Newsletter Sinistrainrete 20231217

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Salvatore Minolfi: La dottrina Brzezinski e le (vere) origini della guerra russo-ucraina

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La dottrina Brzezinski e le (vere) origini della guerra russo-ucraina

Francesco Santoianni intervista Salvatore Minolfi

720x410c50kjnb4rf.jpgPubblicato dall’Istituto italiano per gli studi filosofici e presentato in una davvero affollata serata trasformatasi in una appassionata assemblea (con interventi di de Magistris, Santoro, Basile…) il libro di Salvatore Minolfi  “Le origini della guerra russo-ucraina”. Un libro basato anche su documenti diplomatici, quest’anno resi pubblici da Wikileaks e che attestano come la guerra, lungi dal nascere da “mire imperiali di Putin” (come sbandierato dai media mainstream e da qualche “anima bella” della “sinistra”) è la inevitabile conseguenza, in primis, di un accerchiamento della Russia, mirante a impossessarsi delle sue risorse, e, poi, dall’esigenza di sottomettere una Unione europea “colpevole” di commerciare con partner ostili agli USA.

Di questo e di altro abbiamo parlato con l’autore del libro.

* * * *

Poco prima di quel fatidico 24 febbraio 2022, davanti al protrarsi (avrebbe dovuto concludersi il 20 febbraio) dell’esercitazione militare congiunta Russia-Bielorussia ai confini con l’Ucraina, da una parte la CIA e alcuni organi di stampa davano come imminente una invasione russa, dall’altra il governo di Kiev e parte del governo USA smentivano questa ipotesi. Perché questa strana situazione?

<<Sulle circostanze in cui prende forma l’invasione russa dell’Ucraina circolano le più diverse e contraddittorie ricostruzioni. A esse si aggiungono sempre nuove rivelazioni sulla presenza e sulla consistenza di gruppi militari stranieri in Ucraina sin dall’inizio della guerra o addirittura prima. La verità è che, allo stato delle attuali conoscenze, mancano gli elementi per ricostruire in modo documentato e attendibile il contesto in cui il conflitto esplode ufficialmente.

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Moreno Pasquinelli: 7 Ottobre: chi c’era dietro?

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7 Ottobre: chi c’era dietro?

di Moreno Pasquinelli

combatteteli ma.jpgVisto il prezzo inaudito che i palestinesi e Gaza stanno pagando è inevitabile porsi la domanda: perché HAMAS e gli atri movimenti della Resistenza palestinese hanno compiuto la devastante azione del 7 ottobre?

C’è chi fornisce una risposta terribile: l’attacco di HAMAS sarebbe stata un’operazione sotto falsa bandiera.

Il teorema si regge su due gambe: il falso mito della potenza militare israeliana e dell’infallibilità della sua intelligence, e una concezione sbagliata della relazione causa-effetto.

Per ciò che concerne i miti ogni ragionamento oppositivo risulta vano; impossibile convincere chi crede che i miti, per quanto degni d’attenzione possano essere, sono come minimo improbabili se non frutto di fantasia.

Riguardo alla concezione della relazione causa-effetto, salta agli occhi il meccanicismo per cui, visto l’effetto una soltanto la causa. In verità, nel mondo reale, tanto più quello storico-sociale, abbiamo sempre un concorso di cause per cui diversi e spesso imprevedibili possono essere gli effetti. Il ragionamento del cospirazionista si può esprimere in questi termini: se la reazione del soggetto A va a buon fine, se ne deve dedurre che il soggetto B, il quale ha compiuto l’azione, è oggettivamente funzionale, se non addirittura soggettivamente al servizio, di quello che ha reagito. La fallacia della deduzione è evidente: solo le azioni politiche che ottengono un successo indiscusso sarebbero genuine e prive di zone d’ombra mentre, se si concludono con una sconfitta, dietro ci sarebbe lo zampino del diavolo.

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Luca Busca: Violenza sulle donne: perché la propaganda mainstream vince facile

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Violenza sulle donne: perché la propaganda mainstream vince facile

di Luca Busca

720x410c5mjuytd0.jpgRaramente una tematica suscita un fervido dibattito a “sinistra” come ultimamente è accaduto intorno alla questione femminile. Va premesso che con il termine “sinistra”, in questo contesto, tenderei a identificare quella vasta area di dissidenza al neoliberismo che va dai delusi dal voto, né di destra né di sinistra, ai “rossobruni” (termine odioso ma purtroppo appropriato in alcuni casi), dai vetero ai neo comunisti, dagli anarchici ai pacifisti, dai collettivi femministi a quelli della famigerata comunità LGBTQ+. In sostanza la sinistra un po’ persa, un po’ nostalgica ma che ancora crede in quei valori che sono incompatibili con il neoliberismo. Quella sinistra che ancora tenta di dissentire e di svincolarsi dal pensiero unico. Escludo quindi la cosiddetta sinistra di regime ormai schiava della cultura “woke” e, ovviamente, tutto il pensiero destrorso che, anche quando dissente, finisce per essere neoliberista, autoritario, gerarchico e repressivo.

Bene questa sinistra è riuscita a infiammarsi, non per una nuova proposta politica che ormai latita da diversi decenni, ma per la violenza sulle donne. Tema questo su cui si è frammentata nei consueti piccoli pezzettini isolati tra loro. Anche io ho detto la mia, rivolgendomi a quell’ampia schiera destrorsa che, tra governo e illustri pensatori come il Generale Vannacci, sta tentando di allungare le minigonne e rinchiudere le donne in casa nel loro ruolo di mamme. Purtroppo il titolo, “mai discutere con un idiota ti porta al suo livello e ti batte con l’esperienza”, ha indotto più di un lettore di sinistra a immedesimarsi. Sfortunatamente, infatti, il fervido dibattito, suscitato da una campagna mediatica mainstream che ha fatto invidia a quella pandemica, ha prodotto una miriade di pareri diversi, alcuni dei quali di stampo palesemente conservatore.

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coniarerivolta: Pubblico impiego: ma il Governo è del mestiere?

coniarerivolta

Pubblico impiego: ma il Governo è del mestiere?

di coniarerivolta

Questo Governo è contro i lavoratori e contro i salari, lo sappiamo.

Ma quale occasione migliore ha il Governo per dimostrare questa avversità, se non quando agisce contemporaneamente come autorità pubblica e direttamente come datore di lavoro? Le vicende di queste settimane relative al rinnovo del contratto del pubblico impiego ce lo raccontano perfettamente.

Come noto, lo Stato quando agisce da datore di lavoro non è poi così diverso dai datori di lavoro privati, in particolare per il brutto vizio di lavorare sempre “a contratto scaduto” e prevedere il rinnovo solamente al termine del triennio di riferimento (in questo caso, il triennio 2022-2024). Finora il Governo aveva nicchiato, senza mai dire quante risorse avrebbe stanziato per il rinnovo, ma con l’occasione della legge di bilancio 2024 ha dovuto mostrare le carte, e per i lavoratori pubblici – che aspettavano questo momento per provare a riprendersi quella parte di salari reali mangiata dall’inflazione galoppante degli ultimi due anni – non è stata una bella sorpresa.

Ma andiamo con ordine e chiediamoci per prima cosa: da dove veniamo?

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Sergio Cesaratto: Nella notte europea tutti i Patti sono stupidi

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Nella notte europea tutti i Patti sono stupidi

di Sergio Cesaratto

I

fattoquotidiano

Sulla riforma del Patto di stabilità

di Sergio Cesaratto*

Le  trattative europee sulla riforma del Patto di stabilità non sembrano essere giunte a un compromesso. Le proposte della Commissione già da tempo avanzate sarebbero più flessibili in quanto i sentieri di rientro da debiti e deficit pubblici “eccessivi” sarebbero contrattati dai singoli Stati al fine di modularli a seconda delle situazioni loro specifiche. La Germania ha però indurito la propria posizione esigendo obiettivi di aggiustamento uniformi e predefiniti, soprattutto per i Paesi ad alto debito (vedi box). Il governo italiano ha a sua volta irrigidito la propria posizione ritenendo tali obiettivi impossibili, l’opposto dell’ulteriore flessibilità che intendeva ottenere nella trattativa.

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Il Chimico Scettico: Le basi (maledette) – e piove sul bagnato

ilchimicoscettico

Le basi (maledette) – e piove sul bagnato

di Il Chimico Scettico

Del rapporto PISA 2022 nel resto del mondo si è parlato abbastanza. È finito sulle pagine dei giornali, pensate un po’. In Italia 0, l’argomento è chiaramente di interesse nullo. Ma il trend evidenziato nel rapporto dovrebbe preoccupare chiunque. Ovviamente nelle competenze esaminate (matematica, lettura, scienze) l’ultimo tuffo verso il basso lo dobbiamo alla chiusura delle scuole in tempo di pandemia. Non credo che chi al tempo decise per queste azioni si senta a disagio con queste conseguenze.

Ma il crollo del periodo pandemico si inseriva su tendenze già decrescenti e in modo relativamente marcato.

In realtà la maggioranza si è scordata accuratamente de lemaledettabasi e del loro peso, anche formativo. Perché non serve, si dice. Non serve perché c’è il package R o il programma già pronto, e quindi chi se ne frega?

Personalmente potrei dire che, ai tempi, grazie ad Analisi II ho passato Chimica Fisica I e II. Mi fecero vedere i sorci verdi per passarle? Come no.

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John J. Mearsheimer: Morte e distruzione a Gaza

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Morte e distruzione a Gaza

di John J. Mearsheimer

Traduciamo questo scritto a futura memoria sul massacro di Gaza di John Mearsheimer: “Non credo che qualsiasi cosa io dica su ciò che sta accadendo a Gaza influenzerà la politica israeliana o americana in quel conflitto. Ma voglio che sia messo a verbale in modo che quando gli storici guarderanno indietro a questa calamità morale, vedranno che alcuni americani erano dalla parte giusta della storia.” [Roberto Buffagni]

immagine 1 3 1024x683.jpgNon credo che qualsiasi cosa io dica su ciò che sta accadendo a Gaza influenzerà la politica israeliana o americana in quel conflitto. Ma voglio che sia messo a verbale in modo che quando gli storici guarderanno indietro a questa calamità morale, vedranno che alcuni americani erano dalla parte giusta della storia.

Quello che Israele sta facendo a Gaza alla popolazione civile palestinese – con il sostegno dell’amministrazione Biden – è un crimine contro l’umanità che non ha alcuno scopo militare significativo. Come afferma J-Street, un’importante organizzazione della lobby israeliana, “la portata del disastro umanitario in atto e delle vittime civili è quasi insondabile”[1].

Permettetemi di approfondire.

In primo luogo, Israele sta massacrando di proposito un numero enorme di civili, di cui circa il 70% sono bambini e donne. L’affermazione che Israele stia facendo di tutto per minimizzare le vittime civili è smentita dalle dichiarazioni di alti funzionari israeliani. Ad esempio, il portavoce dell’IDF ha dichiarato il 10 ottobre 2023 che “l’enfasi è sui danni e non sulla precisione”. Lo stesso giorno, il Ministro della Difesa Yoav Gallant ha annunciato: “Ho tolto tutti i freni – uccideremo tutti quelli contro cui combattiamo; useremo ogni mezzo”[2]

Inoltre, è chiaro dai risultati della campagna di bombardamenti che Israele sta uccidendo indiscriminatamente i civili. Due studi dettagliati sulla campagna di bombardamenti dell’IDF – entrambi pubblicati da riviste israeliane – spiegano in dettaglio come Israele stia uccidendo un numero enorme di civili. Vale la pena citare i titoli dei due articoli, che riassumono sinteticamente ciò che ciascuno di essi ha da dire:

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Gilbert Doctorow: Hersh, Lieven e la disperata mossa di Washington per porre fine alle ostilità in Ucraina

comedonchisciotte.org

Hersh, Lieven e la disperata mossa di Washington per porre fine alle ostilità in Ucraina

di Gilbert Doctorow – gilbertdoctorow.com

genral.jpgAlcuni giorni fa, Seymour Hersh, famoso giornalista investigativo e vincitore del premio Pulitzer, ha pubblicato sul suo account substack.com un articolo intitolato “Da Generale a Generale. In Ucraina i leader militari stanno trattando la possibilità della pace”.

Per essere precisi, Hersh ha detto che i colloqui segreti su una possibile pace sono attualmente condotti dal comandante in capo militare ucraino, generale Valery Zaluzhny, e dal più alto ufficiale militare russo Valery Gerasimov.

Il paragrafo più interessante dell’articolo è il seguente:

La forza trainante di questi colloqui non è stata Washington o Mosca, Biden o Putin, ma piuttosto i due generali di alto rango che conducono la guerra, Valery Gerasimov e Valery Zaluzhny”.

Un altro clamoroso passaggio dell’articolo riguarda il fatto che l’accordo comporterebbe l’accettazione da parte della Russia dell’adesione dell’Ucraina alla NATO, a patto che la NATO si impegni formalmente a “non collocare truppe NATO sul suolo ucraino” o a installare armi offensive in Ucraina.

L’ultimo elemento chiave dell’accordo, che bilancerebbe l’acquiescenza della Russia all’adesione dell’Ucraina alla NATO, sarebbe il riconoscimento della Crimea come irrevocabilmente russa e lo svolgimento di un referendum nelle regioni del Donbass e della Novorossiya (Zaporozhie e Kherson) che erano state liberate dalla Russia e che avevano poi aderito alla Federazione Russa, una misura che, in effetti, sarebbe una foglia di fico per definire formalmente e definitivamente il destino di questi territori come parte della Russia.

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Danilo Ruggieri: Il crepuscolo del giardino occidentale

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Il crepuscolo del giardino occidentale

di Danilo Ruggieri

91FK16akENL. AC UF10001000 QL80 .jpgGli ultimi due anni segnano uno spartiacque con il prima, con il mondo che abbiamo conosciuto. Qualcuno potrebbe obiettare, a ragione, che il movimento della storia è un processo in cui i cambiamenti sono spesso lenti e contraddittori, in cui le accelerazioni e i salti di qualità sono rari, sono l’eccezione che conferma la regola. La storia si muove attraverso tendenze, alcune principali e strategiche, che rispondono alle contraddizioni profonde che muovono le relazioni sociali tra gli uomini e altre e molteplici concause, spesso contingenti nel tempo e nello spazio.

A  mio avviso, nonostante il mainstream anglosassone abbia fin dagli anni novanta raccontato con varie pubblicazioni e centri di orientamento culturale che il movimento storico fosse finito in una sintesi definitiva e pacificata, in quanto il regno del male, il comunismo, era stato seppellito dalla forza di attrazione del bene personificato dal modello capitalistico occidentale; nonostante una gigantesca manovra di diversione, falsificazione e revisione della storia a partire, guarda caso, proprio dalla lettura della Rivoluzione francese, oggi la storia si rimette in marcia e anche a passi veloci.  Alla fine si dimostra una legge generale della storia umana che i fatti sono più duri della testa. Questo lo dico senza alcun credenza assoluta nell’oggettività matematica dei fatti che sono soggetti anche essi a un campo specifico della lotta di classe, la lotta delle idee, delle ideologie, delle narrazioni, delle interpretazioni. Certo la storia non si ferma e questo, è chiaro, e non porta con sé inevitabilità e necessità, ma solo possibilità. In questo, forse, dobbiamo iniziare a fare pulizia con un certo positivismo che ha albergato per molti anni anche nelle fila del movimento marxista occidentale.

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Dante Barontini: La “discriminante anti-progressista”

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La “discriminante anti-progressista”

di Dante Barontini

C’è un filo ormai evidente che lega gli sviluppi politici interni a tutto l’Occidente che sbrigativamente chiamiamo “neoliberista”, ma che si potrebbe anche definire “imperialismo occidentale”, ovvero la parte del pianeta che resta sotto l’egemonia statunitense.

E’ la “nostra” area, quella in cui viviamo e lottiamo. Il capitale multinazionale che le dà forma è il nostro nemico. I complessi blocchi sociali di potere incancrenitisi in questo “ambiente tumorale” sono l’ostacolo a ogni cambiamento, a ogni sviluppo progressivo del modello economico e delle istituzioni.

Anzi, assistiamo ovunque, in ogni angolo di questa parte di mondo, a un costante arretramento culturale e “valoriale”, fino al ritorno vero e proprio a forme di dominio selvaggio, legittimato unicamente dalla forza, appena verniciata dai volenterosi carnefici della propaganda.

L’arrivo del pagliaccio Milei alla Casa Rosada è solo l’ultimo caso di un “Manchurian candidate” creato con cura negli studi televisivi per rappresentare in termini socialmente spendibili i comandamenti del capitale internazionale.

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Giulia Bertotto: Fratelli d’Italia immagina un mondo “post Russia”

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Fratelli d’Italia immagina un mondo “post Russia”

Su un surreale convegno al Senato della Repubblica

di Giulia Bertotto

“Roulette Russa. Cosa succede nel mondo se la Russia va in pezzi”. Era il titolo di un saggio del 1999 scritto da Giulietto Chiesa, oggi la prefigurazione di un simile scenario, somiglia al titolo (augurale però!) di un convegno – che non si è tenuto in un teatro – ma in uno dei palazzi istituzionali più importanti, il Senato di Roma.

L’evento dell’11 dicembre ha radunato giornalisti, redattori, comitati, associazioni, e politici su iniziativa del senatore Giuliomaria Terzi di Sant’Agata, per poi proseguire ancora a Roma e poi Berlino nei giorni successivi. Nel discutere su “I vantaggi di un mondo post-Russia” -appare surreale già dal titolo- si ipotizza infatti non più una Russia federale ma spaccata in circa 25 piccoli stati autonomi.

L’incontro è organizzato in sinergia con il “Forum dei Popoli Liberi”, “una ONG polacca, registrata lo scorso anno, che non ha nulla a che fare con la Russia e i suoi popoli. Le attività della suddetta ONG sono state dichiarate illegali da parte del governo della Federazione Russa, proprio nel marzo del 2023”.

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Piccole Note: La controffensiva fallita e l’operazione militare speciale

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La controffensiva fallita e l’operazione militare speciale

di Piccole Note

La Russia avrebbe potuto incenerire l’Ucraina e non l’ha fatto. Ma il destino della guerra si decide a Washington dove è in arrivo Zelensky

Interessante un’analisi di Larry C. Johnson sul Ron Paul Institute che prende le mosse dall’inchiesta del Washington Post sulla debacle della controffensiva ucraina, finalmente riconosciuta dall’Occidente dopo mesi nei quali tutti i politici e i media proseguivano nel loro straniante esercizio di magnificare i “significativi” successi ucraini (derubricati appunto a significativi dopo una settimana dall’inizio della stessa, durante la quale furono definiti “grandi”).

Inutile dilungarsi sui tanti errori della Nato, responsabilità poi scaricate ovviamente su Kiev, ma uno in particolare, sottolineato nello scritto di Johnson, val la pena riportarlo: “Dove hanno preso [in Occidente] le informazioni che indicavano che le forze armate russe erano deboli, scarsamente addestrate, oppresse da un morale pessimo e prive di adeguate scorte di proiettili di artiglieria e di munizioni?”. Già, dove?

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