5 libri sulla Cina

Samarani; Graziani, La Cina rossa. 2023
Samarani, G. Cina, ventunesimo secolo. 2010
Samarani, G. La Cina contemporanea, 2017
Samarani, G. La rivoluzione in cammino. 2018
De Giorgi; Samarani. La Cina e la storia, 2005
Contiene Scheda bibliografica, Indici, cronologie, recensioni

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KW
Cina, Cina-PCC, Cina-Storia, La Lunga Marcia, Partito Comunista cinese, PCC, Rivoluzione cinese

Contiene Scheda bibliografica, Indici, cronologie, recensioni

Samarani; Graziani, La Cina rossa. 2023
Samarani, G. Cina, ventunesimo secolo. 2010
Samarani, G. La Cina contemporanea, 2017
De Giorgi; Samarani. La Cina e la storia, 2005
Samarani, G. La rivoluzione in cammino. 2018

Samarani; Graziani, La Cina rossa. 2023 

Scheda SBN

Samarani, Guido – Graziani, Sofia
La Cina rossa : storia del Partito comunista cinese / Guido Samarani, Sofia Graziani. – Bari ; Roma : Laterza, 2023. – 305 p. ; 21 cm. – (Storia e società).) – [ISBN] 978-88-581-5096-2. ISBN digitale: 9788858152348
Partito comunista cinese – Storia
324.251075 (23.) PARTITI CINESI. PARTITI COMUNISTI

Scheda editore

Se vogliamo comprendere la Cina contemporanea non possiamo prescindere dalla storia del Partito comunista cinese. Ne ha determinato le sorti e i profondi cambiamenti, trasformando in cento anni un paese rurale nella seconda potenza economica mondiale. Nel luglio del 1921, quando nacque, il Pcc aveva solo una cinquantina di membri ed era un soggetto politico marginale. Oggi conta oltre novanta milioni di iscritti e, dal 1949, è alla guida di un paese immenso e molto complesso. Con questa ambiziosa opera, che si avvale delle fonti più aggiornate, Guido Samarani e Sofia Graziani intrecciano la storia del Pcc alla storia della Repubblica popolare cinese, delineandone l’organizzazione, l’ideologia, la strategia interna e internazionale, i momenti gloriosi quanto gli eventi drammatici. Un’opera unica in Italia.

Argomenti: Storia contemporanea, Storia dei paesi extraeuropei

INDICE

Introduzione
Parte prima.
Gli anni della lotta rivoluzionaria (1921 – 1949)
I.
Le origini e il I Congresso
I fattori interni
I fattori esterni
Il I Congresso nazionale del Partito comunista cinese
I gruppi comunisti cinesi all’estero
II.
Rivoluzione sociale e rivoluzione nazionale
La questione operaia
La questione contadina
Rivoluzione nazionale e lotta anti – imperialista
III.
L’ideologia dalle origini alla presa del potere
L’introduzione del marxismo in Cina
Li Da, Qu Qiubai, Ai Siqi e la diffusione del marxismo – leninismo
Marxismo – leninismo e Pensiero di Mao Zedong
IV.
L’organizzazione dalla fondazione all’egemonia maoista
La prima fase (1921 – 1927)
Dal dualismo alla riunificazione organizzativa (1928 – 1932 e 1933 – 1934)
La “svolta” di Zunyi e gli anni successivi (1935 – 1944)
Il VII Congresso e l’inizio dell’egemonia maoista (1945 – 1949)
V.
Le relazioni con il Comintern
Verso il “fronte unico” (1921 – 1923)
Dal “fronte unico” alla sconfitta della rivoluzione (1924 – 1927)
Gli sviluppi della rivoluzione cinese e la strategia “classe contro classe” (1928 – 1934)
I fronti popolari e la resistenza nazionale anti – giapponese in Cina (1935 – 1939 e 1940 – 1943)
Le relazioni internazionali del Pcc dopo lo scioglimento del Comintern (1943 – 1949)
Il trockismo cinese
I comunisti cinesi a Mosca: alcune considerazioni generali
Parte seconda.
Il Pcc al potere: gli anni del maoismo (1949 – 1978)
VI.
Il partito – Stato e la strategia di sviluppo economico – sociale
La fondazione della Rpc e il “sistema del partito – Stato”
La fase di “nuova democrazia” e il consolidamento del potere, 1949 – 1952
Dalla “nuova democrazia” al socialismo, 1953 – 1956
La svolta radicale e la fuga verso il comunismo, 1957 – 1961
Politica di “riaggiustamento” e Movimento di educazione socialista, 1962 – 1966
La Rivoluzione culturale e la fine del maoismo, 1966 – 1978
VII.
L’ideologia della “nuova Cina”
Le categorie del pensiero di Mao
Dalla “nuova democrazia” alla “dittatura democratica popolare”
La questione dello sviluppo e la transizione socialista
Le contraddizioni in seno al popolo
Rivoluzione permanente e lotta al revisionismo
La Grande rivoluzione culturale proletaria
VIII.
L’organizzazione dalla fondazione della Rpc alla morte di Mao
Dalla fondazione della Rpc alla vigilia dell’VIII Congresso
Dall’VIII Congresso alla Rivoluzione culturale, 1956 – 1966
Dalla Rivoluzione culturale all’XI Congresso, 1966 – 1977
IX.
Il Pcc e il mondo: idee, visioni e strategie internazionali
La struttura e il processo decisionale della politica estera cinese
La nascita dell’alleanza sino – sovietica e la Guerra di Corea
Ginevra, Bandung e l’“offensiva della pace”
Crisi e rottura dei rapporti sino – sovietici
Gli anni Sessanta: radicalizzazione ideologica e terzomondismo
Gli anni Settanta: l’apertura agli Stati Uniti e la teoria dei “tre mondi”
Parte terza.
Il Pcc al potere: il dopo Mao (1978 – 2022)
X.
Sistema politico, riforme e modernizzazione
Verso un nuovo corso, 1978 – 1981
Riforme, resistenze e instabilità, 1982 – 1989
Dalla crisi di Tiananmen al viaggio al Sud, 1989 – 1992
Dal XIV Congresso all’ascesa della “quarta generazione”, 1992 – 2002
L’era di Hu Jintao, 2002 – 2012
L’ascesa di Xi Jinping e la Cina della “nuova era”
XI.
L’ideologia: dalla teoria di Deng Xiaoping al sogno cinese di Xi Jinping
La “Teoria di Deng Xiaoping”
Le tre rappresentanze
Il principio dello sviluppo scientifico
Xi Jinping e l’ideologia della “nuova era”
XII.
L’organizzazione del partito oggi
La struttura organizzativa e gli organismi dirigenti centrali e periferici
Il Dipartimento centrale per l’organizzazione
Membri e quadri/funzionari
XIII.
Il Pcc e la realtà internazionale: nuove visioni e nuove strategie
Dal “basso profilo” al crescente protagonismo regionale ed internazionale
Il decennio 1979 – 1988
Il biennio 1989 – 1991
L’ultima parte del XX ed il primo decennio del XXI secolo
Il decennio 2012 – 2022
Conclusioni.
Il XX Congresso
Cronologia essenziale

Cronologia essenziale

1919 Maggio. Movimento popolare ed anti-imperialista (Movimento del 4 maggio)
1921 Luglio, Shanghai. Fondazione del Partito comunista cinese (Pcc, I Congresso)
1922 Luglio, Shanghai. II Congresso del Pcc
1923 Giugno, Canton. III Congresso del Pcc
1924-1927 Cooperazione tra Partito comunista e Partito nazionalista (“fronte unito”).
1926-1927: Spedizione al Nord per riunificare la Cina. Aprile-luglio 1927: rottura del “fronte unito” ed inizio della repressione anti-comunista da parte nazionalista. Agosto-dicembre 1927: insurrezioni armate comuniste: Nanchang (1° agosto), Raccolto d’Autunno (settembre), Comune di Canton (dicembre)
1925 Gennaio, Shanghai. IV Congresso del Pcc
1927 Aprile-maggio, Wuhan. V Congresso del Pcc. Agosto: riunione straordinaria del Comitato centrale (Cc) del Pcc. Ottobre: Mao e circa mille combattenti comunisti raggiungono il Jinggangshan
1928 Giugno-luglio, Mosca. VI Congresso del Pcc
1931 Settembre: occupazione da parte giapponese della Manciuria (Cina nordorientale).
Novembre-dicembre, Ruijin: fondazione della Repubblica sovietica cinese
1933 Gennaio: il quartier generale del Pcc lascia Shanghai e si trasferisce a Ruijin
1934-1936 Lunga marcia delle unità comuniste da nord a sud. Gennaio 1935: riunione straordinaria degli organismi dirigenti del partito (Conferenza di Zunyi): primi passi nell’ascesa politica di Mao. Dicembre 1936, Xi’an: arresto e poi rilascio del leader nazionalista Chiang Kai-shek
1937 Gennaio: Yan’an, sede del quartier generale comunista, diventa la “capitale rossa”. Luglio: avvio dell’invasione giapponese della Cina
942 Febbraio-maggio, Yan’an: discorsi di Mao alla Scuola centrale di partito (1 e 8 febbraio) e alla Conferenza sulla letteratura e l’arte (maggio)
1945 Aprile-giugno, Yan’an. VII Congresso del Pcc. Aprile: il settimo plenum del Cc approva la “Risoluzione su alcune questioni nella storia del nostro partito dalla fondazione della Repubblica popolare cinese”
1949 1° ottobre, Pechino. Fondazione della Rpc: Mao leader incontrastato del partito-Stato
1950-1955 Febbraio 1950, Mosca. Mao e Stalin firmano il Trattato sino-sovietico di amicizia, alleanza e reciproca assistenza. 1950-1953: intervento delle truppe cinesi in Corea
1956-1961 Settembre 1956, Pechino. VIII Congresso del Pcc. 1956-1957: Movimento dei cento fiori e Campagna contro la destra.
1958-1961: avvio e fine del Grande balzo in avanti. Luglio-agosto 1959, Lushan: riunione allargata del Politburo: critica ed epurazione di Peng Dehuai
1966-1976 Rivoluzione culturale. Aprile 1969, Pechino: IX Congresso del Pcc. Agosto
1973, Pechino: X Congresso del Pcc. 9 settembre 1976: morte di Mao Zedong
1976-1981 Hua Guofeng presidente del Pcc. Dicembre 1978, terzo plenum del Cc: Deng Xiaoping leader effettivo del partito-Stato. Febbraio 1980: Hu Yaobang segretario generale. Giugno 1981: il sesto plenum del Cc approva la “Risoluzione su alcune questioni relative alla storia del nostro partito dalla fondazione della Rpc”
1982 Settembre, Pechino. XII Congresso del Pcc: Hu Yaobang confermato segretario generale
1987 Gennaio: dimissioni di Hu Yaobang. Ottobre-novembre, Pechino. XIII Congresso del Pcc: Zhao Ziyang segretario generale
1989 Aprile: morte di Hu Yaobang. Maggio-giugno: crisi di Tiananmen e repressione militare. Giugno: il quarto plenum del Cc condanna le manifestazioni di maggio-giugno in quanto disordini anti-socialisti, arresto di Zhao Ziyang, Jiang Zemin segretario generale
1992 Ottobre, Pechino. XIV Congresso del Pcc: Jiang Zemin confermato segretario generale
1997 19 febbraio, Pechino. Morte di Deng Xiaoping. Settembre, Pechino. XV Congresso del Pcc: conferma di Jiang Zemin
2002 Novembre, Pechino. XVI Congresso del Pcc: Hu Jintao segretario generale
2007 Ottobre, Pechino. XVII Congresso del Pcc: conferma di Hu Jintao
2012 Novembre, Pechino. XVIII Congresso del Pcc: Xi Jinping segretario generale
2017 Ottobre, Pechino. XIX Congresso del Pcc: conferma di Xi Jinping
2022 Ottobre, Pechino. XX Congresso del Pcc

Introduzione

Nel 2021 il Partito comunista cinese (Pcc) ha celebrato i suoi cento anni di vita e nell’autunno del 2022 il XX Congresso nazionale del Pcc ha segnato uno dei momenti storici chiave nella storia del partito. È impossibile conoscere e comprendere la Cina, la sua storia moderna e contemporanea, i grandi successi così come le tragedie, senza conoscere a fondo ed in modo documentato la storia del Partito comunista cinese. Nel luglio del 1921, quando nacque, aveva una cinquantina di membri ed era un soggetto politico marginale; oggi conta circa novantasei milioni di iscritti e dal 1949 è alla guida di un paese immenso quanto diversificato che è diventato la seconda potenza economica mondiale (la Repubblica popolare cinese, Rpc). Prima di prendere il potere il Pcc ha conosciuto un percorso complesso quanto travagliato, riuscendo a sopravvivere, tra il 1921 e il 1949, ad aspre guerre civili interne ed alla lunga e sanguinosa aggressione imperialista occidentale e giapponese. Successivamente, a partire dal 1949, ha assunto la guida della Cina portando avanti un progetto ambizioso, fatto di momenti gloriosi quanto di eventi drammatici, per la rinascita economica, sociale e culturale del paese ed il suo autonomo protagonismo in campo globale.

Successivamente all’avvio della Guerra fredda in Europa ed in Asia, negli anni Cinquanta e Sessanta furono prodotti numerosi studi accademici circa le origini, la fondazione e gli sviluppi storici del Partito comunista cinese; in seguito, negli ultimi decenni e sino ad oggi, si è assistito a nuove interpretazioni storiografiche, riprendendo passate questioni e sollevandone di nuove, pur nel sostanziale permanere della chiusura degli Archivi centrali cinesi i quali ospitano milioni di documenti relativi alla storia del Pcc e della Rpc 1 .

Per quanto concerne la nascita del Pcc e gli sviluppi della sua elaborazione teorica ed azione pratica nel periodo 1921 – 1949, le interpretazioni storiografico – politiche in Occidente possono essere classificate in due grandi filoni. La prima, secondo la quale pur non sottovalutando l’influenza della Rivoluzione d’Ottobre del 1917 e del Comintern era indispensabile mettere in luce il carattere originale del processo rivoluzionario cinese: centralità della questione contadina – e, in parallelo, debolezza del proletariato – ; legami con la cultura tradizionale, visti in particolare attraverso lo studio della figura di Mao Zedong. La seconda, che pur non negando i fattori indigeni metteva l’enfasi sul ruolo determinante della Russia/Unione Sovietica e del Comintern (guida politica, influenze ideologiche, consiglieri, sostegno organizzativo e finanziario, ecc.): un ruolo fondamentale per quanto concerne il processo di formazione del Pcc, la trasmissione dei contenuti essenziali del pensiero di Marx, Engels e Lenin in Cina e l’influenza sugli sviluppi del processo rivoluzionario cinese 2 .

Per quanto riguarda la fase successiva al 1949, i primi studi sistematici sul Pcc furono prodotti negli anni Sessanta. Essi misero al centro questioni fondamentali quali le specificità dei processi della politica cinese e del percorso di edificazione del socialismo, sottolineando l’importanza della dimensione ideologica per comprendere il progetto politico del Pcc e la natura e il funzionamento del sistema di potere. Fondamentale fu, ad esempio, lo studio di Schurmann che sottolineava la centralità del Pcc e la sua capacità di tenere assieme la Cina comunista attraverso l’ideologia e l’organizzazione 3 .

Se negli anni Sessanta gli studi sulla Cina socialista diedero particolare importanza al ruolo chiave del Pcc, nel decennio successivo l’attenzione verso gli aspetti più strettamente politico – organizzativi sembrò diminuire. La Rivoluzione culturale accelerò infatti l’interesse verso il maoismo e le specificità del percorso di sviluppo cinese, portando tuttavia gli studiosi ad approfondire lo studio del fazionalismo e del rapporto tra partecipazione di massa e autorità, reso possibile soprattutto grazie al ricorso al metodo dell’intervista a rifugiati cinesi a Hong Kong. Fu così possibile, ad esempio, gettare luce sui conflitti che agirono dietro il caos e la profonda crisi politica proprie della Rivoluzione culturale 4 . Nondimeno fu in questo periodo che venne prodotto il primo volume di una fondamentale trilogia dedicata al pensiero e alle azioni dei leader cinesi dal 1956 al 1965, la quale gettava luce sulle motivazioni della Rivoluzione culturale segnando il punto di partenza per nuovi studi e approcci 5 .

Successivamente alla morte di Mao e fino ai primi anni Duemila, gli studi hanno privilegiato l’analisi del sistema politico con particolare attenzione allo Stato, al funzionamento e alle interazioni tra le diverse burocrazie, mentre dopo la crisi di Tiananmen e il crollo dell’Urss l’interesse si è spostato in maniera significativa verso l’analisi del rapporto tra Stato e società. Questa tendenza rifletteva un’interpretazione che partiva da presupposti poi rivelatisi errati, cioè che i cambiamenti generati dalle riforme economiche, l’emergere di nuovi spazi di autonomia e l’apertura al mondo esterno avrebbero causato il cambiamento del sistema e portato il Pcc a implodere sulla scia di quanto verificatosi in Urss.

Nei primi anni del nuovo secolo, mentre nuovi studi hanno consentito di approfondire varie questioni inerenti la storia del periodo maoista (con particolare attenzione alla storia sociale e alla prospettiva dal basso), la consapevolezza che il Pcc rimaneva un attore cruciale e imprescindibile per la comprensione della realtà cinese e della traiettoria di sviluppo del paese ha fatto sì che tornasse al centro degli studi sulla Cina contemporanea 6 . Così, una rinnovata attenzione è stata posta sugli aspetti politico – organizzativi, sulla dimensione ideologica e sul rapporto tra il partito e il governo.

Nel 2003 il politologo americano Andrew Nathan introduceva il concetto di “resilienza autoritaria” per sottolineare la flessibilità e la capacità del Pcc di adattarsi a una società stratificata e quasi capitalistica mantenendo la propria legittimità e la propria posizione di potere 7 . Tale concetto ha dato impulso alla riflessione accademica sulla natura del regime e sulla sua capacità di sopravvivenza, innescando un vivace dibattito che ha evidenziato posizioni e visioni anche profondamente diverse. Pur semplificando, esse possono essere classificate in due grandi filoni: il primo che mette l’enfasi sull’adattamento del Pcc la cui legittimità sarebbe rafforzata; il secondo che sottolinea come il Pcc si trovi di fronte a una crisi di legittimità e rischi di implodere 8 . D’altra parte, la tendenza a riportare il Partito al centro di tutto, nonché il processo di re – ideologizzazione della società in atto sotto la leadership di Xi Jinping hanno posto e stanno ponendo nuovi interrogativi sul futuro del Partito e sulla sua capacità di sopravvivere alle profonde trasformazioni in atto nel contesto nazionale e internazionale.

Quanto alla storiografia cinese, negli anni Cinquanta, segnati dalla collaborazione fraterna con l’Urss, essa assegnò tendenzialmente un importante valore all’influenza sovietica e del Comintern nella fondazione del Pcc e nel suo ruolo nel periodo 1921 – 1949, per poi distaccarsi da tale interpretazione a partire dagli anni Sessanta in congiunzione con il costante peggioramento delle relazioni tra Pechino e Mosca. Fu in questo contesto che venne rivalutato il ruolo autonomo dell’esperienza cinese (maoismo) e che furono sottolineati gli aspetti negativi della strategia di Mosca. Negli ultimi decenni, la ripresa e lo sviluppo degli studi storici hanno significativamente contribuito all’approfondimento di varie questioni inerenti il ruolo del Pcc, liberando quantomeno in parte l’analisi storiografica cinese sia dalle rigidità proposte nel periodo maoista (1949 – 1976) sia da visioni radicalmente negative, spesso basate su approcci astorici, dell’influenza del Comintern. Allo stesso tempo, è stato spesso sottolineato come le ragioni del fallimento della rivoluzione cinese negli anni Venti andavano viste in particolare alla luce della debolezza del partito e della forza schiacciante dell’imperialismo internazionale.

La “Risoluzione su alcune questioni storiche” del 1945 ha fornito l’interpretazione “corretta” della storia del partito dalla fondazione al 1935 9 . Essa è stata seguita nel 1981 dalla “Risoluzione su alcune questioni nella storia del nostro partito dalla fondazione della Rpc” e, infine, nel 2021 dalla “Risoluzione sui principali successi e sull’esperienza del partito nell’ultimo secolo” 10 . Si tratta di documenti fondamentali approvati dal Comitato centrale (Cc), che hanno dettato (e dettano tuttora) l’impostazione politico – storiografica ufficiale a cui si sono dovuti adeguare gli storici della Rpc, anche se non sono mancate interpretazioni alternative soprattutto per quanto riguarda la storia del partito nell’epoca maoista 11 .

Un aspetto centrale della storiografia ufficiale è rappresentato dalla visione problematica e negativa del tardo periodo maoista segnato dalla tragedia del Grande balzo in avanti e in particolare dai profondi sconvolgimenti della Rivoluzione culturale visti come il prodotto della deviazione da quella “linea corretta” che aveva segnato la fase definita di “trasformazione socialista” (1949 – 1956). La Risoluzione storica del 1981 dedicava infatti ampio spazio agli errori di Mao nel periodo 1966 – 1976 ed esprimeva una pesante critica alle “tendenze di sinistra”, pur senza negare la validità del “Pensiero di Mao Zedong”; un giudizio critico che ritroviamo nella terza Risoluzione, anche se nel contesto di una rivalutazione generalmente positiva dei primi trenta anni della Rpc.

Come si evince dalle succitate considerazioni, la storia del Partito comunista cinese resta un tema politicamente assai sensibile ancora oggi in Cina, con inevitabili riflessi negativi sull’ampiezza del dibattito e sull’approfondimento di numerosi importanti problemi.

Il volume propone al lettore un’analisi ampia ed approfondita del percorso dei comunisti cinesi, basata sull’esame di una enorme documentazione storica e della più recente storiografia occidentale e cinese. Si tratta della prima opera del genere in Italia, frutto del lavoro pluriennale di due storici italiani della Cina, e che segue di oltre cinquant’anni la pubblicazione della traduzione italiana della storia del Pcc dello storico francese Jacques Guillermaz, ad oggi l’unico volume a disposizione in lingua italiana. È un’opera che rappresenta allo stesso tempo un punto di arrivo nella conoscenza e comprensione della storia del Partito comunista cinese e della “Cina rossa” ed un punto di partenza per nuovi studi e approcci.

Essa si articola in tre parti: la prima (capp. I – V), scritta da Samarani, esplora il periodo dal 1921 al 1949 segnato dalla lotta rivoluzionaria del partito; la seconda (capp. VI – IX), scritta da Graziani, discute gli anni dalla fondazione della Repubblica popolare cinese nel 1949 alla morte di Mao nel 1976 ed alla fine del periodo maoista nel 1978; infine, la terza parte (capp. X – XIII: i primi due capitoli opera di Graziani ed i secondi due di Samarani) affronta i decenni successivi alla morte di Mao sino ad oggi (2022). Dopo il capitolo I che discute le origini e la nascita del partito, le tre parti seguono un’impostazione cronologica sostanzialmente comune e si articolano attorno a quattro grandi temi, trattando gli aspetti politici ed economico – sociali, l’ideologia, l’organizzazione ed infine la visione e la strategia del Pcc in campo internazionale.

Il volume è completato da alcune brevi conclusioni, centrate sul XX Congresso tenutosi nell’autunno 2022, e da una cronologia essenziale.

Nel testo, tranne per alcuni nomi in uso nella pubblicistica occidentale, per la trascrizione di nomi e fonti bibliografiche cinesi si è fatto riferimento al pinyin , sistema di traslitterazione ufficiale della Repubblica popolare cinese. Inoltre, le traduzioni italiane di testi in lingua cinese ed inglese sono opera dei due autori, ad eccezione di quelli già disponibili in traduzione.

Infine, gli autori desiderano rivolgere un ringraziamento speciale alla prof.ssa Laura De Giorgi, Università Ca’ Foscari Venezia, che ha letto i capitoli e fornito preziosi commenti e suggerimenti.

1 Per quanto riguarda le storie generali del Pcc, si rimanda a Tony Saich, From Rebel to Ruler: One Hundred Years of the Chinese Communist Party , Cambridge MA, The Belknap Press of Harvard University Press, 2021; Stephen Uhalley, A History of the Chinese Communist Party , Stanford, Hoover Institution, 1988; Jacques Guillermaz, Storia del Partito comunista cinese , 2 voll., Milano, Feltrinelli, 1970 (ed. or. 1968). Nel 2021, in occasione del centenario, è stato pubblicato un interessante volume sulla storia del partito che adotta un approccio di micro – storia: Timothy Cheek, Klaus Muhlhahn, Hans van de Ven (a cura), The Chinese Communist Party: A Century in Ten Lives , Cambridge, Cambridge University Press, 2021. Per quanto riguarda la storiografia cinese si rimanda qui alle interpretazioni ufficiali: Hu Chiao – mu, Thirty Years of the Communist Party of China: An Outline History , Peking, Foreign Languages Press, 1959 (ed. or. 1951); Hu Sheng, Party History Research Centre CCP Central Committee (a cura), A Concise History of the Communist Party of China (Seventy Years of the CPC) , Beijing, Foreign Languages Press, 1994 (ed. or. 1991); si veda anche Zhonggong zhongyang dangshi yanjiushi, Zhongguo Gongchandang lishi (Storia del Pcc), vol. I/1 – 2 ( 1921 – 1949 ) e vol. II/3 – 4 ( 1949 – 1978 ), Beijing, Zhonggong dangshi chubanshe, 2011. Recentemente, è stata pubblicata la nuova, ufficiale ricostruzione storica del partito: Benshu bianxiezu (a cura), Zhongguo Gongchandang jianshi (Breve storia del Pcc), Beijing, Renmin chubanshe – Zhonggong dangshi chubanshe, 2021, la cui versione in lingua inglese è A Concise History of the Communist Party of China , Beijing, Central Compilation and Translation Press, 2021.

2 Pur semplificando, possiamo affermare che il primo filone è rappresentato dal lavoro di Benjamin I. Schwartz, Chinese Communism and the Rise of Mao , Cambridge MA, Harvard University Press, 1951 ed anche da quello di Maurice Meisner, Li Ta – chao and the Origins of Chinese Marxism , Cambridge MA, Harvard University Press, 1967; nei decenni successivi, vanno segnalati tra gli altri i lavori di Hans van de Ven, From Friend to Comrade: The Founding of the Chinese Communist Party, 1920 – 1927 , Berkeley, University of California Press, 1991 e di Tony Saich, The Origins of the First United Front in China: The Role of Sneevliet (Alias Maring) , 2 voll., Leiden – New York – København – Köln, Brill, 1991. Per quanto riguarda il secondo filone, si vedano gli studi di Conrad Brandt, Stalin’s Failure in China, 1924 – 1927 , Cambridge MA, Harvard University Press, 1958; Ishikawa Yoshihiro, The Formation of the Chinese Communist Party , New York, Columbia University Press, 2013; e, in parte, Arif Dirlik, The Origins of Chinese Communism , Oxford, Oxford University Press, 1989.

3 Franz Schurmann, Ideology and Organization in Communist China , Berkeley, University of California Press, 1968. Oltre all’opera di Schurmann si veda John Wilson Lewis, Leadership in Communist China , Ithaca, Cornell University Press, 1962; Doak Barnett, Cadres, Bureaucracy, and Political Power in Communist China , New York, Columbia University Press, 1967.

4 Si veda, ad esempio, Stanley Rosen, Red Guard Factionalism and the Cultural Revolution in Guangzhou , Routledge, 1982 e Hong Yung Lee, The Politics of the Chinese Cultural Revolution , Berkeley, University of California Press, 1978.

5 Roderick MacFarquhar, The Origins of the Cultural Revolution , vol. I: Contradictions Among the People, 1956 – 1957 , New York, Columbia University Press, 1974 (nel 1983 venne pubblicato il vol. II: The Great Leap Forward, 1958 – 1960 e nel 1997 il vol. III: The Coming of the Cataclysm, 1961 – 1966 ). Roderick MacFarquhar avrebbe poi prodotto insieme a Michael Schoenhals il fondamentale studio Mao’s Last Revolution , Cambridge MA, Harvard University Press, 2008.

6 Kjeld Erik Brødsgaard, Zheng Yongnian (a cura), Bringing the Party Back In: How China Is Governed , Singapore, Eastern Universities Press, 2004. Per un’analisi approfondita della letteratura sul Pcc si rimanda a Kjeld Erik Brødsgaard, Chen Gang, The Chinese Communist Party since 1949: Organization, Ideology, and Prospect for Change , Leiden, Brill, 2019.

7 Andrew Nathan, “Authoritarian Resilience”, Journal of Democracy , 14, 1, 2003, pp. 6 – 17.

8 Il primo filone è rappresentato, tra gli altri, dal sopracitato lavoro di Andrew Nathan e da David Shambaugh, China’s Communist Party: Atrophy and Adaptation , Berkeley, University of California Press, 2008, mentre nel secondo rientrano gli studi di Bruce Gilley, China’s Democratic Future: How It Will Happen and Where It Will Lead , New York, Columbia University Press, 2004 e Minxin Pei, China’s Trapped Transition: The Limits of Developmental Autocracy , Cambridge MA, Harvard University Press, 2006.

9 “Resolution of the CCP CC on Certain Historical Questions” (20 aprile 1945), in Tony Saich (a cura), The Rise to Power of the Chinese Communist Party : Documents and Analysis , Armonk, Sharpe, 1996, pp. 1164 – 1184.

10 “Resolution on Certain Questions in the History of Our Party Since the Founding of the People’s Republic of China” (27 giugno 1981), in Chinese Communism Subject Archive, https://www.marxists.org/subject/china/documents/cpc/history/01.htm; “Resolution of the CPC Central Committee on the Major Achievements and Historical Experience of the Party over the Past Century” (11 novembre 2021), http://www.news.cn/english/2021 – 11/16/c_1310314611.htm.

11 Susanne Weigelin – Schwiedrzik, “In search of a Master Narrative for 20 th Century Chinese History”, The China Quarterly , 188, 2006, pp. 1070 – 1091.

RECENSIONI

Lucrezia Goldin | 31 OTTOBRE 2023 Il Fatto

Cina, il dissenso per le politiche di Xi celato dietro il lutto per l’ex premier Li Keqiang. Lo storico: “Economia rallenta, crepe inevitabili”

di Lucrezia Goldin | 31 OTTOBRE 2023 Il Fatto

Un tappeto di crisantemi gialli per piangere la morte di un leader e la fine di un’epoca di prosperità. La Cina ha accolto con reverenza la scomparsa improvvisa dell’ex premier Li Keqiang, morto all’età di 68 anni per un arresto cardiaco lo scorso venerdì 27 ottobre. In questi giorni centinaia di cittadini cinesi si sono presentati di fronte ai luoghi simbolo della vita e della carriera di Li, lasciando mazzi di fiori e biglietti di cordoglio, mentre il governo cinese ha vietato commemorazioni ufficiali nelle università per timore che l’ondata di emotività popolare si trasformi in protesta. “È stato un leader molto apprezzato, autore di ambiziosi progetti di riforma economica della Cina dell’ultimo decennio ma anche premier degli ultimi, più difficili, anni”, spiega a ilfattoquotidiano.it Guido Samarani, professore ordinario di Storia e istituzioni dell’Asia all’Università Ca’ Foscari di Venezia e autore del libro La Cina Rossa: storia del Partito comunista cinese. “I cittadini cinesi hanno riconosciuto il suo apporto positivo, ma il suo ruolo si colloca a cavallo tra due fasi: da una ottimistica a una meno speranzosa per la Repubblica popolare”,

Hig

Leader appartenente alla “quinta generazione” della nomenclatura cinese con un passato nella Lega della gioventù comunista, Li è stato premier dal 2013 fino a quando, lo scorso marzo, ha passato il testimone a Li Qiang, uno dei fedelissimi del presidente cinese Xi Jinping. Durante il suo mandato è stato spesso dipinto come un uomo dell‘establishment, portavoce di riforme del mercato libero e vicino agli interessi del privato, in contrapposizione alla leadership di Xi, che ha invece spinto verso la centralizzazione del potere e una maggiore presenza dello Stato nell’economia del Paese. “Non dobbiamo pensare che la morte di Li Keqiang segni la fine del riformismo”, avverte Samarani. “Dopotutto è stato al fianco di Xi per diversi anni e ha gestito insieme a lui periodi complessi per la società cinese. Tuttavia, se il primo quinquennio del suo premierato è stato caratterizzato da grandi progetti e ambizioni come quello della Via della Seta, gli ultimi anni hanno dimostrato che l’interdipendenza economica, a differenza di quello che si riteneva, non è più garanzia della possibilità di raffreddare le crisi geopolitiche e quelle interne”,

E proprio sul fronte interno la morte di Li sembra aver fatto luce su alcune crepe tra il il Partito-Stato e i cittadini cinesi, che hanno vissuto l’improvvisa dipartita del leader riformista con uno spiccato senso di nostalgia per il passato prospero del Paese. “Il fiume Azzurro e il fiume Giallo non scorreranno all’indietro”, recitano molti dei biglietti commemorativi lasciati per l’ex premier, citando una frase con la quale lo scorso anno Li invitava la Cina a continuare sulla via dell’apertura economica per riprendersi dalla crisi pandemica. “L’economia non è tutto ma regge molto del consenso popolare in Cina”, spiega a proposito Samarani. Con il tempo della crescita a doppia cifra ormai alle spalle e una deflazione incombente, secondo l’accademico il governo cinese “è andato rivoltandosi verso se stesso”, con un ripiegamento parziale dato dal fatto che “è cambiata la visione all’interno del Paese, da una ottimistica a una pessimistica del futuro della Cina e del contesto internazionale”. Soprattutto, “se gli effetti positivi della crescita economica sul piano sociale e delle aspettative del benessere materiale vengono meno o non sono più dispensate come una volta, non può che nascere una frattura tra il Partito e una parte del popolo”, spiega.

Con la morte di Li, la Cina rimpiange quindi non solo un leader, ma gli anni di boom economico che hanno caratterizzato il Paese negli ultimi 30 anni. “Grazie per tutto quello che ci hai dato”, scrivono a proposito diversi utenti sul social media cinese Weibo. “Non dimenticheremo quanto grande è stata la Cina sotto la tua guida”, fa eco un altro commento. C’è poi chi ha utilizzato la morte dell’ex premier come pretesto per criticare il presidente Xi, ritenuto responsabile del declino economico cinese e accusato di mancata trasparenza durante il periodo delle restrizioni per il contenimento del Covid-19. Anche nel controllato ed edulcorato web cinese c’è chi ha portato questa critica al livello successivo, rammaricandosi che a morire non sia stato Xi e arrivando ad alludere che il decesso dell’ex premier sia stata orchestrata dal Partito. “È come è successo per Hu Yaobang” , scrive un utente facendo riferimento al leader del Pcc morto nel 1989, poco prima delle proteste di piazza Tiananmen. “È stata una vendetta politica”, commenta qualcun altro. Per sfuggire ai censori delle piattaforme social, alcuni utenti hanno invece condiviso sui propri profili la canzone “Peccato che non sia tu” della cantante malese Fish Leong, in un apparente riferimento al leader cinese. Successivamente anche la canzone è stata oscurata dalle principali piattaforme social.

Al netto del dissenso online, il Partito comunista si trova ad affrontare un momento delicato a livello di immagine sul piano interno, specie dopo gli scossoni nelle posizioni apicali che hanno visto la rimozione in successione del ministro degli Esteri, Qin Gang e di quello della Difesa, Li Shangfu. “Xi e il Partito tengono molto al consenso sociale e sanno, anche sulla base della lezione impartita dal fallimento dell’Unione sovietica, che è importante stabilire un rapporto tra governo e popolo dove il primo guida il secondo”, ricorda ancora Samarani. E conclude: “Bisognerà però vedere se la Cina sarà in grado di rilanciare la sua economia e la sua immagine, sia per gli investitori che per la diplomazia a livello internazionale”.

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Samarani, G. Cina, ventunesimo secolo. 2010

Scheda SBN

Samarani, Guido
Cina, ventunesimo secolo / Guido Samarani. – Torino : Einaudi, 2010. – XII, 149 p. ; 18 cm.. – (Vele ; 55).) – [ISBN] 978-88-06-20272-9. – [BNI] 2010-9292.
SOGGETTI Cina – 2000-2010
CLASSIFICAZIONE DEWEY 951.06 (21.) STORIA. CINA. 2000-

Indice

Copertina
Frontespizio
Premessa. Cina e Occidente
Cina, ventunesimo secolo
I. Un decennio «speciale»
II. La «quarta generazione» al potere
III. Le sfide future
Riferimenti bibliografici
Il libro
L’autore
Dello stesso autore
Copyright

COVER

Samarani, G. La Cina contemporanea, 2017

Scheda SBN

Samarani, Guido
La Cina contemporanea : dalla fine dell’impero a oggi / Guido Samarani. – Nuova ed. aggiornata e ampliata. – Torino : Einaudi, 2017. – XIII, 517 p. ; 21 cm. – (Piccola biblioteca Einaudi. Nuova serie ; 680).) – [ISBN] 978-88-06-23016-6. – [BNI] 2017-8736. Ebook ISBN 9788858426920
SOGGETTI Cina – 1911-2017 Nuovo soggettario
CLASSIFICAZIONE DEWEY 951.05 (23.) STORIA. CINA. 1949-

Indice

Introduzione
La Cina dal periodo coloniale all’era globale
LA CINA CONTEMPORANEA
PARTE PRIMA
Alla ricerca dell’identità perduta (1911-49)
Capitolo primo
Nascita, sviluppo e crisi del sistema repubblicano
Capitolo secondo
La Cina, le Potenze e la prima guerra mondiale
1. Shimonoseki, Portsmouth, Versailles
2. La prima guerra mondiale
3. Il primo dopoguerra e la Conferenza di Washington
4. Cina e Italia.
Capitolo terzo
L’egemonia nazionalista: da Canton a Nanchino
1. Unità e divisione (1923-26).
2. La «spedizione al Nord» (1926-28).
3. Il governo di Nanchino: nascita e sviluppi
4. Le campagne militari contro «il comunismo e il banditismo» e contro i «nuovi warlords».
5. La politica economica e il nodo della questione agraria
6. Shanghai e la questione urbana.
Capitolo quarto
Dal dopoguerra alla Grande Depressione
1. Anni ruggenti, anni di crisi.
2. Nanchino e la Grande Depressione
3. L’aggressione giapponese
4. Cina e Italia: gli «anni d’oro».
Capitolo quinto
L’alternativa comunista
1. La fondazione del partito e il «fronte unito» (1921-27).
2. Gli anni del dualismo: centralità operaia e soviet rurali (1927-31).
3. Gli anni del dualismo: rivoluzione urbana o rivoluzione rurale? (1931-34).
4. Dal Sud al Nord: la «Lunga Marcia» (1934-35).
5. Lo Shenxi e Yan’an «la rossa»: i primi anni (1935-37).
Capitolo sesto
La Cina, il Giappone e la seconda guerra mondiale
1. Xi’an, Nanchino, Yan’an: la nascita del secondo «fronte unito».
2. La prima fase della guerra sino-giapponese e il «massacro di Nanchino» (1937-39).
3. Guerra sino-giapponese e seconda guerra mondiale (1939-41).
4. Da Pearl Harbour alla fine della guerra (1941-45).
5. Chongqing, Yan’an, Shanghai.
6. Il collaborazionismo filogiapponese.
7. Cina e Italia.
Capitolo settimo
La vittoria comunista, la disfatta nazionalista
1. Guerra o pace? (1945-46).
2. La prima fase: l’avanzata nazionalista (1946-47).
3. La seconda fase: verso la vittoria comunista (1947-49).
PARTE SECONDA
Identità comuni, identità diverse: la Repubblica Popolare Cinese, Taiwan, Hong Kong e Macao (1949-2004)
Capitolo ottavo
Ricostruzione e «nuova democrazia»
1. La risoluzione del 1945 e il rinnovamento del partito.
2. Emergenza, «nuova democrazia» e «dittatura del popolo» (1950-54).
3. Stato socialista e pianificazione economica (1954-57).
4. Successi e contraddizioni (1956-57).
Capitolo nono
Radicalismo e collettivismo
1. Il Grande Balzo in Avanti: origini e sviluppi (1957-60).
2. Crisi a Lushan e a Lhasa.
3. Il riaggiustamento economico e politico (1961-62).
Capitolo decimo
Pendere da una parte: l’alleanza con l’Unione Sovietica
1. L’alleanza con l’Urss e la guerra di Corea (1950-53).
2. Iniziativa diplomatica e coesistenza pacifica (1953-56).
3. L’alleanza sino-sovietica: sviluppi, crisi e rottura (1956-60).
Capitolo undicesimo
La Rivoluzione Culturale: apogeo e fine del maoismo
1. Le origini politiche e ideologiche della Rivoluzione Culturale
2. La Rivoluzione Culturale e le guardie rosse (1966-69).
3. Crisi a Zhongnanhai (1969-71).
4. Alternative strategiche e di potere (1971-76).
5. La risoluzione del 1981 e il bilancio dell’esperienza maoista
Capitolo dodicesimo
L’ingresso all’Onu tra marginalità internazionale e terzomondismo
1. La crisi con l’Urss e la teoria delle «zone intermedie» (1960-65).
2. Il Vietnam, la crisi alle frontiere con l’Urss e il disgelo sino-americano (1965-71).
3. L’ingresso all’Onu e lo sviluppo delle relazioni sino-americane (1971-79).
4. Cina ed Europa: alcune considerazioni generali.
Capitolo tredicesimo
Modernizzazione economica, trasformazioni sociali e compatibilità ambientali
1. Le tappe del processo di modernizzazione.
2. Agricoltura e società rurale.
3. Industria, servizi e società urbana
4. Popolazione, istruzione e specificità femminile
5. Sviluppo economico e compatibilità ambientali
Capitolo quattordicesimo
Riforme e sistema politico-ideologico
1. L’impasse delle riforme.
2. Legalità socialista, diritti sociali e individuali, nuove idealità.
3. Centralismo, localismo e autonomia regionale
4. L’Esercito popolare di liberazione tra fedeltà e professionalizzazione.
Capitolo quindicesimo
Il nuovo ruolo regionale e internazionale
1. La Cina nel contesto internazionale: alcune considerazioni generali.
2. I rapporti con Usa e Russia/Urss
3. Il ruolo regionale.
4. La cooperazione economica internazionale
5. Cina, Unione Europea, Italia.
Capitolo sedicesimo
L’esperienza di Taiwan
1. Il periodo coloniale (1895-1945).
2. Dominio nazionalista e sviluppo economico (1945-75).
3. L’esclusione dall’Onu e il processo di taiwanizzazione (1975-90).
4. La sconfitta nazionalista e il dilemma dell’identità di Taiwan (1990-2004).
Capitolo diciassettesimo
Lo status «speciale» di Hong Kong e Macao
1. Hong Kong: da colonia a Regione amministrativa speciale.
2. Il ruolo economico di Hong Kong.
3. Macao tra passato e futuro
PARTE TERZA
La Cina nel XXI secolo: nuove opportunità, nuove sfide (2002-16)
Capitolo diciottesimo
Guidare il partito, governare la Cina: unità e stabilità tra vecchie e nuove contraddizioni
1. Stabilità e consenso, crescita ed equità: il decennio 2002-12.
2. Sogni e realtà: il periodo 2012 (novembre) – 2017 (primavera).
Capitolo diciannovesimo
Armonia vs disordine: ambizioni e vincoli del protagonismo cinese in campo regionale e internazionale
1. La «visione del mondo» di Pechino: continuità e mutamenti strategici e organizzativi.
2. Pechino e Washington: diversità, rivalità e cooperazione.
3. Pechino e Mosca: un’alleanza solida ma non strategica
4. Il contesto regionale.
5. Cina e Unione Europea: una voce, tante voci.
6. La presenza cinese in Africa.
Capitolo ventesimo
Taiwan, Hong Kong, Macao: quale futuro nel nuovo secolo?
1. Unità e diversità: quale futuro per Taiwan?
2. Hong Kong e Macao: il lungo percorso verso l’appuntamento del 2047 e 2049
Conclusioni
Cronologia
Profili biografici
Bibliografia
Indice dei nomi

Cronologia

La ricostruzione cronologica che segue si limita in modo selettivo a indicare i principali eventi della storia della Cina nel Novecento e della prima parte del XXI secolo.
1911
Scoppio della Rivoluzione antimancese (10 ottobre)
1912
Nascita della Repubblica di Cina (1° gennaio)
Abdicazione al trono della dinastia mancese dei Qing (12 febbraio)
1912-16
Governo di Yuan Shikai
1915
Il Giappone presenta le Ventun Domande alla Cina (gennaio)
Inizia le pubblicazioni «Nuova Gioventú» fondata da Chen Duxiu
1962
Guerra di confine tra Cina e India
1966-81
Avvio, sviluppo e conclusione della Rivoluzione Culturale: fine
dell’esperienza maoista
1969
Scontri alla frontiera tra Cina e Unione Sovietica
Lin Biao designato quale successore di Mao Zedong (IX Congresso nazionale del Pcc)
1971-72
Fallimento del presunto colpo di Stato e tentativo di assassinio nei confronti di Mao, fuga e morte di Lin Biao (settembre 1971)
La Cina Popolare è ammessa all’Onu (ottobre 1971)
Il presidente americano Nixon visita la Cina: Comunicato di Shanghai (febbraio 1972)
1975
Morte di Chiang Kai-shek (5 aprile)
1976
Morte di Mao Zedong (9 settembre) e di Zhou Enlai (gennaio)
Devastante terremoto a Tangshan (luglio)
Arresto della Banda dei Quattro (ottobre)
1976-80
Periodo di governo di Hua Guofeng
1978-84
Ritorno di Deng Xiaoping, emergere di Zhao Ziyang e Hu Yaobang, avvio delle prime riforme e dell’apertura delle prime «zone economiche speciali» nell’ambito del programma delle «quattro modernizzazioni»
1979
Normalizzazione delle relazioni sino-americane (1° gennaio)
La ricostruzione cronologica che segue si limita in modo selettivo a indicare i principali eventi della storia della Cina nel Novecento e della prima parte del XXI secolo.
1911
Scoppio della Rivoluzione antimancese (10 ottobre)
1912
Nascita della Repubblica di Cina (1° gennaio)
Abdicazione al trono della dinastia mancese dei Qing (12 febbraio)
1912-16
Governo di Yuan Shikai
1915
Il Giappone presenta le Ventun Domande alla Cina (gennaio)
Inizia le pubblicazioni «Nuova Gioventú» fondata da Chen Duxiu
1962
Guerra di confine tra Cina e India
1966-81
Avvio, sviluppo e conclusione della Rivoluzione Culturale: fine
dell’esperienza maoista
1969
Scontri alla frontiera tra Cina e Unione Sovietica
Lin Biao designato quale successore di Mao Zedong (IX Congresso nazionale del Pcc)
1971-72
Fallimento del presunto colpo di Stato e tentativo di assassinio nei confronti di Mao, fuga e morte di Lin Biao (settembre 1971)
La Cina Popolare è ammessa all’Onu (ottobre 1971)
Il presidente americano Nixon visita la Cina: Comunicato di Shanghai (febbraio 1972)
1975
Morte di Chiang Kai-shek (5 aprile)
1976
Morte di Mao Zedong (9 settembre) e di Zhou Enlai (gennaio)
Devastante terremoto a Tangshan (luglio)
Arresto della Banda dei Quattro (ottobre)
1976-80
Periodo di governo di Hua Guofeng
1978-84
Ritorno di Deng Xiaoping, emergere di Zhao Ziyang e Hu Yaobang, avvio delle prime riforme e dell’apertura delle prime «zone economiche speciali» nell’ambito del programma delle «quattro modernizzazioni»
1979
Normalizzazione delle relazioni sino-americane (1° gennaio)
Guerra alla frontiera sino-vietnamita
1980-81
Processo alla Banda dei Quattro
Fine dell’influenza politica di Hua Guofeng
Adesione della Cina alla Banca mondiale e al Fondo monetario internazionale
Risoluzione sulla storia del Partito comunista cinese dal 1949 in poi (giugno 1981)
1986-87
Manifestazioni studentesche e crisi al vertice del Pcc: epurazione di Hu Yaobang
1989
Morte di Hu Yaobang (aprile)
Dimostrazioni studentesche e popolari (primavera di Pechino, aprile-giugno): intervento dell’esercito, epurazione di Zhao Ziyang, ascesa al vertice di Jiang Zemin
Riavvicinamento con l’Unione Sovietica (visita di Gorbačëv a Pechino)
1990
Li Teng-hui diventa presidente di Taiwan: è il primo di origine taiwanese nella storia dell’isola
1993
Documento sulla creazione di una «economia socialista di mercato»
1997
Morte di Deng Xiaoping (19 febbraio)
Hong Kong ritorna alla Cina (1° luglio)
1998-99
Repressione delle attività del Partito democratico e della setta Falungong
Bombardamento dell’ambasciata cinese a Belgrado da parte della Nato
Accordo di base tra Cina e Usa che apre la strada all’ingresso cinese nella World Trade Organization
Macao ritorna alla Cina (20 dicembre)
2000
Chen Shui-bian diventa presidente di Taiwan: è la prima volta che un candidato non appartenente al Partito nazionalista sale ai vertici del potere nell’isola
2001
La Cina entra nella World Trade Organization (11 dicembre)
2002-3
La nuova generazione di leader cinesi (la quarta, dopo Mao Zedong, Deng Xiaoping e Jiang Zemin) prende possesso delle massime cariche del partito e dello Stato: Hu Jintao diventa segretario generale del partito e presidente della Repubblica e Wen Jiabao primo ministro; Jiang Zemin mantiene la guida della Commissione militare
2003
Crisi della Sars
2004
Emendamenti alla Costituzione durante la sessione annuale dell’Assemblea nazionale popolare (marzo) sottolineano l’impegno da parte dello Stato di proteggere diritti e interessi dei settori non pubblici dell’economia e sanciscono l’inviolabilità della legittima proprietà privata dei cittadini
2006-10
Undicesimo piano quinquennale
2007-8
Riconferma al vertice del partito e dello Stato di Hu Jintao e Wen Jiabao
2008
Olimpiadi di Pechino
Il Partito nazionalista torna al potere a Taiwan, con la vittoria nelle elezioni presidenziali di Ma Ying-jeou
2010
Expo di Shanghai
2011-15
Dodicesimo piano quinquennale
2011-12
Centenario della Rivoluzione anti-dinastica (1911) e della nascita della Repubblica di Cina (1912)
2012-13
La «quinta generazione» della leadership cinese prende possesso delle massime cariche del partito e dello Stato: Xi Jinping diventa segretario generale del partito e presidente della Repubblica, Li Keqiang primo ministro
2014
«Movimento dei girasoli» a Taiwan, con l’occupazione dello Yuan legislativo
«Movimento degli ombrelli» a Hong Kong, con la contestazione dei crescenti vincoli imposti da Pechino
2016-20
Tredicesimo piano quinquennale
2016
Tsai Ing-wen diventa la prima donna ad assumere la carica di presidente di Taiwan, riportando dopo 8 anni al potere il Partito democratico progressista
2017
A marzo Carrie Lam, sostenuta da Pechino, vince le elezioni per la carica di nuovo governatore di Hong
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De Giorgi; Samarani. La Cina e la storia, 2005

Scheda SBN

De Giorgi, Laura – Samarani, Guido
La Cina e la storia : dal tardo impero ad oggi / Laura De Giorgi, Guido Samarani. – Roma : Carocci, 2005. – 138 p. : ill. ; 22 cm.. – (Frecce ; 27).) – [ISBN] 88-430-2954-1. – [BNI] 2006-11627.
Cina – Storia CDD 951 (19.) STORIA DELLA CINA E REGIONI LIMITROFE

Scheda editore

La studio della storia moderna e contemporanea della Cina conosce uno sviluppo senza precedenti, anche a seguito di significativi mutamenti di prospettiva sul presente e sul passato recente. Ne risulta un’immagine dell’evoluzione storica della civiltà cinese che non solo cancella stereotipi ed equivoci, ma conduce a interpretazioni innovative sulla posizione della Cina nel mondo contemporaneo e sulle trasformazioni problematiche che la transizione verso la modernità tuttora comporta. Il volume è una guida per riflettere sul ruolo della storiografia nella comprensione della civiltà cinese e per orientarsi sulle principali questioni. Una sezione specifica è, infine, dedicata agli strumenti e alle risorse bibliografiche fondamentali nel settore.

Indice

Avvertenza
Cina: le divisioni amministrative
Introduzione1. La funzione della storia nella Cina moderna e contemporanea
Premessa
Le origini della storiografia moderna
La storiografia nazionalista: origini e sviluppi
La storiografia marxista: origini e sviluppi
Storiografia marxista e storiografia di partito
La storiografia contemporanea nella Cina popolare e a Taiwan2.I tempi e gli spazi dell’età moderna e contemporanea in Cina
Premessa
I limiti temporali e le scansioni cronologiche
Geografie, confini e microcosmi3. Le fonti sulla Cina moderna e contemporanea
Il periodo Qing
L’età repubblicana
La Repubblica popolare cinese
Gli strumenti e le risorse
Introduzioni generali alla storia della Cina moderna e contemporanea
Guide, repertori bibliografici e biografici, antologie di testi
Riviste specialistiche in lingue occidentali
Riviste specialistiche in lingua cinese
Siti Internet e risorse elettroniche
Letture consigliate
Cronologia

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Samarani, G. La rivoluzione in cammino. 2018

Scheda SBN

Samarani, Guido
La rivoluzione in cammino : la Cina della Lunga marcia / Guido Samarani. – Roma : Salerno, 2018. – 137 p. ; 20 cm. – (Mosaici ; 7).) – [ISBN] 978-88-6973-223-2. – [BNI] 2019-2199. EAN 9788869732232

Scheda editore

Tra il 1934 e il 1936 oltre ottantamila uomini, tra militari e contadini, attraversarono la Cina guidati da Mao. Quella grandiosa ritirata costituì il passo decisivo verso la rivoluzione. Cina, 1934. L’esercito nazionalista del Kuomintang guidato da Chang Kai-Shek accerchia l’armata rossa nella regione del Jiangxi. Per sfuggire all’assedio, l’esercito comunista deve ritirarsi. Sarà la ritirata più grande della storia, il preludio alla vittoria: è la Lunga Marcia. Oltre ottantamila uomini attraversarono la Cina a piedi in 370 giorni, fronteggiando nemici e ostacoli naturali. Questo evento epico costituisce uno dei momenti decisivi del processo rivoluzionario cinese. L’ascesa del comunismo e il consolidamento della leadership di Mao non sarebbero stati possibili senza i dodicimila chilometri percorsi da un esercito di donne e uomini in cammino verso la rivoluzione. Il volume racconta le loro gesta e le loro storie.

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