Sinistrainrete 202309-26-25

Tutti gli indici di Sinistra in rete dei giorni 25 e 26 settembre 2023 con i link agli articoli

Published: 26 September 2023 Created: 25 September 2023 Hits: 74

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giubberosse

Lezioni ucraine – 2

di Enrico Tomaselli

photo 2023 09 22 14 42 53.jpgAd oltre un anno e mezzo dall’inizio dell’Operazione Speciale Militare, una panoramica a volo d’uccello sul conflitto consente se non di fare un bilancio, certamente di metterne in luce taluni aspetti significativi. Come spesso capita, il senso di determinati avvenimenti, pur del tutto noti, si coglie infatti solo a distanza. Il tentativo, quindi, è di abbozzare delle lezioni che si possono trarre dalla guerra in corso, esaminandone l’excursus dapprima dal punto di vista ucraino, poi da quello russo. In questa seconda parte si esaminerà la guerra dalla prospettiva russa.

* * * *

In questa seconda parte delle Lezioni Ucraine [1], si proverà ad analizzare i cambiamenti strategici e tattici intervenuti nel conflitto, da parte russa, a partire dall’avvio della OSM sino ad ora. La prima, e più interessante osservazione da fare è che il punto di vista russo, in questa guerra – e proprio a partire dalla scelta di definirla inizialmente come una Operazione Speciale – è mutato considerevolmente; forse non sempre tempestivamente, ma certo con grande flessibilità. Del resto, basta osservare il quadro generale internazionale, e più specificatamente quello del conflitto nei suoi aspetti bellici sul campo, per comprendere con grande evidenza come la Federazione Russa abbia gestito le mutevoli dinamiche della guerra molto meglio di quanto non abbia fatto la NATO; e ciò nonostante a Washington questo conflitto lo si è preparato da quasi vent’anni.

Come già detto precedentemente, si vuole qui analizzare la condotta strategica e tattica delle forze avverse, senza entrare più del necessario nelle motivazioni politiche che le hanno determinate. Ma, indiscutibilmente, tutta la prima fase della OSM è stata eminentemente politica.

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Published: 26 September 2023 Created: 24 September 2023 Hits: 55

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lantidiplomatico

L’ipocrisia delle grandi potenze nel discorso all’ONU di Vucic

di Chiara Nalli

“I principi non si applicano solo ai forti, si applicano a tutti. Se non è così, allora non sono più principi”.

720x410c50jfvy.jpgIl primo estratto del discorso del presidente serbo Vucic davanti all’Assemblea generale dell’ONU è apparso sulla stampa serba intorno alle 17.00 di giovedì 21 settembre. Il principale quotidiano del Paese ha titolato “Dov’era il diritto internazionale quando avete attaccato la Serbia?”. E se il resoconto dei giornali nazionali è stato capace di suscitare un immediato entusiasmo, l’intero discorso, disponibile qui: https://www.youtube.com/watch?v=PXt1bBtHxVI – in inglese – può essere considerato, a pieno titolo, un intervento di portata storica. Tanto che la frase citata nel titolo è stata interrotta dagli applausi della sala.

In un consesso dominato dalle tematiche legate alla guerra in Ucraina, sgranellate dalla stampa con la consueta superficialità, il presidente serbo è intervenuto riportando al centro la vicenda del proprio Paese, sotto una duplice prospettiva: ricordando, da un lato, come le attuali situazioni di conflitto (con particolare riguardo all’Ucraina) siano in massima parte la conseguenza della violazione del diritto internazionale da parte delle grandi potenze, nell’ambito di un processo di espansione strategica avviato proprio con l’attacco NATO alla Serbia; dall’altro – denunciando l’attuale stato delle relazioni con il Kosovo, in cui le stesse superpotenze – USA e UE – coinvolte come meditatori, applicano sistematicamente “doppi standard” – capaci di portare alla cronicizzazione – o peggio l’inasprimento – del conflitto.

Vucic ha scelto di parlare del proprio Paese, con la consapevolezza della dimensione universale, profondamente politica e attuale, insita nella sua storia e nella sua posizione strategica:

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Published: 26 September 2023 Created: 24 September 2023 Hits: 78

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linterferenza

Il trucco dei diritti civili al tempo della cosmesi neoliberale

di Pier Paolo Caserta

Spesso, all’interno della nostra area, constatiamo come i diritti civili siano oggi giocati contro i diritti sociali per conculcare questi ultimi, come del resto è efficacemente avvenuto; tuttavia, bisogna dire anche che c’è modo e modo di intendere gli stessi diritti civili. Questi, tutte le volte che sono stati intesi seriamente, e cioè quando hanno, in primo luogo, impegnato quanti vi si richiamavano a condurre battaglie per la dignità e per il riscatto degli oppressi, hanno sempre avuto anche importanti ricadute sociali. Si sono, per la verità, fin dal principio saldati alla questione sociale.

Forse, quelli che sono oggi propugnati dalle élite, e rilanciati dai subalterni che ne hanno interiorizzato la retorica e le parole d’ordine, non dovrebbero nemmeno essere chiamati diritti civili; sono, a ben vedere, molto meno dei diritti civili seriamente intesi; sono, piuttosto, semplici diritti individuali neoliberali, puramente esteriori; sono diritti cosmetici e in quanto tali legati solo alla sfera dell’apparire, ma disancorati dall’essere sociale, che si punta invece a disaggregare e a dissolvere.

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Published: 26 September 2023 Created: 26 September 2023 Hits: 68

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sinistra

Snowden: “Non mi sono pentito di nulla!”

di Enrico Vigna

Edward Snowden, a dieci anni dall’esilio in Russia dichiara:“Non mi sono pentito di nulla” e dice di essere impressionato dalle moderne capacità raggiunte dalle nuove tecnologie di sorveglianza. 

A dieci anni dalla sua fuga dai Servizi segreti USA e la salvezza ottenuta grazie all’asilo politico concesso dalla Russia, l’ex funzionario dell’intelligence statunitense ha concesso alcune interviste a media russi e internazionali, in cui riafferma la sua scelta, sia per la verità, che di vita.

* * * *

“…Non mi pento di aver fatto conoscere la verità”, ha dichiarato, facendo riferimento alla sua vicenda, quando fece conoscere documenti, che erano classificati come top secret, i quali rivelarono dettagli prima sconosciuti sulla sorveglianza globale, che il governo degli Stati Uniti effettuava e della complicità con le intelligence dei governi europei. Nelle documentazioni, consegnate ai giornalisti a Hong Kong, vi erano migliaia di documenti top-secret, dove era certificata l’entità della sorveglianza, soprattutto illegale, da parte della National Security Agency statunitense e dell’agenzia di intelligence britannica GCHQ.

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Published: 26 September 2023 Created: 24 September 2023 Hits: 100

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sollevazione2

Riflesso pavloviano

di Andrea Zhok

Una precondizione minimale per capire qualcosa del mondo contemporaneo dovrebbe essere l’abbandono definitivo, integrale, senza remore né indecisioni dell’apparato politico oppositivo del ‘900.

Si assiste ad un tracollo sistematico delle facoltà analitiche ogni qualvolta scattano i meccanismi a molla di condanna a sinistra dei “fascisti” e a destra dei “comunisti”.

Appena qualcuno a sinistra vede profilarsi qualche tratto che evoca gli schemini “antifa” si attiva tutto l’apparato delle relative reazioni a molla (razzisti! xenofobi! intolleranti! oscurantisti! ecc.) ed immediatamente compare davanti agli occhi, come nelle immagini della Gestalt, l’intera figura del bruto squadrista, rispetto a cui per definizione non si può discutere ma solo armarsi.

E la capacità riflessiva crolla a livelli da gibbone.

Appena qualcuno a destra vede profilarsi qualche tratto che rammenta più o meno lateralmente gli schemini “anticomunisti” con relative reazioni a molla (pauperisti! mangiapreti! squallidi materialisti! espropriatori! ecc.) immediatamente la figura della guardia rossa nel Gulag appare all’orizzonte, le labbra si inarcano di disgusto e si auspica una dose di topicida.

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Published: 26 September 2023 Created: 23 September 2023 Hits: 87

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aldous

Si scrive mercato ma si legge violenza

di Marta Mancini

Ogni volta e troppo spesso, quando le notizie di cronaca mettono in scena il teatro dello sdegno per l’orrore consumato, inizia la rituale retorica delle istituzioni e l’immediata quanto impotente reazione emotiva dei cittadini che, da comprimari, incarnano la frustrazione dell’inutilità. Un tempo, dietro la spinta di una parte non marginale della società civile, il ceto politicante poteva almeno ripiegare su una parvenza di credibilità per esorcizzare la vergogna, se mai ce ne fosse stata traccia. Oggi quello sforzo serve all’intera catena istituzionale per allestire comparsate e vuote dichiarazioni di principio senza conseguenze o con atti privi di ogni coerenza. Un “oggi” che non riguarda solo l’attuale compagine governativa ma anche tutto ciò che ha permesso ad una delle peggiori classi dirigenti, per impreparazione e idee, di affossare le energie del paese con l’asservimento a diktat sovranazionali, in imperturbabile continuità con altri governi che l’hanno preceduta.

Ciò che non va perso di vista per tenere insieme il macro e il micro-caos è il volto della violenza che ha accompagnato la metamorfosi della società dagli anni Ottanta fino a intossicarla in modo capillare.

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Published: 25 September 2023 Created: 21 September 2023 Hits: 311

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lindice

Il Nietzsche metafisico di Heidegger

di Gianni Vattimo*

Martin Heidegger, Nietzsche, Adelphi, Milano 1994, ed. orig. 1961, trad. dal tedesco di Franco Volpi. 

ONLINE 1.pngNei corsi universitari degli anni ‘36-40 e negli altri testi (degli stessi anni) che sono raccolti nel volume su Nietzsche Heidegger legge il pensiero di Nietzsche in maniera del tutto originale rispetto alle interpretazioni che ne erano state date nei decenni precedenti, e che, sebbene avessero colto in generale il significato globale e radicale della critica nietzscheana, non aveva mai preso così intensamente sul serio la “pretesa” del filosofo di rappresentare una svolta epocale nella storia dello spirito europeo. Espressioni come quella che fa da titolo a un capitolo di Ecce homo, “Perché io sono un destino”, il più delle volte erano arse da mettere sul conto dell’incipiente pazzia di Nietzsche. Heidegger le prende invece sul serio, a modo suo; e proprio per questo la sua lettura di Nietzsche innova profondamente rispetto a quelle precedenti, anche quando abbiano la densità speculativa dello studio di Jaspers (uscito nel 1936) o di quello di Alfred Baeumler (forse troppo ingiustamente messo da parte, oggi, come nazista, uscito nel 1931). Il punto è che Nietzsche era stato generalmente inteso, prima di Heidegger, come un critico della Zivilisation o, secondo l’espressione di Dilthey, come un Lebensphilosoph — che non significa anzitutto un “filosofo vitali, ma un pensatore “esistenziale”, che non crede più alla filosofia come metafisica, come teoria generale dell’essere, ma che la esercita come una riflessione personale, spesso di carattere saggistico, secondo un modello che risale a Montaigne o anche al pensiero della tarda antichità. 

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Published: 25 September 2023 Created: 22 September 2023 Hits: 228

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marx xxi

L’economia di guerra oggi

di Andrea Vento – Gruppo Insegnanti di Geografia Autorganizzati

economia di guerra fabbrica proiettili cannone.jpgL’inizio dell’Operazione militare russa in Ucraina il 24 febbraio dello scorso anno, grave escalation del conflitto iniziato nel 2014, ha inevitabilmente innescato un’ampia gamma di effetti principalmente riconducibili a tre distinte sfere, seppur tra loro interconnesse e interdipendenti. Gli analisti hanno, infatti, registrato significativi mutamenti:

1. nelle relazioni geopolitiche e geoeconomiche,

2. nella dinamica dell’economia mondiale oltre che nella sua struttura produttiva

3. nel ciclo economico e nei bilanci statali in primis dei Paesi coinvolti direttamente nel conflitto, e, seppur in misura minore, anche nei cosiddetti cobelligeranti e, perfino in quelli, maggioritari per numero, che hanno mantenuto una posizione neutralista.

La frattura geopolitica e geoeconomica

Nel contesto delle relazioni geopolitiche si è determinata una profonda frattura interna all’Europa delimitata dai confini occidentali di Russia e Bielorussia provocata non tanto dalla votazione dell’Assemblea Generale dell’Onu del 3 marzo 2022 di condanna dell’invasione russa dell’Ucraina, approvata da 141 Paesi su 193, quanto dall’introduzione delle misure restrittive promosse dagli Stati Uniti ai danni di Mosca e adottate da parte di 37 Paesi (pari a solo il 19% del totale) appartenenti al cosiddetto Occidente globale, vale a dire i Paesi Nato e i loro più fidati “alleati” nei vari scacchieri regionali (carta 1).

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Published: 25 September 2023 Created: 22 September 2023 Hits: 524

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lantidiplomatico

Seymour Hersh: per l’intelligence Usa la guerra è finita e ha vinto la Russia

di Redazione l’Antidiplomatico

I servizi segreti statunitensi ritengono che le truppe ucraine non riusciranno a rompere le linee di difesa dell’esercito russo. Lo ha affermato il giornalista americano premio Pulitzer Seymour Hersh nel suo ultimo scritto.

“Ci sono elementi significativi nella comunità dell’intelligence statunitense, sulla base di rapporti sul campo e di intelligence tecnica, che credono che l’esercito ucraino demoralizzato abbia rinunciato alla possibilità di superare le linee di difesa russe a tre livelli, pesantemente minate”, ha spiegato il giornalista sulla sua pagina sulla piattaforma Substack.

Hersh ha anche sottolineato che gli ucraini hanno rifiutato l’idea di tentare di impadronirsi della Crimea e delle quattro nuove regioni della Russia.

L’esercito ucraino, ha proseguito, non può più vincere. “La guerra è finita. La Russia ha vinto. Non c’è più alcuna offensiva ucraina, ma la Casa Bianca e i media americani devono continuare a mentire”, ha scritto Hersh, citando un funzionario dell’intelligence statunitense.

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Published: 25 September 2023 Created: 22 September 2023 Hits: 286

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contropiano2

Guerra dei chip. La Cina azzera l’export di metalli rari

di Dante Barontini

La scelta statunitense di aprire una guerra commerciale contro la Cina, per impedirle di avere e produrre in proprio i microchip indispensabili per una lista infinita di prodotti elettronici ha partorito una conseguenza suicida per l’industria occidentale, ma non sorprendente.

Dopo aver introdotto, a luglio, nuove misure di controllo alle esportazioni di gallio e germanio, ad agosto la Cina ha effettivamente azzerato le vendite all’estero di prodotti lavorati contenenti i due metalli.

A luglio le esportazioni cinesi di germanio erano state di 8,6 tonnellate, mentre quelle del gallio avevano raggiunto le 5,1 tonnellate. Piccoli quantitativi, a prima vista, ma relativi a due metalli usati soprattutto per la fabbricazione di microchip.

La misura appare esplicitamente una ritorsione – arrivata dopo un anno – per la decisione statunitense di vietare la vendita alla Cina di “stampanti per microchip” (un oligopolio di fatti in mano a una manciata di aziende taiwanesi e olandesi).

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Published: 25 September 2023 Created: 21 September 2023 Hits: 261

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lantidiplomatico

Nagorno-Karabakh: i colloqui Baku-Stepanakert dopo la “svolta occidentale” armena

di Fabrizio Poggi

Sono attesi per la giornata di oggi a Evlakh (300 km da Baku, nell’Azerbajdžan centrale) i colloqui tra rappresentanti azeri e degli armeni del Karabakh, al centro dei quali sarà soprattutto il destino dei secondi, dopo la capitolazione di Stepanakert. Oggi, le agenzie russe tendono a sottolineare il ruolo svolto dal contingente di interposizione russo nell’evitare ulteriore spargimento di sangue nell’enclave armena, dopo l’attacco azero del 19 settembre, concluso il giorno seguente con la completa capitolazione di Artsakh, lasciato solo da Erevan.

Il 20 settembre Stepanakert, capitale di Artsakh, aveva diffuso un comunicato sul cessate il fuoco, la completa resa delle forze di difesa dell’enclave, il ritiro di ogni formazione militare armena e l’accettazione delle trattative per il reintegro del Karabakh nella compagine azera.

La TASS scrive stamani che i reparti di pace russi, con la cui intermediazione il 20 settembre è stato raggiunto il cessate il fuoco, hanno messo in salvo almeno cinquemila armeni del Nagorno-Karabakh, evacuandoli principalmente dai distretti di Mardakert, Martunyn e Askeran.

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Published: 25 September 2023 Created: 21 September 2023 Hits: 289

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lafionda

Il degrado etico dell’Occidente tra silenzi e dimenticanze

di Alberto Bradanini

Caitlin Johnstone, analista australiana[1] combattente per la giustizia e la verità in un mondo malato[2], rileva l’attenzione con la quale i media di regime hanno celebrato la grande sensibilità mostrata dal 44.mo presidente degli Stati Uniti, Barak Obama, nel riportare[3] sul suo account Twitter l’elenco delle organizzazioni disponibili a soccorrere le vittime delle inondazioni che nei giorni scorsi hanno devastato la Libia, lasciando sul terreno migliaia di morti, macerie e devastazioni.

Quello di Obama viene celebrato come un gesto dettato da nobiltà d’animo, degno di una personalità che conferma in tal modo di aver ben meritato il premio Nobel per la Pace conferitogli nel 2009: a qualcuno potrà apparire inconcepibile, ma l’ex presidente ha davvero ricevuto il Nobel per la Pace, per ragioni tuttora misteriose.

Certo, alcuni potrebbero rammentare ai distratti lettori di quel catalogo che il meritato plauso (!) per un gesto di tale elevatezza morale (diffondere un elenco richiede, come noto, grande coraggio civile!) diverrebbe meno meritato se si considerasse che tale cruciale informazione di soccorso emana dalla medesima persona che ha avuto un ruolo determinante nella distruzione della nazione in questione.

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