Il piano strampalato di Trump, sui dazi la Cina era preparata

Il piano strampalato di Trump, sui dazi la Cina era preparata
Francesco Saraceno economista
FONTE DOMANI 19 aprile 2025
ABSTRACT di ChatGPT

Il saggio di Francesco Saraceno analizza la strategia commerciale dell’amministrazione Trump in un contesto globale sempre più frammentato. Dietro i dazi e le dichiarazioni aggressive, l’economista individua una visione del mondo confusa, tra improvvisazione e obiettivi contraddittori. Saraceno smonta il protezionismo trumpiano mostrando come le misure adottate, lungi dall’essere efficaci, rischiando di indebolire gli Stati Uniti stessi, sia sul piano industriale che geopolitico. Centrale è il confronto con la Cina, potenza emergente più preparata di quanto la Casa Bianca sembri riconoscere. In chiusura, l’autore solleva interrogativi sul possibile indebolimento strutturale del dollaro e sulla tenuta dell’egemonia americana.

KW : Cina, Economisti liberali, Guerra dei dazi, Nixon shock, Politica economica, Protezionismo, Saraceno Francesco, Stati Uniti,

 Temi chiave

  • Protezionismo e mercantilismo
  • Strategia commerciale USA
  • Sistema monetario internazionale
  • Conflitto USA-Cina
  • Dollaro e ruolo di valuta di riserva
  • Industria e servizi
  • Globalizzazione e catene del valore
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DAZI CHE GIOCANO COL FUOCO

Titolo: Dazi che giocano col fuoco
Autore: Siegmund Ginzberg
Testata: Il Foglio Quotidiano
Data: 19 aprile 2025
Tema centrale:
Critica storica e teorica del protezionismo come strumento di potere che genera instabilità economica e conflitti geopolitici.
IMMAGINE Poster fascista con un samurai che distrugge le navi alleate, spalleggiato dall’Italia e dalla Germania nazista (Getty)

Un ABSTRACT di ChatGPT

Il protezionismo, lungi dall’essere una soluzione alle crisi economiche, si rivela spesso una causa aggravante delle stesse. Peggio ancora, diventa una miccia geopolitica quando usato come arma di potere: può portare alla guerra, come accadde nel Pacifico tra USA e Giappone. Oggi, il ritorno a politiche daziarie sotto Trump rischia di ripetere tragici errori del passato.

Lo storico di Princeton Harold James, autore di Seven Crashes: the Economic Crises that Shaped Globalization (Yale University Press 2023) sostiene ad esempio che quei dazi ebbero effetti devastanti per il Giappone, il quale giusto un anno dopo, nel settembre 1931, invase la Manciuria per appropriarsi delle sue risorse minerarie, e poi la Corea e la Cina. Era di fatto l’inizio della guerra mondiale.

Quasi nessuno ha ben capito cosa vuole ottenere Trump con i suoi dazi. Far pagare ai partner commerciali le riduzioni fiscali che ha promesso ai suoi elettori? O fargliele pagare in altro modo ai consumatori americani, favorendo i ricchi? Far cassa e basta, come suggerirebbe il modo ossessivo in cui continua a vantare miliardi su miliardi di entrate aggiuntive che sarebbero dovute ai dazi?

Il sogno dichiarato del segretario al commercio di Trump, Howard Lutnick, è che “l’armata di milioni e milioni di esseri umani che avvitano vitine per fare gli iphone verrà in America”. Di Lutnick, il suo compagno di squadra di governo Elon Musk ha detto che “ha un quoziente di intelligenza pari a quello di un sacco di mattoni”. Il fattore idiozia non è mai da sottovalutare. Il Wall Street Journal, che non è proprio di sinistra, ha condotto un’inchiesta molto dettagliata su da dove vengano le diverse componenti degli Iphone di Apple. Da 40 diversi Paesi. Le parti più complesse da Cina, Taiwan, Corea del Sud, Giappone. Altro che armate di omini col cacciavitino! Nessuno può fare da solo.

KW : Copeland Dale C., Ginzberg Siegmund, Grande Depressione, Guerra dei dazi, Hirschman Albert O., James Harold, Nixon shock, Politica economica, Protezionismo, Smoot-Hawley Tariff Act, Stati Uniti, Trump Donald

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Il declino di Sua Maestà il dollaro / di Bruno Maçães

FONTE INTERNAZIONALE Numero 1610 del 18 aprile 2025
ABSTRACT
Presentazione sintetica seguita da una Sintesi analitica e critica del saggio “Il declino di Sua Maestà il dollaro” di Bruno Maçães, pubblicato su The New Statesman.
IMMAGINE creata da ChatGPT a commento dell’articolo

Bruno Maçães, The New Statesman, Regno Unito
FONTE INTERNAZIONALE Numero 1610 del 18 aprile 2025

📘 Presentazione del saggio

Nel saggio “Il declino di Sua Maestà il dollaro”, Bruno Maçães analizza le conseguenze geopolitiche e finanziarie della guerra commerciale lanciata da Donald Trump, sottolineando come le politiche protezionistiche statunitensi stiano minando la stabilità del dollaro come valuta di riserva globale.

L’autore mostra come l’egemonia monetaria statunitense, fondata sul fatto che il dollaro sia il mezzo di scambio e riserva di valore principale del sistema economico internazionale, garantisca potere spropositato agli USA: la capacità di ottenere beni reali in cambio di moneta stampata, a costi trascurabili. Ma questo “privilegio esorbitante”, già denunciato da De Gaulle e ora criticato esplicitamente da Pechino, si sta ritorcendo contro Washington, trasformandosi da vantaggio strategico a fardello strutturale.

Attraverso un’analisi serrata, Maçães illustra le tensioni tra il desiderio di Trump di eliminare i deficit commerciali e il ruolo imperiale del dollaro, sostenuto proprio da quei flussi di capitale che alimentano gli squilibri. In questo paradosso si cela, secondo l’autore, il declino annunciato del dollaro.


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Liquidità gratuita, fusioni e fuoriuscite di capitale, di Craig Medlen

Traduzione di Free Cash, Mergers, and Capital Spillage by Craig Medlen
Monthly Review 2025, Volume 76, Numero 08 (Gennaio 2025)
https://monthlyreview.org/2025/01/01/free-cash-mergers-and-capital-spillage/

(01 gennaio 2025)

La lunga stagnazione iniziata tra la metà e la fine degli anni ’70 e che continua fino ai giorni nostri è evidenziata da un declino secolare a lungo termine del tasso di crescita della produzione, del tasso di crescita dei nuovi investimenti e dell’utilizzo della capacità. Questa stagnazione è stata accompagnata da mezzo secolo di appiattimento dei salari reali per i lavoratori non supervisori e da un drammatico aumento della ricchezza delle classi superiori e delle élite manageriali.1

Associata a questa stagnazione è stata una crescente concentrazione di imprese in un’intera panoplia di contesti industriali e finanziari. Oltre a numerose industrie manifatturiere, potremmo elencare: petrolio, banche, produzione, distribuzione e vendita al dettaglio di prodotti alimentari, compagnie aeree tradizionali, carte di credito, servizi high-tech (compresi motori di ricerca e strutture informatiche), consegna di musica, servizi telefonici e vendita al dettaglio su Internet.2 Questa crescente concentrazione ha consolidato il potere di monopolio in tutta l’economia e, in conformità con la tendenza del potere di monopolio a rallentare la crescita degli investimenti, aiuta a spiegare il generale rallentamento della crescita negli ultimi cinquant’anni.3

Lo scopo di questo articolo è quello di raccontare come questa stagnazione strisciante abbia aggiunto la propria forza nel contribuire al potere monopolistico associato al consolidamento e alle attuali disparità di ricchezza. L’argomento corre lungo due direttrici. Il primo riguarda il modo in cui l’imperativo per la crescita delle imprese incanala i fondi nelle fusioni quando le prospettive di nuovi investimenti rallentano. Il secondo (e relativo aspetto) riguarda la generazione di fondi aziendali in eccesso rispetto ai nuovi investimenti (definiti free cash) che, insieme al debito, finanziano le fusioni. Il denaro libero deriva dai deficit federali derivanti in gran parte da: (1) riduzioni delle aliquote fiscali sui ricchi e (2) sforzi per contrastare la stagnazione e gli episodi di disfacimento finanziario. Fondi di liquidità gratuiti per fusioni e acquisizioni, ma non si è limitato a tali.4 La liquidità libera ha agito come garanzia per l’espansione del debito societario per fornire mega-fondi da riversare sui mercati azionari. Oltre alle fusioni, questa fuoriuscita consiste in dividendi ampliati e riacquisti di azioni. Pari a trilioni di dollari, questa sboccatura di denaro è stata una forza importante per espandere le posizioni di ricchezza dei ricchi.

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L’inflazione / di Cucignatto et al 2023

L’inflazione : falsi miti e conflitto distributivo / Giacomo Cucignatto … [et al.]. – Milano : Punto rosso, [2023]. – xi, 202 p. ; 21 cm. – (Crisi e società).) – In copertina: Quaderni di ricerca economica e sociale, numero 1, marzo 2023. – [EAN] 9788883512889.

Il report contiene

Scheda bibliografica
Indice
Introduzione di Joseph Alevi
Recensione di Bellofiore
Risposta degli Autori a Bellofiore

KW
Scheda bibliografica

L’inflazione : falsi miti e conflitto distributivo / Giacomo Cucignatto … [et al.]. – Milano : Punto rosso, [2023]. – xi, 202 p. ; 21 cm. – (Crisi e società).) – In copertina: Quaderni di ricerca economica e sociale, numero 1, marzo 2023. – [EAN] 9788883512889.
Saggi di: Giacomo Cucignatto, Lorenzo Esposito, Demostenes Floros, Matteo Gaddi, Nadia Garbellini, Joseph Halevi, Roberto Lampa, Gianmarco Oro, Stan De Spiegelaere

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Reinert, E. Come pochi paesi sono diventati ricchi, 2023

Come pochi paesi sono diventati ricchi e perché gli altri rimangono poveri / Erik S. Reinert ; prefazione di Jomo Kwame Sundaram ; traduzione di Monica Di Fiore. – Roma : Castelvecchi, c2023. – 425 p. ; 21 cm. – (Nodi).) – [ISBN] 978-88-329-0807-7. – IT\ICCU\UBS\0023515 – http://id.sbn.it/bid/UBS0023515

Il Report contiene

Scheda IBS

Recensione di Marco Onado Il Sole 24 ore Domenica 06 AGOSTO 2023

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MR Giugno 2023

Indice della Monthly Review 2023/2 (75)
Contiene la traduzione redazionale, con il valido supporto del traduttore automatico di Google, della nota introduttiva al numero, segue l’indice
Topics: Capitalism Imperialism Political Economy War Places: Americas United States

NOTES FROM THE EDITORS

June 2023 (Volume 75, Number 2)

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