La geopolitica della pace. Sachs al Parlamento europeo

La geopolitica della pace. Discorso al Parlamento europeo il 19 febbraio 2025 (*1) di Jeffrey D. Sachs
Una sintesi ed i link all’intervento
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NOTA

Jeffrey Sachs è un economista e saggista statunitense. Laurea e PhD alla Harvard University dove diventa professore di economia a 28 anni.
Direttore dell’Earth Institute alla Columbia University. Professore di politica e management sanitari presso la Columbia University e Quetelet professor di sviluppo sostenibile alla Columbia school of International and public affairs.
Studioso dei problemi dello sviluppo economico, del debito e dei relativi sistemi di cancellazione, della globalizzazione, della sostenibilità ambientale, della povertà.
Ha prodotto numerosi studi e consulenze anche nella fase del passaggio dal sistema comunista dei paesi dell’Europa dell’Est a quello di mercato.
Direttore alle Nazioni Unite del progetto sui Millennium development goals, membro della commissione per il Digital development.
Le sue opere rivolte agli aspetti sociali ed ambientali dello sviluppo economico avrebbero ispirato l’enciclica “Laudato Si’” di Papa Francesco.

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Sintesi del discorso di Jeffrey Sachs

La geopolitica della pace

Sintesi del discorso di Jeffrey D. Sachs al Parlamento europeo (19 febbraio 2025)

Jeffrey D. Sachs ha offerto una riflessione sulla politica estera globale, analizzando il ruolo degli Stati Uniti, l’espansione della NATO, la guerra in Ucraina e le prospettive di pace. Con la sua esperienza diretta come consulente per vari governi europei e conoscitore delle dinamiche geopolitiche, ha denunciato l’unilateralismo americano e la mancanza di una politica estera autonoma da parte dell’Europa.


1. L’egemonia degli Stati Uniti e la subordinazione dell’Europa

Sachs ha criticato l’imperialismo statunitense, che dal crollo dell’URSS ha portato avanti una politica di dominio globale, intervenendo militarmente in Iraq, Siria, Libia e altri paesi. L’Europa, invece di sviluppare una propria strategia, ha seguito passivamente la linea americana, spesso contro i propri interessi economici e politici.


2. L’espansione della NATO e la strategia del Mar Nero

L’allargamento della NATO a est, avviato negli anni ’90, è stato visto come una violazione delle promesse fatte a Gorbaciov e come una minaccia diretta alla Russia. Gli Stati Uniti hanno cercato di circondare Mosca, controllando paesi strategici come Ucraina, Georgia, Romania e Bulgaria. Sachs ha paragonato questa strategia a quella dell’Impero britannico nel XIX secolo per contenere la Russia.


3. Il ruolo degli Stati Uniti nella crisi ucraina

Secondo Sachs, gli USA hanno avuto un ruolo centrale nel colpo di Stato del 2014, che ha rovesciato il presidente Yanukovych, favorevole alla neutralità. Gli accordi di Minsk, che avrebbero potuto portare a una soluzione diplomatica, sono stati boicottati, portando a un conflitto nel Donbas e, infine, all’invasione russa del 2022.


4. La guerra in Ucraina e il fallimento della strategia occidentale

L’obiettivo russo, ha spiegato Sachs, non era conquistare l’Ucraina, ma impedire la sua adesione alla NATO. Tuttavia, gli USA e il Regno Unito hanno impedito un accordo di pace nel 2022, prolungando il conflitto. Nel frattempo, la Russia ha resistito alle sanzioni e si è avvicinata alla Cina e all’Iran, modificando gli equilibri geopolitici globali.


5. Il rischio nucleare e la destabilizzazione globale

Un altro punto critico sollevato da Sachs è stato il ritiro degli USA da trattati di controllo degli armamenti, come il Trattato ABM nel 2002, che ha aumentato il rischio di una corsa agli armamenti nucleari. La sicurezza globale, secondo Sachs, è stata minata dall’unilateralismo americano.


6. Le prospettive di pace e il futuro dell’Europa

Sachs ha evidenziato come la guerra in Ucraina stia volgendo al termine, con la Russia che non si è piegata alla strategia occidentale. Il ritorno di Trump potrebbe favorire un negoziato, ma l’Europa deve emanciparsi dalla russofobia e sviluppare una politica estera indipendente, capace di dialogare sia con Mosca che con Pechino.


7. Medio Oriente e Cina: il ruolo dell’Europa

Sachs ha denunciato l’influenza della lobby israeliana sulla politica estera americana, criticando l’approccio di Netanyahu che ha bloccato la soluzione dei due Stati per la Palestina. Ha inoltre sottolineato che la Cina non rappresenta una minaccia, ma un partner naturale per l’Europa, soprattutto in ambito economico e nella lotta al cambiamento climatico.


8. Conclusione: una nuova visione per la politica estera europea

Sachs ha lanciato un appello affinché l’Europa smetta di essere un “nano politico” e costruisca una propria strategia autonoma, svincolandosi dalla dipendenza dagli USA. Il futuro dell’Europa dipende dalla capacità di collaborare con Russia e Cina, evitando di farsi trascinare in conflitti che non servono ai suoi reali interessi.


Parole chiave

  • Imperialismo USA
  • NATO e Russia
  • Guerra in Ucraina
  • Politica estera europea
  • Controllo degli armamenti
  • Medio Oriente e Cina
  • Negoziati di pace

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