L’eccedenza del capitalismo monopolistico e della rendita imperialista di Samir Amin MR 2012/7-8

FONTE Montly Review 1-7-2012
Samir Amin è direttore del Terzo Forum Mondiale di Dakar, in Senegal. I suoi libri includono The Liberal Virus, The World We Wish to See e The Law of Worldwide Value (tutti pubblicati da Monthly Review Press). Questo articolo è stato tradotto dal francese da Shane Mage.

Nota dell’editore

A partire dagli anni ’50 Samir Amin ha fornito una critica sistematica del sistema capitalista, a partire dal suo trattato di riferimento, L’accumulazione del capitale su scala mondiale (1957) e proseguendo fino alle sue importanti opere degli ultimi anni, in particolare La legge del valore mondiale (2010). Qui fornisce una spiegazione dell’importanza del Capitale Monopolistico di Baran e Sweezy per questa critica, mettendo in relazione il “surplus” (che egli identifica con tutte le entrate/uscite residue nel sistema dei conti nazionali al di là dei profitti e dei salari investiti) con la rendita imperiale. Per facilitare la comprensione della sua analisi, abbiamo inserito due note a piè di pagina che spiegano ulteriormente i due esempi numerici che fornisce.

il saggio di Samir Amin

Paul Baran e Paul Sweezy osarono, e poterono, continuare il lavoro iniziato da Marx. Partendo dall’osservazione che la tendenza intrinseca del capitalismo era quella di consentire aumenti del valore della forza-lavoro (salario) solo ad un tasso inferiore al tasso di aumento della produttività del lavoro sociale, essi dedussero che lo squilibrio risultante da questa distorsione avrebbe portato alla stagnazione in assenza di un’organizzazione sistematica dei modi per assorbire i profitti in eccesso derivanti da tale tendenza.

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MR 2001/12 Imperialismo e impero di J.B. Foster

Questo articolo di John Bellamy Foster si basa su una conferenza su Socialismo o barbarie di István Mészáros tenuta al Brecht Forum di New York il 14 ottobre 2001.
Il libro
Socialism or barbarism: from the American Century” to the
crossroads / Istvan Mészaros.
Includes bibliographical references and index.
ISBN 1-58367-051-3 (cloth) — ISBN 1-58367-052-1 (paper)

Solo poco più di un mese fa, prima dell’11 settembre, la rivolta di massa contro la globalizzazione capitalista iniziata a Seattle nel novembre 1999 e che stava ancora prendendo forza fino a Genova nel luglio 2001 stava mettendo a nudo le contraddizioni del sistema in un modo che non si vedeva da molti anni. Eppure la natura peculiare di questa rivolta era tale che il concetto di imperialismo era stato quasi cancellato, anche all’interno della sinistra, dal concetto di globalizzazione, suggerendo che alcune delle peggiori forme di sfruttamento e rivalità internazionale si erano in qualche modo attenuate.

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MR 2004/6 Le illusioni dell’impero di Abu-Manneh Bashir

Una serrata critica alla concezione di post-impero come lo definiscono Hardt e Negli nel loro libro Impero

(01 giugno 2004)

Bashir Abu-Manneh insegna inglese al Barnard College. Questo articolo è una versione ridotta della sua introduzione a un simposio da lui curato sull’Impero di Michael Hardt e Antonio (Harvard University Press, 2000). Il simposio, “Empire and US Imperialism” è stato pubblicato per la prima volta in Interventions: International Journal of Postcolonial Studies 5, n. 2 (2003) e può essere trovato all’indirizzo www.tandf.co.uk/. È anche l’autore di “Palestine Revealed: The Liberation Cinema of Michel Khleifi”, in Dreams of a Nation: On Palestinian Cinema, a cura di Hamid Dabashi (di prossima pubblicazione). Le illusioni dell’Impero


Empire di Michael Hardt e Antonio Negri, pubblicato dalla Harvard University Press nel 2000ha preso d’assalto il mondo intellettuale. Dopo la fine dichiarata delle “grandi narrazioni” e dei progetti di emancipazione umana, ecco un libro che raccontava la più grande di tutte le storie, la totalizzazione del capitale, e anticipava il più magnifico di tutti i risultati rivoluzionari, il comunismo. I tabù postmoderni sono stati infranti, o almeno così sembrava. I profeti della moltitudine, Hardt e Negri, furono debitamente riconosciuti e celebrati dalla stampa liberale. Nel Regno Unito, il New Statesman ha pubblicato un’intervista a dal titolo “La sinistra dovrebbe amare la globalizzazione”. La globalizzazione, ha affermato, porta a una vera e propria “cittadinanza globale” democratica. Negli Stati Uniti, la recensore del New York Times Emily Eakin ha salutato Empire come la “prossima grande idea”, annunciando l’arrivo di una “teoria maestra” di cui c’è un disperato bisogno per superare il “profondo pessimismo”, la “banalità” (termine di Stanley Aronowitz), la “crisi” e il “vuoto” che hanno caratterizzato le discipline umanistiche nell’ultimo decennio. Empire (sia il libro che il concetto) è stata una buona notizia per tutti, inaugurando un periodo che, sebbene difficile da definire, è, nelle parole di Hardt, “in realtà un enorme miglioramento storico rispetto al sistema internazionale e all’imperialismo”. 1

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MR 2005/11 Impero e Moltitudine

Samir Amin conduce una serrata critica al libro Impero di Michael Hardt e Antonio Negri con ampio riferimento anche alla loro successiva opera Moltitudine

di Samir Amin

Samir Amin è direttore del Terzo Forum Mondiale di Dakar, in Senegal. I suoi libri più recenti includono The Liberal Virus: Permanent War and the Americanization of the World (Monthly Review, 2004) e Beyond US Hegemony di prossima pubblicazione per Zed Books.


Impero post-imperialista o nuova espansione dell’imperialismo?

Michael Hardt e Antonio Negri hanno scelto di chiamare “Impero” l’attuale sistema globale. * La scelta di questo termine ha lo scopo di distinguere le sue caratteristiche costitutive essenziali da quelle che definiscono l'”imperialismo”. L’imperialismo, in questa definizione, si riduce alla sua dimensione strettamente politica, cioè all’estensione del potere formale di uno Stato al di là dei suoi confini, confondendo così l’imperialismo con il colonialismo. Il colonialismo quindi non esiste più, né l’imperialismo. Questa vuota proposizione asseconda il comune discorso ideologico americano secondo il quale gli Stati Uniti, a differenza degli stati europei, non hanno mai aspirato a formare un impero coloniale a proprio vantaggio e quindi non avrebbero mai potuto essere “imperialisti” (e quindi non lo sono oggi più di ieri, come ci ricorda Bush). La tradizione materialista storica propone un’analisi molto diversa del mondo moderno, centrata sull’identificazione delle esigenze per l’accumulazione del capitale, in particolare dei suoi segmenti dominanti. Portata a livello globale, questa analisi permette quindi di scoprire i meccanismi che producono la polarizzazione della ricchezza e del potere e costruiscono l’economia politica dell’imperialismo.

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MR 2018/10 Il Manifesto del Partito Comunista, 170 anni dopo

L’economista egiziano Samir Amin sull’attuale crisi dell’euro al Festival sovversivo di quest’anno a Zagabria (9 luglio 2012).
Un’analisi che mantiene tutta la sua attualità

di Samir Amin

(01 ottobre 2018)

Argomenti: Storia Imperialismo Marxismo Luoghi: Globale

L’economista egiziano Samir Amin sull’attuale crisi dell’euro al Festival sovversivo di quest’anno a Zagabria (9 luglio 2012).

Samir Amin (1931-2018) è stato direttore del Terzo Forum Mondiale di Dakar, in Senegal, e autore di molti libri, tra cui i più recenti Imperialismo moderno, Capitalismo finanziario monopolistico e La legge del valore di Marx (Monthly Review Press, 2018).

Questo saggio è stato l’ultimo inviato a Monthly Review da Samir Amin prima della sua morte. Ci ha chiesto di ritardare la pubblicazione fino a quando non fosse apparso per la prima volta in Sociološki pregled, cosa che ora è avvenuta.

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Bussola per un mondo in tempesta (libro)

Bussola per un mondo in tempesta di Francesco Sylos Labini , Matteo Caravani Futura Editrice 2024 EAN: 9788823025332 ISBN: 8823025338 p.224
Argomenti:
Scienza e teoria politica, Globalizzazione

Il report contiene

Trama
Indice
Prefazione

Trama libro

Viviamo un periodo di trasformazioni epocali che comportano una rivoluzione del nostro mondo e un riassetto dei rapporti di forza globali, con rischi per la stessa sopravvivenza della specie umana. Le emergenze planetarie sono tre, in crescita e collegate tra loro: guerre, cambiamenti climatici, disuguaglianze. Queste tre crisi sono frutto e corrispondono a una situazione di cambiamento politico e culturale traumatico. Con un approccio interdisciplinare, questo saggio offre una bussola per orientarsi nel dibattito odierno e nuove lenti per interpretare il presente e immaginare il futuro.

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Classificazione dei paesi della Banca Mondiale in base al livello di reddito per il 2024-2025

Dalla Banca Mondiale una serie di dati che smentiscono molte opinioni correnti sugli effetti economici della crisi attuale.
Segue un commento di Giacomo Gabellini

SEGUE TESTO GRAFICI E COMMENTO DI GABELLINI

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Spes contra spem. Harari e il sionismo

Un amico ci propone la lettura di una interessante riflessione di Yuval Noah Harari. professore di storia all’Università Ebraica di Gerusalemme, apparsa sul Washington Post del 13/05/2024, su sionismo e politica israeliana oggi.

Israele-Palestina, una pace possibile?

Il report contiene
Lettera del proponente
“La Giornata dell’Indipendenza di Israele solleva domande difficili sul futuro del sionismo” di Yuval Noah Harari pubblicato su Washington Post 13/05/2024 https://www.washingtonpost.com/opinions/2024/05/13/israel-independence-day-zionism-future

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La NATO e la lunga guerra al Terzo Mondo / Wargan (MR)

Aiutiamoli a casa loro, Piano Mattei … come la mettiamo con la realtà dei fatti? Wargan sulla Monthly Review offre un ampio excursus tra storia del globalismo, politiche neo-coloniali e neo-imperiali e prospettive di soluzione della attuale crisi del capitalismo mondiale.

di Paweł Wargan (01 gennaio 2023)

Argomenti

NATO und Totenkopf [La NATO e il Cranio]. Di Mr. Schnellerklärt – Opera propria, CC BY-SA 4.0Link.

Paweł Wargan è un organizzatore e ricercatore con sede a Berlino e coordinatore del segretariato dell’Internazionale Progressista.

Mi dicono: Mangia e bevi. Sii felice di averlo!
Ma come posso mangiare e bere, se strappo ciò che mangio
agli affamati, e
il mio bicchiere d’acqua appartiene a chi muore di sete?
Eppure mangio e bevo.1

—Bertolt Brecht

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sinistre controverse

Le prossime elezioni per la Presidenza degli Stati Uniti vedono contrapposti due ottuagenari con qualche problema di autocontrollo e con molti problemi per il popolo americano ed il resto del mondo. Un terzo vecchio lancia una sfida di buonsenso. Basterà? E a sinistra in Italia, che si dice? Bertinotti e Formenti.

Il Report contiene

Descrizione edizione
Scheda editore
Indice
Prefazione di Fausto Bertinotti
Recensione
La sfida di Sanders non spaventa il capitalismo / di Carlo Formenti

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