Il piano strampalato di Trump, sui dazi la Cina era preparata

Il piano strampalato di Trump, sui dazi la Cina era preparata
Francesco Saraceno economista
FONTE DOMANI 19 aprile 2025
ABSTRACT di ChatGPT

Il saggio di Francesco Saraceno analizza la strategia commerciale dell’amministrazione Trump in un contesto globale sempre più frammentato. Dietro i dazi e le dichiarazioni aggressive, l’economista individua una visione del mondo confusa, tra improvvisazione e obiettivi contraddittori. Saraceno smonta il protezionismo trumpiano mostrando come le misure adottate, lungi dall’essere efficaci, rischiando di indebolire gli Stati Uniti stessi, sia sul piano industriale che geopolitico. Centrale è il confronto con la Cina, potenza emergente più preparata di quanto la Casa Bianca sembri riconoscere. In chiusura, l’autore solleva interrogativi sul possibile indebolimento strutturale del dollaro e sulla tenuta dell’egemonia americana.

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 Temi chiave

  • Protezionismo e mercantilismo
  • Strategia commerciale USA
  • Sistema monetario internazionale
  • Conflitto USA-Cina
  • Dollaro e ruolo di valuta di riserva
  • Industria e servizi
  • Globalizzazione e catene del valore

Tesi centrale:
La guerra commerciale lanciata da Trump è priva di una strategia coerente e rischia di indebolire gli stessi Stati Uniti. Le misure adottate non rispondono a solide basi economiche, e l’amministrazione sottovaluta la capacità di risposta della Cina e di altri attori emergenti.

Struttura e contenuti principali

1. Caos strategico e comunicativo:

  • I dazi imposti e poi sospesi dimostrano un’agenda confusa.
  • Nessuna visione chiara, solo obiettivi eterogenei: riduzione disavanzi, rilocalizzazione industriale, contenimento della Cina, indebolimento del dollaro.

2. Mercantilismo e protezionismo d’accatto:

  • Trump interpreta i deficit commerciali come “furti” da parte di altri paesi.
  • Ignora i benefici del commercio internazionale (Krugman) e il privilegio derivante dall’emissione del dollaro come valuta di riserva (Summers).

3. L’illusione della reindustrializzazione:

  • Il declino industriale USA è strutturale e iniziò ben prima della Cina.
  • Anche una “vittoria” sui dazi non riporterebbe l’industria ai livelli sperati, anche per l’automazione.

4. Autolesionismo economico:

  • Le politiche migratorie e sanitarie danneggiano le esportazioni di servizi, settore chiave per gli USA.

5. Confronto storico con Nixon (1971):

  • Differenze con l’epoca post-Bretton Woods: allora l’egemonia americana era incontestata, oggi Cina e altri attori possono rispondere.

6. Il fattore Cina:

  • Pechino ha già ridotto la dipendenza dagli USA.
  • Gli USA importano beni intermedi difficili da sostituire; la Cina può trovare alternative (es. soia brasiliana).
  • Washington impreparata alla guerra commerciale, al contrario di Pechino.

7. Rischio sistemico:

  • Possibile perdita di fiducia nel dollaro e nell’economia americana.
  • Verso un possibile cambiamento del regime monetario globale?