Details Published: 08 September 2023 Created: 05 September 2023 Hits: 61
Note brevi (e inconcludenti) sulla violenza giovanile
di Giovanni Iozzoli
Che pena. Che desolazione. L’oppressione interiore dell’impotenza; il senso di inutilità della riflessione, della parola. Eppure pensare si deve, e continuare a parlare anche, essendo tra le poche cose che ancora ci distinguono dagli altri regni di natura. Da dove possiamo re-iniziare una discussione sulla condizione giovanile, senza rimasticare i luoghi comuni più triti, stanchi e inutili – mentre le tracce del cadavere del giovane musicista Giovanbattista Cutolo sono ancora sul selciato di p.zza Municipio, a Napoli, e l’orrore di Caivano è diventato palestra di ogni retorica sulle periferie nemiche da ricolonizzare?
I giovani e la violenza. Non c’è un punto di vista di classe o antagonista, su questa merda. Non c’è perché si fermerebbe alle enunciazioni di principio più eteree: la società capitalista produce mostri e devianza, ergo noi anticapitalisti abbiamo la coscienza a posto, non c’entriamo. Nel mondo ideale che sta nelle nostre teste, patriarcato, classismo, sessismo, machismo e tutto il Male del mondo, non esisteranno più, il giorno in cui avremo abbattuto l’idra imperialista. Come ogni corrente religiosa, guardiamo con scettica amarezza verso i samsara quotidiani che siamo costretti ad attraversare; e rimandiamo ad un mondo a venire il riscatto dei torti, delle brutture e delle nostre confuse ragioni.
Ma qui e ora, oggi, nel presente, questi esercizi retorici non bastano; dobbiamo andare più a fondo col nostro sguardo – imitando la spietatezza degli assassini -, se non vogliamo ridurci a giaculatorie ed esorcismi di segno opposto a quelli reazionari. I quali sognano un mondo in cui una divisa e un fucile sorveglino ogni angolo di strada, ogni condominio; mentre noi ci culliamo nella speranza di un mondo in cui la violenza si estingua per magia, per consunzione, e il lupo e l’agnello vivano in pace nello stesso prato. Utopie reazionarie ed utopie umanitarie.
Published: 08 September 2023 Created: 05 September 2023 Hits: 91
Destinata a fallire
di John J. Mearsheimer
Traduciamo questa lunga, accurata, equilibrata analisi John Mearsheimer, corredata da un ampio apparato di note. Come sempre, il grande studioso americano si sforza di essere obiettivo, e si esprime con garbo e moderazione. L’equilibrio e la moderazione di Mearsheimer, però, non possono (e non vogliono) nascondere la tragica, terribile realtà di quanto sta avvenendo in Ucraina, che è la conseguenza di colossali errori di valutazione strategica occidentali, e dell’ostinazione cinica con la quale i decisori statunitensi ed europei insistono a non prenderne atto. Nelle note al testo, in gran parte tratta dai media occidentali, la documentazione di questi errori e di questa cinica ostinazione. Il costo umano di questi errori e di questa ostinazione è spaventoso, ed è ancora lontano il momento in cui si potrà tirare le somme delle perdite di uomini e materiali che ha provocato. Buona lettura.
* * * *
È ormai chiaro che la tanto attesa controffensiva ucraina è stata un colossale fallimento. Dopo tre mesi, l’esercito ucraino ha fatto pochi progressi nel respingere i russi. In effetti, non ha ancora superato la cosiddetta “zona grigia”, la striscia di terra pesantemente contestata che si trova di fronte alla prima linea principale delle difese russe. Il New York Times riporta che “nelle prime due settimane della controffensiva, il 20% degli armamenti inviati dall’Ucraina sul campo di battaglia è stato danneggiato o distrutto, secondo i funzionari statunitensi ed europei. Il bilancio comprende alcune delle formidabili macchine da combattimento occidentali – carri armati e mezzi corazzati – su cui gli ucraini contavano per respingere i russi“. Secondo quasi tutti i resoconti dei combattimenti, le truppe ucraine hanno subito perdite enormi. Tutte le nove brigate che la NATO aveva armato e addestrato per la controffensiva sono state gravemente danneggiate sul campo di battaglia.
Published: 08 September 2023 Created: 03 September 2023 Hits: 100
Ribellarsi è jest
di Leo Essen
Il 9 Settembre 1970, su un numero speciale, Il Manifesto pubblica le Tesi con le quali intende aprire una fase costituente tra tutte le forze rivoluzionarie e proporre una piattaforma per l’unità della sinistra rivoluzionaria.
La necessità di un nuovo partito nasce da due spinte: 1) la necessità di staccarsi dall’Unione Sovietica, avviata a formare con gli Usa un unico blocco imperialista; 2) evitare di essere catturati dal riformismo del PCI e del PSIUP pienamente inseriti nel sistema.
Il terreno sul quale il nuovo partito dovrà posizionarsi sarà quello dei Nuovi Bisogni, dei consumi sociali, della casa e della salute, della scuola, del movimento studentesco, della contestazione femminista dei ruoli, senza dimenticare, ovviamente, il terreno dei bisogni più tradizionali della lotta antimperialista, della pressione sul salario, della riduzione dell’orario di lavoro e dello straordinario, dell’estensione degli organismi elettivi.
Le Tesi contengono elementi di riflessione molto interessanti. Raccolgono e riassumono temi prodotti nella sinistra italiana a partire dalla fine degli anni Cinquanta: New Deal, Fabbrica diffusa, lavoro produttivo vs lavoro improduttivo, femminismo, eccetera. Assumono pienamente anche le indicazioni che vengono dal nuovo marxismo influenzato dalla lettura dei Grundrisse, dalla Scuola di Francoforte, da Marcuse.
In particolare, nella Tesi 72, viene integrato un tema caro a Marcuse e ripreso da un passo dei Grundrisse destinato a diventare arci-famoso – un pensiero-guida.
Published: 08 September 2023 Created: 04 September 2023 Hits: 96
Il segreto di pulcinella dell’ex-premier italiano Giuliano Amato: Ustica è una strage della NATO!
di Martino Marconi
Si ritorna a parlare della strage di Ustica a seguito di un’intervista rilasciata a la Repubblica dall’ex Presidente del Consiglio italiano Giuliano Amato, che attribuisce la responsabilità all’aviazione francese, la quale avrebbe voluto abbattere un aereo su cui avrebbe dovuto viaggiare nientemeno che Muammar Gheddafi. La sera del 27 giugno 1980 però non è stato il leader libico a trovare la morte ma gli 81 occupanti (77 passeggeri e 4 membri dell’equipaggio) di un DC-9 dell’Itavia, in rotta per un volo di linea da Bologna a Palermo. In questo articolo darò per scontata la conoscenza dei fatti; qualora si volesse ripercorrere gli eventi fondamentali della strage è disponibile un approfondimento qui.
Cossiga e Amato. Le dichiarazioni shock
Nel 2008 Francesco Cossiga, all’epoca dei fatti Presidente del Consiglio, affermerà in un’intervista che la causa di tutto fosse la volontà francese di abbattere il Mig libico, su cui avrebbe dovuto viaggiare Gheddafi, proveniente dalla Jugoslavia.
Published: 08 September 2023 Created: 04 September 2023 Hits: 87
Putin: “La controffensiva ucraina non è in stallo, è un fallimento”
di Redazione dell’Antidiplomatico
La controffensiva ucraina, ampiamente annunciata, è fallita, ha dichiarato il Presidente russo Vladimir Putin in conferenza stampa con il suo omologo turco Recep Tayyip Erdogan lunedì dopo il loro incontro nella città russa di Sochi, secondo quanto riferisce l’emittente RT.
Interrogato sullo stallo della controffensiva delle truppe di Kiev, Putin ha detto che “non è in stallo”, definendola “un fallimento”. “In ogni caso, questo è ciò che sembra oggi. Vedremo cosa succederà in seguito. Spero che le cose rimangano così”, ha aggiunto.
Va ricordato che la settimana scorsa il ministro degli Esteri ucraino Dmitry Kuleba ha esortato coloro che criticano il ritmo della controffensiva di Kiev a “stare zitti”. “Consiglierei a tutti i critici di stare zitti, venire in Ucraina e cercare di liberare un centimetro quadrato per loro stessi”, ha detto ai giornalisti durante una riunione dei ministri degli Esteri dell’UE.
La controffensiva delle forze armate ucraine con l’impiego di riserve è iniziata il 4 giugno ed è tuttora in corso.
Published: 08 September 2023 Created: 03 September 2023 Hits: 101
Missile NATO sulla Francia?
di Antonio Castronovi
Il buon Giuliano Amato su Repubblica ci dà una “notiziona”, si fa per dire: fu un missile francese ad affondare 42 anni fa il DC9 Itavia ad Ustica e la NATO coprì il massacro col silenzio, per “ragione di Stati”, sempre quelli della NATO. Ora Macron, secondo il dottor Sottile, per redimere la Francia da quel peccato deve confessare il delitto e chiedere scusa all’Italia, quell’Italia che ha sempre saputo, taciuto e fatto tacere, sempre per ragione di Stato. Troppo comodo. Non si chiude un caso criminale con qualche preghiera e un ego te absolvo. Sul banco degli accusati devono salire tutti i responsabili del complotto terroristico che voleva ammazzare un capo di Stato e non solo chi ha sbagliato la mira, abbattendo per errore un aereo civile. È il sistema criminale della NATO che va condannato, non solo la Francia. Ma la denuncia tardiva di Amato appare subdola e forse contiene un messaggio in codice, un ricatto che spiegherebbe la possibile ragione di questa uscita in questo momento.
Published: 08 September 2023 Created: 07 September 2023 Hits: 226
Per la pace è strategica la sconfitta della Nato
di Piero Bevilacqua
Perché ogni sincero democratico dovrebbe augurarsi che la guerra in Ucraina si concluda con un realistico e ragionevole compromesso, che ponga fine al massacro, e con la sconfitta della Nato? Questo auspicio parrà una contraddizione. Vincerebbe la Russia autocratica e gli altri Stati più o meno autoritari contro il fronte dei Paesi democratici. Una ricognizione non superficiale dello stato dell’arte mostra che il ragionamento è sbagliato. Oggi anche chi è disposto ad ammettere le responsabilità degli Usa, se non nella lunga preparazione della guerra, almeno nella sua ostinata continuazione, sostiene che non si può lasciare impunito chi ha violato il diritto internazionale invadendo un Paese sovrano.
È la rivendicazione più imprudente e più impudente che gli atlantisti possono fare. La storia degli ultimi 30 anni è dominata da scelte sanguinarie di violazione del diritto internazionale da parte degli Usa e della Nato, che non hanno chiesto il permesso a nessuno per invadere l’Iraq, la Libia, l’Afghanistan, ecc. Con la protezione americana, Israele viola ogni giorno quel diritto, praticando un regime di apartheid contro il popolo palestinese, umiliato e ridotto alla disperazione nel silenzio dell’Europa e nell’indifferenza dei democratici.
Published: 07 September 2023 Created: 04 September 2023 Hits: 0
Caro Mario Moretti
di Michele Castaldo
Titolo questo scritto non per parlare a Mario Moretti, no, ma per prender spunto dalla sua situazione per parlare a una doppia generazione, quelle del ‘68/9 e del ’77 del secolo passato. Due generazioni ormai attempate che non hanno più niente da dire.
L’articolo patrocinato dalla Rivista Contropiano e pubblicato su sinistrainrete.info fornisce una serie di spunti per una riflessione più generale e sbaglieremmo a soffermarci solo sull’esperienza delle Brigate Rosse o dei gruppi che si definirono combattenti, perché essi furono solo una parte di tanti gruppi e esperienze che la fase produsse. Dunque la riflessione va fatta a largo raggio e non isolando i gruppi “combattenti”, né da parte di chi aderiva ad essi, né da parte di chi a tali gruppi non aveva aderito. Lo dico semplicemente per affermare un principio: una fase storica è fatta di relazioni fra uomini e classi all’interno della temporalità che attraversa il modo di produzione. Pertanto tutte le formazioni politiche sorte in quegli anni furono l’espressione di una fase che dobbiamo definire con chiarezza e collocare correttamente le formazioni politiche e il loro ruolo. Altrimenti parliamo di nulla.
Fatta questa premessa è necessario poi inquadrare la fase del modo di produzione capitalistico dove si sviluppa quella temporalità di cui accennavo e provare a tracciare un bilancio sia della fase che delle esperienze teoriche e politiche che in essa si svilupparono.
Era una fase rivoluzionaria? A questa domanda – ma ce ne sono tante altre a cui bisogna rispondere – anche se col senno di poi dovremmo rispondere con estrema lealtà guardandoci in faccia prima che le nostre vecchie carcasse vengono affidate alla grigia terra.
Published: 07 September 2023 Created: 07 September 2023 Hits: 23
Ma che succede in Occidente? Perché sono diventati tutti stupidi?
di Domenico De Simone
Il primo settembre di ogni anno in Russia si celebra la giornata della cultura e dell’istruzione. Con agosto finisce l’estate e ricomincia la scuola, e tornare a studiare è una festa. Deve essere una festa, perché conoscere, cercare, curiosare, imparare per tutta la vita, insomma il sapere, è una parte essenziale dell’umanità. La copertina del libro di Travaglio, “Scemi di guerra“, è emblematica del momento di follia generale che ha preso non solo l’Italia ma tutto l’Occidente. A proposito, consiglio vivamente di leggerlo, così come consiglio di leggere al contrario quello che viene scritto sulla guerra da media italiani, quasi tutti. Le notizie che passano, come di chiaramente Tucker Carlson in questa intervista, tradotta dall’Antidiplomatico, sono veline della disinformazione di matrice statunitense. Lui faceva il giornalista di denuncia con molto successo su Fox News, e alla fine hanno costretto l’emittente, nonostante la sua popolarità e i suoi numeri, a licenziarlo perché dava troppo fastidio al “Potere“. Carlson aggiunge che i poteri forti, quelli che contano davvero, non la marionetta Biden e il coro di minus habens che gli sta intorno, hanno già deciso di andare a fare la guerra alla Russia. E che stanno portando l’America e l’Occidente tutto alla rovina con decisioni ed azioni palesemente sbagliate e rovinose. A partire dal golpe in Ucraina del 2014, dalla decisione di mandare al potere una banda di pazzi violenti, pubblicamente e dichiaratamente nazisti, razzisti e guerrafondai, che stanno portando il popolo ucraino all’estinzione e la loro nazione alla dissoluzione. Scrivevo nel marzo del 2014 chi è stato realmente a fare il colpo di stato in Ucraina e quali fossero i reali interessi in gioco.
All’inizio della guerra facevo considerazioni sulle conseguenze economiche e politiche in palese controtendenza con il quasi unanime entusiasmo con cui era stato accolto l’invio di armi per distruggere i cattivi russi che intendevano impadronirsi del mondo. Raccontavo un’altra storia che si è in gran parte largamente verificata e il resto verrà in breve tempo.
Published: 07 September 2023 Created: 31 August 2023 Hits: 33
La maschera dell’innovazione
A proposito del Report “Teaching4Learning” dell’Università di Padova
di Università libera, università del futuro
Secondo la mania attuale (tipica nella pedagogia) non si deve venire istruiti sul contenuto della filosofia: si deve piuttosto imparare a filosofare, senza contenuto. È un po’ come dire: bisogna viaggiare, viaggiare, sempre viaggiare: ma non fare la conoscenza di uomini e città, di fiumi e paesi. In primo luogo, però, mentre si conosce una città e si raggiunge magari un fiume, poi un’altra città e così via, si impara senz’altro a viaggiare. Anzi. Si viaggia realmente. Allo stesso identico modo, mentre uno studia il contenuto della filosofia, conosce la filosofia. Viene cioè a conoscenza non soltanto del filosofare, ma filosofa egli stesso. In fondo, anche lo scopo di imparare soltanto a viaggiare, non coinciderebbe in realtà con il conoscere città, fiumi eccetera? Non coinciderebbe cioè con un contenuto? (…). Il perenne cercare e bighellonare qua e là senza contenuto, questo modo di procedere soltanto formale, questo elucubrare e sofisticare, ha come conseguenza la vuotezza di contenuto e la vuotezza di pensieri nelle teste: ha insomma il risultato che non si sappia proprio nulla.
G. W. F. Hegel, Lettera a Niethammer del 23 ottobre 1812, in Id., Propedeutica filosofica, a cura di G. Radetti, Sansoni, Firenze 1951, pp. 247-248.
Nel mese di maggio del 2023 l’Università di Padova ha diffuso fra tutti i docenti e ricercatori dell’Ateneo il documento Report T4L, nel quale è presentata e analizzata (con profusione di dati e diagrammi) la “sperimentazione” di una didattica informatizzata incominciata nel 2016 e divenuta (con le parole della presentazione) «in soli 6 anni permeante della cultura didattica dell’Università di Padova». Il testo, a cura del Settore Assicurazione della Qualità e Didattica Innovativa, con il coordinamento di Marina de Rossi e Valentina de Marchi e presentazione firmata anche dalla Rettrice Daniela Mapelli, ha suscitato in Università libera, università del futuro alcune considerazioni che proponiamo nelle due sezioni seguenti.
Published: 07 September 2023 Created: 05 September 2023 Hits: 42
Russia-Turchia, partner oltre il grano
di Michele Paris
Il faccia a faccia di Sochi dopo quasi un anno tra Putin ed Erdogan non ha come previsto risuscitato l’accordo del Mar Nero sul grano né, tantomeno, ha dato un qualche impulso al processo diplomatico per la sospensione delle ostilità in Ucraina. Queste aspettative appartenevano tuttavia soprattutto a governi e commentatori occidentali, mentre il senso del vertice di lunedì andava ricercato con ogni probabilità altrove. L’interesse principale risiedeva piuttosto nella verifica dello stato dei rapporti tra i due leader e i rispettivi paesi dopo le elezioni in Turchia del maggio scorso e il presunto riallineamento strategico di Erdogan verso occidente.
L’accordo sull’esportazione di grano ucraino attraverso la rotta del Mar Nero non aveva alcuna possibilità di essere ristabilito vista l’assenza di segnali positivi nei confronti di Mosca da parte di Europa e Stati Uniti. Putin non ha potuto così che ribadire le condizioni necessarie alla reintroduzione della “Iniziativa del Mar Nero”, com’è ufficialmente chiamato l’accordo sul grano.
Published: 07 September 2023 Created: 03 September 2023 Hits: 44
La guerra in Ucrauna serve agli USA. E non ne fanno mistero
di Caitlin Johnstone
Mentre alla massa viene ripetuto ossessivamente da 18 mesi lo slogan della “guerra non provocata”, analisti e opinionisti di regime sono concordi nel ritenere che la guerra in Ucraina sia un grande affare per gli Stati Uniti sotto ogni punto di vista. E lo dicono pure esplicitamente. Peccato che a leggerli siano in pochi
Uno dei buchi narrativi più evidenti nella narrativa ufficiale mainstream sull’Ucraina è il modo in cui i funzionari statunitensi continuano a vantarsi apertamente del fatto che questa guerra, apparentemente non provocata, che gli Stati Uniti stanno appoggiando solo per bontà di cuore, serva enormemente gli interessi degli Stati Uniti.
In un recente articolo per il Connecticut Post, il senatore Richard Blumenthal ha assicurato gli americani che “stiamo ottenendo il massimo profitto dai nostri investimenti in Ucraina”:
“Per meno del 3% del bilancio militare della nostra nazione, abbiamo consentito all’Ucraina di ridurre della metà la forza militare della Russia”, scrive Blumenthal.
Published: 07 September 2023 Created: 03 September 2023 Hits: 47
Le stragi in Italia. Con la Nato troppi morti e conti in sospeso
di Sergio Cararo
Le “rivelazioni” di Giuliano Amato sulla strage di Ustica riportano in evidenza le responsabilità della Nato non solo sugli 81 morti dell’abbattimento del Dc 9 dell’Itavia nel giugno 1980, ma ci dicono molto anche sulle responsabilità della Nato e del loro azionista principale – gli Stati Uniti – nella stagione delle stragi che ha costellato la storia recente del paese.
Amato chiarisce che tra i vertici militari (e quelli dei servizi segreti) italiani “tra fedeltà alla Costituzione e fedeltà alla Nato, è prevalsa la seconda”. E non solo nella strage di Ustica.
Infatti anche una inchiesta e una sentenza su altre due stragi, Piazza Fontana a Milano nel 1969 e Piazza della Loggia a Brescia nel 1974, portano a indicare “i colpevoli di livello” negli ufficiali del Comando Nato Ftase di Verona.
Le indagini del giudice Salvini sulla Strage di Piazza Fontana avevano portato direttamente alla pista degli “amerikani” nel nostro paese come nucleo ideatore della stagione delle stragi. E gli agenti statunitensi, almeno quelli emersi dalle indagini, erano tutti in servizio alla base militare di Verona.
Published: 07 September 2023 Created: 03 September 2023 Hits: 60
Sistemata la Germania, ora tocca alla Francia!
di Leonardo Sinigaglia
“Gli Stati non hanno né amici permanenti né nemici permanenti: hanno solo interessi stabili”, sosteneva Henry Kissinger, riprendendo il pensiero del padre del conservatorismo inglese Benjamin Disraeli.
La parabola strategica degli Stati Uniti mostra una piena applicazione di questo concetto: la considerazione per gli interessi degli alleati è sempre stata scarsa se non nulla, mentre al centro, come stella polare di ogni politica, si è sempre imposta la preservazione o l’espansione dell’egemonia duramente conquistata grazie alle due guerre mondiali. Washington non si fece mai scrupoli ad abbandonare, o addirittura eliminare, gli alleati una volta esaurita la loro funzione al servizio dell’impero. L’occupazione delle Filippine, le vergognose fughe da Hanoi e Kabul, gli accordi di Plaza con il Giappone, l’arresto di Noriega e l’uccisione di Bin Laden, tra i vari esempi, stanno lì a dimostrarlo.