI UNITI VS. TRUMP» SI DECIDE IL DESTINO DELL’AMERICA

Lo Stato si costituisce come parte in causa per proteggersi da un attacco a ciò che ritiene più prezioso: la certezza istituzionale. Per l’ex presidente è un complotto. Per il governo federale è autopreservazione. Perché l’operazione rischia di essere controproducente.

di Federico Petroni

NIGER

ALLE ORIGINI DEL GOLPE IN NIGER, OLTRE LA PROPAGANDA

Il difficile rapporto tra il politico Bazoum e i militari ha gettato le basi per il colpo di Stato contro il presidente, ultima delle tante fibrillazioni che sta vivendo il Sahel in questa fase. La paura di un effetto contagio, le contraddizioni della Francia e i dubbi sulle potenzialità della Russia.

di Luciano Pollichieni

TUNISIA

COME LA TUNISIA È ARRIVATA A UN PASSO DAL DISASTRO E CHI PUÒ SALVARLA

Le preoccupazioni per l’eventuale collasso di Tunisi sono strettamente collegate al suo ruolo nel Mediterraneo. L’Occidente è in prima fila, mentre dietro si delineano gli interessi di spettatori (al momento) non paganti.

di Matteo Garavoglia

RUBRICA DESH

KABUL A DUE ANNI DAL RITORNO DEI TALIBAN

L’Afghanistan torna a essere un porto sicuro per i terroristi islamici. Ma ciò non sembra minare i rapporti con molti degli attori globali e regionali. Da Washington a Pechino, tutti gli danno una possibilità – nonostante le solite ingerenze di Islamabad.

di Francesca Marino

BOLLETTINO IMPERIALE

LA RIMOZIONE DI QIN DANNEGGIA XI MA NON CAMBIA I PIANI DELLA CINA

La sparizione del ministro degli Esteri genera la prima crisi del terzo mandato del presidente, ma il subentro del capo della diplomazia del Partito comunista Wang Yi preserva i progetti geopolitici della Repubblica Popolare.

di Giorgio Cuscito

SOLO PER POCHI GIORNI


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